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Il Napoli segue il cliché della grande squadra: vince col minimo sforzo possibile

Napoli-Feyenoord, l’analisi tattica: olandesi disorganizzati, Napoli che sta imparando come si gestisce una partita. Tre gol da tre recuperi palla.

Il Napoli segue il cliché della grande squadra: vince col minimo sforzo possibile

Intensità e occasioni da gol

Secondo l’accezione comune, il Napoli ha giocato una partita sottotono contro il Feyenoord. Difficile affermare il contrario, nel senso che sì, l’aggressività o l’intensità della squadra di Sarri non è stata pari ad altre esibizioni, anche recenti. Il numero di occasioni create, quindi di conclusioni tentate verso la porta (12), è decisamente più basso rispetto a quello col Benevento (27), e sensibilmente distante anche dalle partite contro Lazio e Bologna (17), giusto per fare due esempi.

Allo stesso modo, però, dobbiamo anche segnalare come la prestazione di ieri sera rientri in quello che possiamo considerare il “cliché della grande squadra”. Prendiamo due match internazionali con una distanza di valori simili, come Barcellona-Borussia Moechengladbach 4-0 oppure Real Madrid-Sporting Lisbona 2-1 (Champions League 2016/2017). Ecco, in queste due partite la squadra di casa ha tirato verso la porta avversaria 13 e 15 volte, rispettivamente.

Quindi, come dire: la prestazione del Napoli va giudicata per quella che è: non esaltante, non può esserlo, ma semplicemente atta a raggiungere una serie di scopi-matrioska, uno dentro l’altro. Ovvero: i tre punti, il ritorno alla vittoria interna in Europa dopo tre partite di digiuno e il controllo assoluto del gioco, in modo tale da non bruciare troppe energia prima dell’ultima partita del tour de force. Obiettivi sequenziali, centrati ad uno ad uno. L’unica seccatura è stato il subito nel gol finale, un’azione nata da disattenzioni di carattere difensivo intraviste nel corso di una partita dominata (il rigore, ad esempio). Ovvero, quello su cui c’è da lavorare.

Mappa delle 12 conclusioni del Napoli durante la partita contro il Feyenoord

Analisi tattica

Il Feyenoord ha giocato una partita di stampo prettamente olandese: principi di gioco “figli” del calcio totale, ma decisamente diluiti nel tempo. Ci sono stati il possesso palla e il continuo sovrapporsi, sull’interno e sull’esterno, dei calciatori senza palla; si è visto un abbozzo di pressing alto, soprattutto sulla costruzione bassa del Napoli. Anche se la qualità nel palleggio e nella distribuzione dei difensori del Napoli ha sempre permesso alla squadra di Sarri di bypassare il tentativo di recupero palla.

Ciò che è mancato agli olandesi è stata un’organizzazione di squadra in grado di supportare questi principi, perché i reparti tendevano a compattarsi e ad allungarsi subito. In questo contesto tattico, la squadra con il predominio nel possesso (il Napoli, alla fine 55% contro 45%) si è ritrovata nelle condizioni di giocare molti palloni nella metà campo avversaria contro una difesa schierata; di conseguenza, ci sono stati molti errori negli appoggi, soprattutto in fase di rifinitura.

Il Feyenoord, invece, cercava di organizzare la sua manovra attraverso ripetuti scambi iniziali, ma l’immediata “fuga” di molti calciatori in avanti ha reso complicata la prima costruzione dei difensori centrali, che hanno commesso numerosi errori. Tra questi, tre sono costati i gol di Insigne, Mertens e Calejon. Sotto, la rappresentazione grafica e statistica di queste due dinamiche.

La mappa dei passaggi sbagliati ieri sera dalle due squadre. Entrambe attaccano dal basso verso l’alto. Si noti come il Napoli abbia sbagliato praticamente tutti gli appoggi nella metà campo degli olandesi, mentre per la squadra di Van Bronckhorst si è verificata la situazione inversa, con numerosi appoggi errati nella prima costruzione.

Il Napoli è una squadra meglio organizzata e con maggiore talento rispetto al Feyenoord. In questo modo, è possibile gestire meglio tutte le fasi di gioco, a partire dal alto recupero del pallone. Da questa dinamica sono nati i gol che hanno determinato il risultato finale.

