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Nella terra degli Orsato. L’arbitro che protegge i figli, il finto fratello vittima di minacce

Reportage del Corriere Veneto: un paese che protegge l’arbitro, la vigilanza discreta dei carabinieri e le traversie dell’omonimo (con moglie napoletana) scambiato per il fratello

Nella terra degli Orsato. L’arbitro che protegge i figli, il finto fratello vittima di minacce

Da Napoli le telefonate più oscene

Un bel reportage è stato pubblicato oggi dal Corriere Veneto, a firma Emilio Randon che è andato a Recoaro Terme residenza di Orsato “l’arbitro più odiato d’Italia” e dove gli Orsato sono trentatré, c’è persino una contrada che si chiama degli Orsati. Innanzitutto il giornalista chiarisce che “Daniele Orsato non ha un fratello juventino, Roberto non è neanche suo cugino e fa il pizzaiolo in centro. Condividono il paese e l’amicizia ma niente”.

Roberto, il finto fratello, vittima di una fake, merita un capitolo a parte. È tifoso sfegatato della Juventus, ed è titolare di un ristorante. Andrà da un avvocato per tutelarsi. «Non faccia il nome del mio ristorante, temo il peggio, non ha idea di cosa ci è arrivato addosso, a me e a mia moglie, a mio suocero e a mia madre invalida, odio e minacce». Scrive il giornalista: “Le telefonate più oscene arrivavano da Napoli, per i cretini il fatto che sua moglie e il suocero siano napoletani era la prova decisiva”.

La vigilanza discreta dei carabinieri

Nel reportage parlano anche Orsato e sua moglie. Nulla di che, il giornalista li incontra in piazzetta dove i figli scorrazzano fino all’arrivo del cronista.

«Sono agitati e non voglio che si preoccupino». Preoccupazione? «Telefoni alla federazione e chieda, io di mio non dichiaro niente». E poi, anche lui, fa quel gesto eloquente di uno che mostra l’invisibile: «Non lo vede come siamo messi?». Al telefono – prosegue il servizio – il coordinatore Rizzoli gli proibisce di aggiungere una parola a quello che ha già detto, ma di che cosa abbia paura è evidente, «basta guardarsi intorno» appunto: qui non c’è nessuno se non amici eppure la famiglia Orsato si sente minacciata, sovrastata da una nube d’odio che buca l’idillio di un paesetto ed entrai in casa fino a sconvolgerti l’esistenza. I carabinieri hanno allestito un discreto ma attento servizio di vigilanza, una pattuglia, ogni tanto, fa il giro della contrada.

«Daniele ci ha detto che non tifa per nessuno»

“A Recoaro – prosegue il Corriere – Orsato è una celebrità di cui nessuno si fa vanto perché l’arbitro più famoso d’Italia non lesina la sua amicizia, lo si trova nei bar, va dai ragazzini alle elementari a racconta- re come si fa l’arbitro e cosa serve per farlo, la sua foto è nella bacheche, il calendario del fruttivendolo lo mostra per tutti i mesi dell’anno. Marcello, ragazzino di quarta elementare – due classi più in là studia il figlio più piccolo di Orsato – mostra orgoglioso l’autografo a tutta pagina del suo diario: «Daniele ci ha detto che lui non tifa per nessuno e che ha il dovere di essere imparziale, dice che dobbiamo comportarci bene nella vita come nel gioco». È un suo piccolo fan, candido come de- ve essere un bambino, eppure la nube tossica del web non risparmia nemmeno lui: «Daniele dice che è imparziale e lo ha detto davanti alla maestra, ma allora perché non è stato imparziale l’altro giorno?»

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