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Federer: «Voglio giocare un tennis di qualità, togliendo il superfluo»

Intervista di Roger Federer a Repubblica: «Un tempo partecipavo a tutti i tornei, ora è diverso. Voglio giocare per divertirmi e divertire».

Federer: «Voglio giocare un tennis di qualità, togliendo il superfluo»

L’intervista a Repubblica

Una splendida intervista a Roger Federer. Il tennista svizzero, reduce dal successo agli Australian Open, compirà 37 anni il prossimo 8 agosto. Eppure è ancora il protagonista indiscusso del circuito Atp, ed uno degli sportivi più amati al mondo. È appena tornato al vertice della classifica mondiale. Ed ha parlato di sé, del suo presente e del suo futuro (!) a Repubblica.

Si parte dal concetto di essenzialità, di essenziale: «Togliersi di dosso il superfluo non è facile, lo so: ma se vogliamo essere felici, bisogna provarci. Sempre. Capire quel che non serve e liberarsene, trovando il giusto equilibrio: nello sport, nella vita. Bisogna saper scegliere. Saper aspettare. Con gli anni ho imparato che ci vuole pazienza, e che la pazienza porta serenità. Quando torni dopo un infortunio devi essere al 100%, non un briciolo di meno. Anche se tutti ti vorrebbero subito sul campo. Devi imparare a dire no: se non è il momento, non puoi rientrare. Neppure quando sei al 90%, non basta. Soprattutto nel tennis».

Il ritorno dopo l’infortunio

Federer spiega come ha organizzato il suo calendario dopo il lungo stop: «Sono stato fuori 6 mesi, senza preoccuparmi se al mio ritorno sarei stato un altro giocatore o chissà quante posizioni avrei perduto nel ranking. C’è  qualche problema? Gli sponsor si lamentano, addio ai premi? Non mi interessa il denaro, dopo 20 anni di carriera. Voglio giocare per divertirmi, per divertire. E continuerò a farlo fino a quando mia moglie, i miei bambini, saranno d’accordo. Perché la cosa più importante è la loro – la nostra – felicità». Come dire: Federer può permettersi certe cose, e forse può farlo solo Federer. Però non ci sono tanti altri sportivi al top che la pensano così, che si comportano così.

Il futuro di Federer nel tennis: «Ho vinto 20 slam, ma non so cosa accadrà domani. Non voglio più fare piani. Un tempo giocavo tutti i tornei a disposizione, ora è diverso: non ho idea se quest’anno avrò una programmazione più o meno intensa. Dipenderà dall’equilibrio che riuscirò a trovare tra gli allenamenti, le partite, il tempo libero, la famiglia, i media, gli sponsor. Senza fretta, con le giuste pause. Sarebbe bellissimo essere ancora in campo a Tokyo, per i Giochi Olimpici. È il mio ultimo obiettivo prima del ritiro, ma è presto per parlarne».

Il rapporto con Nadal e un tennis di qualità

Il discorso parte da un tennis senza Federer, un’eventualità ormai da considerare: «Tranquilli, il nostro sport continuerà a produrre campioni. Dimitrov e Thiem hanno delle grandi qualità, ma nessuno può dire quanti slam vinceranno. Se mi guardo indietro, penso che difficilmente da giovane avrei immaginato di prendermi tutti questi tornei. Stessa cosa anche per Djokovic. Solo Rafa Nadal faceva presagire la carriera che ha fatto».

Una delle più grandi rivalità nella storia del tennis: «Io gli ruberei tante cose:
l’abilità di muoversi sulla terra battuta, la potenza, la voglia di combattere e di resistere agli infortuni, una incredibile forza mentale che gli permette di esaltare tutte le sue qualità e rimediare ai pochissimi punti deboli. Sono contento di averlo come avversario. Lui vorrebbe la mia eleganza? Per me è naturalezza, ho sempre cercato di muovermi sul campo nel modo migliore, istintivo, senza copiare nessun giocatore in particolare. Possibilmente rallentando, diminuendo gli sforzi. Ho un tennis tutto mio: morbido, diverso da quello attuale, così aggressivo e veloce. Non voglio lo scontro, l’impatto. La brutalità nel tennis non mi appartiene, non mi è mai piaciuta».

Intervista circolare, si finisce come si era cominciato: «Sono motivato, affamato. Di vivere, di giocare. Mi eccita l’idea di essere di nuovo il numero uno, di poter vincere altri Slam. So che devo fare attenzione agli infortuni, ma non sono preoccupato: non ho paura, perché altrimenti sarebbe come chiudersi in una gabbia e invece io voglio sentirmi libero. Non ho bisogno di allenarmi duramente, magari giusto qualche esercizio in più per via dell’età. Non mi interessa giocare più tennis: mi interessa un tennis di qualità. Togliere quel che non serve, tenere l’essenziale. Come nella vita».

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