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La retorica della solidità difensiva ora è del Napoli: miglior difesa e pochi tiri subiti

La maturità raggiunta dal Napoli si legge nell’equilibrio difensivo: l’identità offensiva non ha impedito a questa squadra di superare i difetti che le vengono riconosciuti da anni.

La retorica della solidità difensiva ora è del Napoli: miglior difesa e pochi tiri subiti
Photo Matteo Ciambelli

Numeri

In settimana abbiamo pubblicato un report statistico sul girone d’andata. Dati importanti, oltre quelli grezzi dei gol fatti e subiti: tiri concessi, numero di occasioni costruite, possesso palla. Il Napoli, secondo quest’analisi, è risultata essere la miglior squadra per rendimento difensivo della Serie A – per tiri concessi agli avversari. Con i due gol dell’Atalanta nel match in corso dell’Olimpico contro la Roma, la squadra di Sarri ha anche la miglior difesa assoluta del campionato: 13 gol subiti, i giallorossi erano a 12 fino a qualche minuto fa. Nel frattempo, l’attacco azzurro è alla posizione numero due per numero di conclusioni ogni 90′. Al primo posto di questa classifica particolare, sempre la Roma di Di Francesco.

Insomma, c’è in atto una rivoluzione. Se il termine vi pare eccessivo, possiamo usare “rovesciamento della situazione”. Sì, perché i numeri non mentono e vanno aggiornati al turno numero 20. Napoli-Verona si è conclusa con 2 tiri totali dell’Hellas. Uno fuori e uno in porta. Per il resto, zero (!) occasioni costruite dalla squadra di Pecchia. E altrettanti momenti di confusione difensiva, o anche solo di avvertito pericolo.

Retorica

A questi numeri “particolari”, ci aggiungiamo quello più importante. In questa edizione del campionato, il Napoli è alla decima partita senza gol subiti. Dieci su venti, una su due. Come la Juventus, che potrebbe andare a undici stasera a Cagliari ma intanto ha subito comunque due reti in più. La cosa, almeno stando a questa giornata, può solo “peggiorare” per Allegri & co.

Tutto questo per dire che ora è il Napoli ad essere la Juventus. Parliamo in maniera figurata, si capisce. Ci sono differenze importanti di identità e principi di gioco tra le due squadre, al di là dello scarto strutturale. Però, pensiamo al racconto che accompagna da due anni questo “duello” scudetto (abbiamo messo le virgolette perché il vero testa a testa c’è stato per periodi brevi): il Napoli è la squadra bella, che attacca bene e fa tanti gol, ma perde perché dietro balla. La Juve è la squadra coriacea e “speculativa”, che vince perché è solida e subisce poco e prende pochi gol.

Bene: ora come la mettiamo? O meglio: al di là dei discorsi sul mercato, sulla rosa corta e sulla pressione mentale (tutte cose vere ma non verificabili nei numeri, che quindi restano nel campo delle opinioni e delle suggestioni), come o attraverso quale narrazione il Napoli potrebbe perdere lo scudetto?

La forza della squadra, i cambiamenti necessari

Con questo, non vogliamo fare proclami e identificare il Napoli come il cavallo favorito nella corsa. La Juventus resta una squadra più completa e profonda, più esperta. Semplicemente più forte, e non c’è niente di male a riconoscerlo. È così.

Ne facciamo una pura questione di scrittura e percezione: fate attenzione, che le frasi fatte non funzionano più con questo Napoli. Questa è una squadra meritatamente in testa alla classifica, che subisce pochissimo, rischia praticamente nulla e non si distrae più, almeno in campionato. È una squadra mentalmente forte perché consapevole, è stata migliorata laddove serviva, nel rendimento difensivo, da questo punto di vista non teme confronti a livello numerico e di funzionamento del suo sistema.

Per dirla in maniera chiara: il Napoli non è più l’outsider che usurpa una posizione cui non può ambire per motivi strutturali. O meglio: non ha più i difetti che da anni gli vengono imputati, che da anni – secondo alcuni – tengono ben distanti i sogni di gloria. Qualora volesse portare a casa un altro scudetto, la Juventus deve continuare a giocare come nell’ultimo periodo, senza distrazioni e senza intoppi. Deve continuare a mantenere la porta inviolata e pure a fare gol, perché questo Napoli non concede occasioni, quindi non subisce gol. Ergo, non perde punti. Ha costruito una superiorità importante, visibile, rispetto a 18 squadre del suo campionato.

Maturità

Da anni chiedevamo al Napoli di raggiungere la maturità. Ecco, forse ci siamo arrivati davvero. Attraverso il lavoro di squadra, è stato costruito un modello di gioco che limita o annulla gli avversari – dipende dalla loro forza, ovviamente. L’abbiamo scritto prima, le frasi fatte non funzionano più: la Juventus dovrà venire a battere il Napoli sul campo dei gol fatti, ancora per un po’. Dovrà ribaltare sé stessa, quella narrativa di impenetrabilità e imbattibilità che per il momento appartiene a un’altra squadra. Lo dicono i numeri, lo dicono da agosto, da venti partite.

Ecco perché Allegri parla in un certo modo, sa che il Napoli è diventato un pericolo “vero” per la sua ennesima corsa. Ci è voluto tempo, ma il rovesciamento è in atto, è in corso. Hanno (abbiamo) sempre chiesto questo, al Napoli: di avvicinarsi alla Juventus. Ora sta avvenendo, anche se il viaggio è stato diverso.: un’identità fondamentalmente offensiva può portare comunque all’equilibrio, era questione di tempo. E di qualità, ora salita in maniera esponenziale grazie al lavoro. Fino alla Juve, fino allo scudetto? Vediamo, aspettiamo di vedere quale sarà la destinazione finale di questo percorso. Che l’inizio promette bene.

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