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Dove sono finiti Gabbiadini e Berenguer? In panchina, già da un po’

Gabbiadini è una riserva di lusso nel Southampton di Pellegrino (la punta unica è l’irlandese Long), lo spagnolo del Toro è stato panchinato da Niang.

Dove sono finiti Gabbiadini e Berenguer? In panchina, già da un po’

Un mese dopo la fine del mercato

Al netto della sfortuna dura e pura che ha privato il Napoli di Arek Milik, quindi dell’alternativa utile nel ruolo di centravanti, sapete come la pensiamo sul mercato del Napoli. È stata fatta la scelta di intervenire poco, quasi niente, di impostare una politica conservativa. Noi avremmo acquistato un terzino destro e un portiere, una campagna da 6.5 (la media tra il voto 8 per il mercato interno e il voto 5 per la mancanza di questi due acquisti) sarebbe diventata perfetta. Da qualche tempo, però, abbiamo notato la progressiva sparizione dai radar di due degli ultimi “rimpianti” di mercato del Napoli. Ricorderete sicuramente Alex Berenguer, non c’è bisogno di spiegarvi chi sia Manolo Gabbiadini. Ecco, per entrambi il posto da titolare manca da un mese e più. Ultima partita dall’inizio di Manolo Gabbiadini: Southampton-Watford 0-2, 9 settembre. Ultima partita da titolare di Berenguer: Torino-Sassuolo 3-0, 27 agosto.

Per entrambi, una bocciatura sopraggiunta improvvisamente: Mauricio Pellegrino, nuovo manager dei Saints, ha virato sulla fisicità e sul calcio puramente british di Shane Long, trentenne irlandese; Mihajlovic, invece, ha accantonato Berenguer non appena ha avuto la possibilità di schierare Niang, suo feticcio fin dai tempi del Milan. Da quattro partite a questa parte, il Torino schiera il francese ex Milan, Ljajic e Iago Falque alle spalle di Belotti. Prima alternativa ai tre: Lucas Boyé, entrato in tre occasioni. Per Berenguer, giusto uno spezzone a Udine.

Il peso del mercato

Ecco, con questo non vogliamo assolutamente screditare i due calciatori. Entrambi sarebbero stati laterali ma utili, al Napoli, soprattutto Gabbiadini ora che Milik è assente – di nuovo. Certo, Manolo dovrebbe di nuovo confrontarsi con la sua ritrosia al ruolo di prima punta pura, una difficoltà tattica che è emersa anche in Inghilterra. Diverso il discorso per Berenguer, che sarebbe arrivato al posto di Giaccherini, e come Giaccherini non avrebbe praticamente mai giocato. Consideriamo, per esempio, che l’ex Sunderland ha pure più minuti in campo rispetto ad Adam Ounas. 

Quindi, per dire: il mercato del Napoli, quello dei rimpianti per la gestione di Gabbiaddini o per i ritardi di Berenguer, avrebbe avuto un impatto molto marginale su questa squadra. E se usiamo il termine “marginale” siamo anche ottimisti. Quando il corpus dirigenziale e tecnico del club partenopeo ha deciso di (provare a) mantenere tutti i calciatori più importanti dell’organico, certe trattative sono diventate marginali. Giustamente, per noi, fino a che non si parla(va) di terzino destro o secondo portiere.

Ma in molti hanno in qualche modo manifestato disappunto per il mancato arrivo di Berenguer, appunto, o per l’assenza di un terzo attaccante. Ci viene in mente il rimpianto-Gabbiadini (che non è andato oltre un buon inizio al Southampton, l’idea che forse non possa giocare da prima punta inizia a serpeggiare nel prato dell’oggettività), ma anche Pavoletti o Zapata. Per il livornese, zero gol a Cagliari ma siamo all’inizio; meglio il colombiano, due reti segnate con la Doria, ma mai considerato però da Sarri in tre anni di gestione.

Ecco, il senso del nostro discorso riguarda il peso del mercato. Quello che avrebbe avuto per questa squadra, quello che ha avuto per certi commentatori. Fino a questo momento, ha avuto ragione il Napoli. Per i 21 punti in classifica e il girone di Champions raggiunto. Per la consistenza di chi è stato rimpianto, tipo Berenguer. O Gabbiadini.

Post scriptum

Abbiamo escluso qualsiasi riferimento al problema-lista del Napoli. Un paletto che però era abbastanza importante, ne abbiamo scritto qui.

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