Diritti tv, 371 milioni dall’estero per la Serie A: un grande incremento, ma ancora non basta
La Gazzetta racconta l'esito dell'asta per i diritti tv all'estero, ma dà in qualche modo ragione a De Laurentiis: «La cifra scolora rispetto a Premier e Liga».

Il fatto e i confronti
La Serie A festeggia l’aumento degli introiti per i diritti tv dall’estero: da 190 a 371 milioni. Non è un aumento normale, siamo nell’ordine del 90% ed è un successo importante. Però, come dire: De Laurentiis a parte, la sensazione è che si potesse ambire a qualcosa in più. Soprattutto a confronto con altre realtà.
Ma andiamo con ordine: il fatto è che IMG ha acquistato l’intero pacchetto messo in vendita dalla Lega Serie A. Per 371 milioni. Una quota cui si arriva sommando i 340 milioni del pacchetto globale ai 12 del betting, garantiti da IMG, ai 4 milioni di Rai International (che prima venivano venduti da MP&Silva), ai 7 milioni di fornitura del segnale e agli 8 per la promozione del campionato. È la prima volta che la licenza di vendita all’estero del nostro campionato di Serie A non è andata a MP&Silva ma a un’agenzia concorrente. Anche questo è un cambiamento epocale. Il vecchio broker era presente, con un’offerta che si dice più alta di quella che alla fine ha portato a casa i diritti. Eppure, la Lega ha deciso di cambiare strada.
Un dirigente di Serie A, che resta anonimo ma parla alla Gazzetta dello Sport, ha spiegato: «Abbiamo avuto l’impressione che IMG non fosse qui solo per acquistare e rivendere un diritto ma per accompagnarci nella valorizzazione
del nostro campionato».
Liga e Premier
L’incremento, come scritto sopra, è importante. Ma è la stessa Gazzetta a sottolineare come i 371 milioni di incasso «scolorino rispetto al valore dei diritti tv internazionali delle leghe concorrenti, che già sono proiettate verso nuove aste: se la Premier (1,3 miliardi) fa perno su 25 anni di consolidato format globale, la Liga (636 milioni) ha dimostrato in queste ultime stagioni di saper crescere collettivamente presentandosi in giro per il mondo con un presidente-manager come Tebas».
Dietro c’è la Bundesliga (240 milioni), «ma lo è sempre stata nello sfruttamento estero dei diritti tv». Non c’è da cantare vittoria, dunque, lo scrive anche la Gazzetta. In un certo senso e in un certo qual modo, De Laurentiis non ha sparato a caso. Leggiamo ancora: «È giusto celebrare il raddoppio ma non ci si può accontentare perché la competizione europea è sempre più agguerrita e le altre sono cresciute a velocità nettamente superiore». Da migliorare la governance del nostro calcio, e dopo il prodotto estetico del nostro campionato. Le cose verranno di conseguenza.