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Le partite diventano facili al 90esimo. I numeri del Napoli di Sarri

La vittoria pone fine ai classici tormentoni post-sconfitta, anche se ovviamente alcuni interrogativi restano. La risposta mercoledì a Roma contro la Lazio

Le partite diventano facili al 90esimo. I numeri del Napoli di Sarri
Insigne (foto Ssc Napoli)

Do you remember Napoli-Sassuolo?

Mercoledì 25 settembre 2013. Al San Paolo arriva il Sassuolo. Il Napoli è a punteggio pieno con quattro vittorie su quattro, l’ultima delle quali in casa del Milan, campo mai espugnato nei precedenti 27 anni. Nel frattempo, appena una settimana prima, gli azzurri avevano battuto i tedeschi del Borussia Dortmund, vice-campioni d’Europa e di Germania.

Il Sassuolo è reduce da quattro sconfitte su quattro. Il suo tabellino parla di appena un gol fatto e di ben quindici subiti, di cui sette solo tre giorni prima al Mapei Stadium contro l’Inter.

Una partita già scritta, la più facile da pronosticare prima della quinta giornata di quel campionato.

Invece il Napoli, che aveva all’attivo ben 11 gol fatti contro 3 subiti, stenta. Stenta a tal punto che, appena cinque minuti dopo essere passato in vantaggio con Dzemaili, subisce il pareggio di Zaza. Il risultato non cambierà più. Sulla carta era la partita con il risultato più scontato forse nell’intera storia recente del Napoli. Forse addirittura più scontata di quella contro il Benevento, che nelle sue prime tre giornate di Serie A qualcosa di buono aveva fatto vedere.

Le partite vinte sono sempre facili. Dopo il fischio finale però, come ha giustamente scritto Massimiliano Gallo su “Il Napolista”. E le avversarie sono tutte scarse. Dopo però che hanno ceduto i 3 punti al Napoli.

L’eterno dibattito sul turn-over

La sconfitta in Ucraina aveva lasciato nei tifosi molti interrogativi, che naturalmente la vittoria sul Benevento non ha contribuito a risolvere. Almeno il 2-1 subito in casa dello Shakhtar ha di nuovo trasformato molti tifosi in allenatori in pectore.  Infatti, i social network ed il web si sono riempiti di consigli per Sarri.

Turnover, perché mercoledì in Champions e non domenica? Milik sì, Milik no, perché lasciare Mertens in panchina? Non far giocare Mertens dal primo minuto in Ucraina è stata una follia, però se poi Milik si intristisce in panchina e chiede di andare via?

Era forse dai tempi di Rafa Benitez che non si vedevano tanti potenziali sostituti dell’allenatore del Napoli. Ci vorrebbe un casting per selezionare i prossimi candidati alla panchina azzurra, panchina che in tanti danno già vuota per la prossima stagione.

Gli ex del Napoli

E meno male che (per ora) ci siamo risparmiati le stucchevoli polemiche sugli ex calciatori del Napoli che segnano e/o giocano bene.

A scanso di equivoci, ricordo che Strinic nelle due ultime stagioni con l’allenatore toscano aveva collezionato 1290 minuti in campionato su 6840 (il 18%).

E che Duvan Zapata non gioca con il Napoli dal 2014-15, torneo in cui aveva accumulato 611 minuti, e che comunque con Sarri non ha mai giocato.

E che Pavoletti (purtroppo) si è dimostrato totalmente inadatto agli schemi del Napoli attuale.

E che (dulcis in fundo) il Napoli ha già i ruoli coperti, in particolare ha già due centravanti (entrambi titolari nelle proprie nazionali), di cui uno segna abbastanza di frequente con la maglia azzurra.

Per i tifosi nostalgici ci vorrebbe una rosa di quaranta giocatori, e magari in campo dovrebbero andarci in sedici invece che in undici…

La macumba dei media

A proposito di nostalgia, ricordo che tra gli ex ha segnato anche Quagliarella. Ma, per fortuna dei tifosi del Napoli, Higuain non segna più. Forse è oscurato dal talento ingombrante di Dybala.

O forse è solo un fatto di carattere e personalità, come ha detto Allegri a Barcellona attraverso le poche ma efficaci parole che ne hanno scolpito il profilo di calciatore non proprio decisivo.

O forse è solo la macumba che colpisce alcuni giocatori juventini dopo le lodi che arrivano da Sky o dalla RAI. Dopo la splendida dichiarazione di Sconcerti, prima della finale di Cardiff, su “Cristiano Ronaldo tornante o riserva nella Juventus” (con il risultato finale che conosciamo), dopo il confronto surreale di Sky tra Messi e Dybala (anche lì il risultato è ben presente nella mente degli juventini), ancora una volta il salotto pomeridiano di Sky non ha avuto dubbi. Costacurta ha infatti dichiarato che la qualità di tutto l’attacco juventino è inferiore in Europa solo a Real Madrid e Barcellona.

Già vedo tanti tifosi bianconeri che fanno gli scongiuri…

I numeri del Napoli

Nel frattempo il Napoli resta in testa.

Per chi non lo ricordasse bene, la squadra azzurra, da quando Sarri ne è l’allenatore, è scesa sotto la terza posizione in classifica solo per 20 giornate su 80.

Per la precisione il Napoli è stato primo in classifica per 12 giornate (compresa l’ultima), è stato secondo per 24 settimane e terzo per altre 24 settimane.

E se escludiamo la disgraziata stagione 2014-15, nelle due stagioni precedenti, il Napoli, prima con Mazzarri e poi con Benitez, era stato nelle prime tre posizioni della graduatoria di Serie A per altre 73 giornate su 76. E che nelle altre 3 settimane non era comunque mai sceso sotto il quinto posto.

Numeri da capogiro, numeri che ricordano da vicino il miglior Napoli della storia, squadra che frequentò i piani alti della classifica per 5 stagioni tra fine 1985 e 1990, unico ciclo in cui la squadra azzurra è rimasta giornata dopo giornata, quasi senza interruzione, sul podio della serie A.

Adesso la Lazio

Ora agli azzurri tocca la Lazio, squadra con cui il Napoli condivide i malumori di molti tifosi per campagne acquisti da loro giudicate insufficienti. Con una differenza non proprio irrilevante. Ovvero che il Napoli ha chiuso il calciomercato 2017 con un passivo di 49,05 milioni di euro (fonte Transfermarkt.it), mentre la Lazio di Lotito ha finito con un attivo di 42,55 milioni di euro.

Cifre che qualcosa vorranno pur dire, al di là della percezione di coloro che in città pensano che il Napoli non spenda.

Come già anticipato dopo Shakhtar-Napoli, la gara dell’Olimpico è il piccolo “clasico” del Napoli. La partita che, tra campionato e Coppa Italia, è stata negli ultimi anni croce e delizia delle stagioni partenopee.

Una volta di più il Napoli dovrà dimostrare che può legittimamente restare ai piani alti. Anche se si tratterà appena della quinta giornata ed i punti disponibili dopo la trasferta dell’Olimpico saranno ancora tantissimi.

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