Il momento del passaggio errato che porterà alla prima rete di Insigne. Il Napoli porta sei uomini nella metà campo olandese, nel quadrato i quattro calciatori di movimento che non offrono ai difensori uno scarico reale di passaggio. Nel cerchio giallo, il buco nero che mostra la scarsa compattezza del Feyenoord in fase di costruzione. Pochi secondi dopo, arriverà il diagonale di Insigne.

Questo è un errore misto, tecnico e tattico. Diks sbaglia il controllo, ma in realtà non ha soluzioni di passaggio facili, il Napoli è in assoluta superiorità numerica. Al massimo, avrebbe potuto scaricare sul portiere. Arriverà invece il tocco di piatto, facile facile, di Dries Mertens.

In questa occasione, Tapia porta palla da solo dopo un anticipo su Mertens, viene fermato da un pressing congiunto Jorginho-Hamsik. Prima del suo tentativo in dribbling, il centrale del Feyenoord non ha però nessuno appoggio facile se non quello all’indietro. Come si vede anche dall’immagine, i centrocampisti olandesi stanno già scappando in avanti. Ovvero, non permettono alla squadra di rimanere corta e di risalire il campo in maniera armonica e organica attraverso il possesso.

Pochi rischi

Il Napoli ha concesso al Feyenoord 7 conclusioni totali, di cui appena 2 nel primo tempo – una di queste si è concretizzata in una conclusione da fuori area. Come detto da Sarri nel postpartita, il Napoli ha sofferto in alcuni frangenti (solo due, per la verità) nella zona tra i due centrali difensivi. Da qui sono arrivati il rigore (poi fallito da Toornstra) e la rete di Amrabat. Dal punto di vista tattico, due errori di questo tipo non sono un campione attendibile sulla salute difensiva della squadra, soprattutto in una partita nata e morta con l’idea di gestire il gioco e il risultato. Anche perché, al di là della scarsa concentrazione nel finale, c’è ancora da lavorare sull’intesa tra Maksimovic e Koulibaly. Quindi, come dire, tutto nella norma.

Allo stesso modo, però, Sarri fa bene a sottolineare come la maturità della squadra che entra in campo per dominare ma anche amministrare il gioco, deve avere una tenuta difensiva migliore, lunga 90 minuti più recupero. Perché ieri è stato 3-1. Ma, nel corso del match, il punteggio avrebbe potuto essere 7-0 come 2-1 dopo il rigore. Appunto, torniamo al discorso di prima: una squadra che vuole condurre in porto una partita senza sforzarsi troppo, senza esporsi a rischi inutili dal punto di vista fisico e del gioco, deve essere praticamente invulnerabile. Perché un solo gol di vantaggio si cancella con una deviazione o una minima disattenzione.

Calciatori

Dal punto di vista puramente difensivo, efficace la prova di Maksimovic. Al serbo il record di palloni rilanciati (6) e la seconda quota di passaggi tentati, dopo Koulibaly (109 per il senegalese, 89 per il serbo). L’ex Torino, però, può migliorare ancora in fase di impostazione (85% di precisione negli appoggi, KK arriva a 89%). Forse passa proprio da qui il supplemento di formazione dopo gli assaggi non proprio incoraggianti dello scorso anno. I dati sui calciatori con il maggior numero di giocate, ovvero i centrali difensivi, spiegano ancora come e con quali meccanismi il Napoli sia riuscito ad evitare i tentativi di pressione alta del Feyenoord.

In avanti, esibizione totale di Mertens. Il gol, l’assist per Callejon e altre due occasioni create. Accanto al belga, altra grande prestazione di Allan: per il brasiliano, 4 dribbling riusciti e altrettanti palloni recuperati. In questo momento, non si può fare a meno del contributo dell’ex Udinese nelle due fasi. Ultime righe dedicate a Marek Hamsik: 2 tiri tentati e un’occasione creata. Il suo ritorno alla migliore condizione è graduale, non velocissimo, ma prosegue. È bello immaginare cosa potrà succedere quando anche lui avrà ritrovato le sue migliori misure. Nel frattempo, il Napoli sta continuando a seguire il corso della gestione delle partite. Riportando, nel frattempo, ottimi risultati.

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