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Prospettiva Ancelotti: il futuro di Mertens e il ruolo di centravanti

Ancelotti non ha mai lavorato con un centravanti “diverso” e associativo come Mertens, ma tutto partirà dall’accettazione delle nuove dinamiche di rotazione e sul mercato.

Prospettiva Ancelotti: il futuro di Mertens e il ruolo di centravanti

Cambierà qualcosa

L’approccio elastico di Ancelotti alla tattica calcistica non deve essere confuso con il grado zero di influenza. Nel senso: il Napoli di Sarri cambierà, se non del tutto almeno in qualche meccanismo. È una cosa di cui ha parlato Demetrio Albertini, in un’illuminante intervista sul suo ex compagno Ancelotti. Ed è una cosa che sarà verificabile solo nel tempo, col tempo. A parte alcune decisioni che dovranno essere prese preventivamente, perché riguardano direttamente il calciomercato.

Nella nostra analisi, una di questa situazione su cui andrà fatta una valutazione preventiva riguarda il ruolo di centravanti. Che, nel Napoli, ha una doppia dimensione: Mertens + Milik, Milik + Mertens a seconda di come ognuno vuole ordinare i due. Ecco, quello che ci sarà da capire è quale sarà la figura e l’impatto dell’attaccante belga nel nuovo corso e la sua ricezione rispetto a un possibile cambiamento di scenario. Tattico, ma anche gerarchico. Tutto partirà da Milik, che prevedibilmente avrà un minutaggio maggiore, al netto ovviamente di altri sfortunati contrattempi.

A quel punto, bisognerà verificare l’approccio di Ancelotti, se il tecnico di Reggiolo pensa ad un Napoli con due attaccanti, con una punta e tre trequartisti, oppure con il tridente che siamo abituati a vedere, a immaginare. Mertens ha un ruolo importante in questa variabilità, perché può essere schierato praticamente in tutti i ruoli. Resta da capire se ormai si sente solo centravanti, e a quel punto la valutazione di Ancelotti sarà fondamentale: si andrà avanti con Milik e Mertens oppure si tornerà sul mercato per affiancare un centravanti più classico al polacco? E Mertens, a quel punto, andrà via?

I precedenti

Nella sua carriera, Ancelotti ha lavorato sempre con una prima punta pura, quantomeno di riferimento. Certo, i profili sono vari: Inzaghi alla Juventus e al Milan, Shevchenko in rossonero, Drogba al Chelsea, Ibrahimovic al Psg, Benzema al Real Madrid, Lewandowki al Bayern Monaco. Si passa dal rapace d’area all’accentratore totale, dall’avanti di movimento (Benzema) al centravanti boa. Difficilmente, però, si arriva all’attaccante associativo – evoluzione del falso nueve – alla Mertens. È un prototipo non ancora saggiato dalla prospettiva Ancelotti.

Fosse solo per questo, sarebbe difficile immaginare un Napoli con Milik e Mertens, senza ulteriori acquisti. Allo stesso tempo, però, la qualità e la varietà garantita da questo tandem permetterebbe ad Ancelotti di ruotare diversi sistemi di gioco, di modificare in corsa l’approccio offensivo, di pensare a quel calcio liquido che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua carriera.

Allo stesso modo, permane però l’incognita del mercato: in caso di offerta pari alla clausola rescissoria, soprattutto se da top club internazionali, quale sarà la reazione di Mertens? E se, al contrario, il Napoli dovesse decidere di concludere un’operazione di alto impatto in attacco? Si è parlato di Benzema, ma ci sembra un’eventualità lontana; la suggestione-Balotelli sarebbe economicamente alla portata, e modificherebbe le prospettive di Mertens. Perché gli toglierebbe spazio come prima punta, costringendolo a pensare di tornare sull’esterno – in alternanza con Insigne a sinistra oppure in una nuova versione a destra.

Conclusioni

Insomma, siamo ancora lontani da una definizione del caso. Per quanto riguarda la nostra opinione, la massimizzazione della qualità avverrebbe con il mantenimento di Milik e Mertens e l’inserimento di un giovane attaccante da valorizzare. In questo modo, Ancelotti avrebbe tre opzioni, tutte potenzialmente diverse, come prima punta, e potrebbe pensare ad una rotazione sugli esterni offensivi, con Mertens che tornerebbe nella sua vecchia dimensione. O meglio, scoprirebbe una configurazione composita come attaccante ed esterno insieme, con l’alternativa 4-2-3-1 in ultima istanza.

Certo, tutto andrebbe gestito equilibrando il turn over, quindi anche gli eventuali malumori all’interno dello spogliatoio. Ma l’arrivo di Ancelotti è stato pensato ed attuato proprio per creare dinamiche e situazioni diverse all’interno dell’organico e sul mercato. L’aderenza al suo progetto tecnico all’insegna dell’elasticità presuppone l’accettazione di queste nuove condizioni. Quindi, anche da come Mertens potrebbe reagire ad un ridimensionamento del suo ruolo, dal punto di vista tattico e non solo. Sarà interessante verificare quali saranno le valutazioni di tutti, in relazione a questa nuova avventura.

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