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Il Napoli, Insigne e Callejon con Salvini sono puro blues, avanguardia culturale

In una sola foto c’è tutto quello che dovrebbe esserci: il campo che parla, da solo; la bellezza, il lavoro, il sacrificio. Programmi politici oltre una città.

Il Napoli, Insigne e Callejon con Salvini sono puro blues, avanguardia culturale
La foto di Salvini con Insigne e Callejon, foto che aprì una polemica infinita

Programmi

Ci sono immagini che sono programmi politici per il futuro. La foto di Insigne e Calle con Salvini è una di queste. È un ritratto strepitoso nel quale, senza che si spenda una parola, si gettano le basi di una intera piattaforma programmatica. Decenni di indignazione, di frasi vuote contrapposte ad altre frasi altrettanto vuote. Di razzismi leghisti di comodo, più per difendere la villetta brianzola che queste fantomatiche radici, cui si sono contrapposte altre radici che si dichiarano più nobili – il sud depredato, i Borbone coi bidet, le vittorie calcistiche comprate.

Invece il segreto è sempre nell’affabulazione. Nelle traiettorie liftate. Nei tagli a chiudere verso il centro. Nella bellezza del gioco che – ora più che mai – uccide l’avversario. Lo educa, lo ammaestra. Dinanzi ad un jugador vertical tutto si spegne, tranne un pallone sognante che sa solo rotolare, e rotola per tutti. In Brianza e a Caltanissetta. Come i neri vinsero i loro diritti vincendo le anime dei bianchi sui carri della loro musica, costringendoli a tornare a scuola per impararne melodia, ritmo e teoria dell’improvvisazione.

Oltre la città

Il Napoli davvero stupisce. Lascia parlare solo il campo di gioco, con la leggerezza della vera arte. E continua la sua opera di avanguardia culturale che quasi fa sorridere, se si immagina che avviene nella città in cui si risponde spesso ad un ringhio con un altro ringhio, ed ultimamente allo stadio si canta una nenia quasi funerea in settima minore dal testo notevole “Segna per noi, gonfia la rete”, che rievoca il “Santa Madre, deh! Voi fate” della via crucis.

Insigne e Calle con Salvini sono puro blues. Tortuoso e sfuggente. C’è il lavoro. C’è il sacrificio, la bellezza. E c’è la vittoria.

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