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Callejon, la notte da centravanti non cancella il digiuno dal gol

In campo da titolare da 44 partite consecutive, il calo di Callejon è numerico più che prestazionale: a secco dal 29 ottobre, ma è solo questione di tempo.

Callejon, la notte da centravanti non cancella il digiuno dal gol
Callejon / foto Hermann

Il passaggio di Rog, poi Scuffet

Abbiamo celebrato questa mattina l’azione che ha portato al tiro Callejon, più che altro per esaltare la giocata fisica e tecnica insieme di Marko Rog. Spallata e poi spallata e poi spallata ad Halfredsson, meraviglioso tocco nello spazio, laddove Callejon è stato – al solito – perfetto nell’inserimento. Poi il tiro, abbastanza centrale, respinto da Scuffet. Un peccato per José, fermo con il contatore dei gol addirittura a Napoli-Sassuolo, 29 ottobre. Che poi anche allora Callejon sembrava in crisi realizzativa, la rete precedente al corner sbilenco entrato per effetto di un’uscita difettosa di Consigli risaliva al 26 settembre, Spal-Napoli 2-3. Una vita fa.

Abbiamo già parlato del periodo no di Callejon, in un pezzo precedente a Napoli-Fiorentina che trattava di lui e di Hamsik. Loro erano i due calciatori più in difficoltà della squadra di Sarri, poi è arrivata Torino-Napoli ed è ricominciata la luna di miele tra Marek, il gol e quindi il pubblico. È il bello del calcio, come se nulla fosse successo prima. Accadrà anche per José, lo sappiamo, ma intanto dobbiamo registrare un calo più che altro numerico, più che di prestazioni.

La notte da centravanti

L’occasione era ghiotta: l’Udinese rimaneggiata e una partita da Falso Nueve per ritrovare il filo del gol. Non è andata così, in realtà non è ovviamente colpa di Callejon, il primo tempo del Napoli è stato intenso dal punto di vista del gioco ma non molto produttivo in avanti. José, in ogni caso, è stato presente: il tiro di cui sopra, su assist di Rog, e poi anche l’appoggio ad Ounas per il tiro di poco fuori, anzi che ha sfiorato il palo, e che poteva portare al primo gol del giovane francoalgerino nella sua esperienza azzurra.

Due giocate potenzialmente risolutive, come al solito viene da dire: Callejon è il re assoluto dei tocchi isolati, delle giocate minimali se non basiche, un tocco risolutivo (un assist, o la conclusione) e l’azione è conclusa. Probabilmente, anche per questo il suo piccolo, umano e comprensibile calo salta agli occhi molto di più: l’apporto al gioco difensivo e l’equilibrio tattico non mancano, manca il condimento buono per chiudere il piatto, ciò che rende Callejon un calciatore inamovibile, unico e pure decisivo.

La notte da centravanti, si diceva. Un’esperienza che, almeno per un po’, deve essere cancellata dalle possibilità. Non fosse altro che per l’imminente arrivo di Inglese (dato oramai per certo) e per la presenza praticamente inamovibile di Mertens, in attesa del ritorno di Milik. Il polacco potrebbe essere riaggregato al gruppo da qui a un mese. Un modo per sgravare Callejon dall’eventualità di dover di nuovo giocare nella sua posizione originaria (lui nasce centravanti, poi diventa esterno, come raccontato anche da These Football Times).

Tour de force

Ora è tempo di ultimo tour de force, prima della sosta. Callejon gioca ininterrottamente da titolare fin da Real Madrid-Napoli, febbraio 2017. Mai una partita saltata, una continuità mostruosa. Sono esattamente 44 partite consecutive. Come dire: un calo può essere prevedibile, preventivabile, rientra nell’assoluta normalità delle cose. Sampdoria, Crotone, Atalanta, Verona: difficile pensare che José possa saltarne una, sono quattro occasioni in fila per cancellare il digiuno del gol. Ce l’ha fatta il Napoli, addirittura Hamsik ha sconfitto la maledizione del record. Questione di tempo, toccherà anche a Callejon. E a Mertens, ieri assistman come a Torino. Ecco, appunto: il belga ha risolto la sua mini-crisi con gli assist, si avverte di meno.

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