Riuscire a mantenere la porta inviolata è un requisito importante per puntare a vincere lo scudetto: dati, suggestioni e importanza del clean sheet.
Come individuare un portiere determinante
In un articolo pubblicato su Squawka, l’autore introduce la sua analisi sui migliori portieri della stagione 2015/2016, focalizzata sul numero di Clean Sheet, in maniera inconfutabile: «Non imposta quante grandi parate abbia fatto in partita, anche un singolo errore alla fine della partita può pregiudicare la sua prestazione. Contrariamente, un attaccante può fallire occasioni su occasioni ma è sufficiente anche un goal a tempo scaduto per far dimenticare tutti i precedenti errori».
Il pezzo di Herry De Cosemo è, ovviamente, molto più articolato e, in virgolettato, vi abbiamo proposto due passaggi chiave, perfettamente esplicativi. In breve, quello del portiere è un lavoraccio che, come si suol dire, qualcuno deve pur fare. E bene, anche. L’obiettivo primario è mantenere la porta inviolata o, quantomeno, riuscire a limitare al massimo “i danni”. Ne vien da sé che quando un portiere è supportato da ottimi difensori o, più in generale, da un sistema difensivo di altissimo livello, ha vita relativamente facile. A tal proposito, la semplice lettura del dato inerente i goal subiti è utile a costruire una visione d’insieme veritiera. Ci indica l’efficienza dei sistemi difensivi, la bravura dei singoli difensori e, in ultimo, le capacità specifiche del portiere. Un dato, però, è in grado di evidenziare quanto un portiere risulti determinante alla fine della stagione: i clean sheet.
Buffon, Reina e gli altri
Letteralmente, “clean sheet” vuol dire “lenzuola pulite” e nel vocabolario fùtbolista indica la porta imbattuta. È interessante notare come le squadre nelle quali giocavano i portieri elencati nell’articolo pubblicato su Squawka si siano classificate tutte entro i primi sei posti in classifica, nei loro rispettivi campionati. Più precisamente, tre portieri su sei hanno vinto il campionato, uno si è classificato secondo, uno terzo e uno sesto. Tutti e sei i portieri – i migliori in quella stagione per i clean sheet – hanno contribuito al posizionamento europeo del loro Club.
Nello specifico, osservando il solo campionato italiano, in una classifica che comprende tutte le stagioni dal 1956 ad oggi, il miglior portiere per clean sheet è, neanche a dirlo, Gianluigi Buffon. Su 628 partite giocate, ha mantenuto la porta imbattuta per il 45,5% delle volte. Spulciando tra i dati statistici, si nota anche che, nel 92% dei casi, il portiere che ottiene il maggior numero di clean sheet in una stagione poi, a maggio, si ritrova lo Scudetto cucito sul petto. Al netto della solidità ed efficienza dell’intero reparto difensivo, sono i clean sheet a fare la differenza durante tutto l’arco della stagione.
Se guardiamo alle stats del Napoli odierno, leggiamo che Reina (Sepe ha giocato una sola partita, non subendo goal) ha una percentuale di clean sheet del 41,7% (meglio di lui solo Alisson e Handanovic, solo che il Napoli ha segnato molto più della Roma e dell’Inter) e, osservando le proiezioni numeriche basate sul sistema difensivo di Mister Sarri, è indubbio che il dato tende al 45,5%, definibile “quota clean sheet scudetto”. Sarà per questo che in molti ci assumiamo la responsabilità di dire che “questo è l’anno buono”.