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Il Napoli è il calcio che ci piace, la nostalgia che sempre cerchiamo

Lazio-Napoli, la partita non guardata: rivedere il gol di Mertens almeno venti volte, ed essere felici ogni volta, anche negli anni.

Il Napoli è il calcio che ci piace, la nostalgia che sempre cerchiamo
Mertens (Ciambelli)

Anna, Emma e Iole

La partita di ieri sera l’ha vinta Anna la mia compagna. È stata la causa principale della vittoria del Napoli; intanto, quando è a Milano durante la settimana mi migliora l’umore, poi porta fortuna. Eravamo a cena, a un certo punto dico: “Il Napoli sta perdendo 1 a 0”; e lei, che da sempre è disinteressata al calcio, mi dice: “E dimmelo no, che mi concentro. Stai tranquillo che vincete. Una regione contro una città, figuriamoci”. Mi sono tranquillizzato all’istante, intanto è finito il primo tempo.

Arriviamo a casa e prendo i cani (Emma e Iole le ricorderete) e le portò fuori, il tempo di fare il giro del parchetto e il Napoli segna tre gol. Entro in casa e, mentre i cani mangiano, Jorginho segna il quarto. Gioco, partita, incontro. La mia famiglia ha battuto la Lazio.

Filippo e Andrea

Ho due cari amici laziali, entrambi in passato sono stati citati nei miei articoli, due scrittori con caratteri molto diversi tra loro. Uno è Filippo, che è uno da battuta, uno a cui piace giocare, anche rischiare. Ieri sera durante l’intervallo mi ha taggato in un post su Facebook: “Un saluto veloce a Gianni Montieri”, con tanto di emoticon sorridente. Ho aspettato che finisse la partita per rispondergli “Ricambio con grande affetto”. Aggiungendo al commento un cuore azzurro.

L’altro amico è Andrea che, per carattere, mai al mondo avrebbe scritto un commento alla fine del primo tempo; anzi, tranne rare eccezioni, le partite non le commenta. Pure Andrea è molto simpatico, però. Oggi pomeriggio ho messo un like a un suo post e mi ha risposto: “Non mettermi i like, che da ieri sera se penso a te mi viene un infortunio muscolare”. Voglio molto bene ai miei amici e loro ne vogliono a me, ma è molto meglio che abbia vinto il Napoli.

José, Dries, Annalisa e il suo papà

Veniamo alla partita, non posso evitare di soffermarmi sul secondo e sul terzo gol del Napoli (a dire il vero andrebbe commentata anche l’azione che ha portato al calcio di rigore, o quella del palo di Hamsik, ma limitiamoci ai due gol).
Il primo è un gol sarriano dall’inizio alla fine (lo ha spiegato benissimo Alfonso Fasano nell’analisi tattica). Sarriano per i movimenti di tutti, per lo schema, per la velocità di esecuzione e di pensiero dei calciatori coinvolti nell’azione. Si tratta di un gol che ti risolve la serata, ti mette di buon umore e che ti fa capire che il Napoli c’è. E con quell’inserimento e l’assist di prima intenzione ti fa capire che c’è (sta tornando) anche il capitano. Tutto molto bello.

Il secondo è il motivo principale per cui amiamo questo sport; e si badi il motivo non risiede soltanto nel gol capolavoro di Mertens, ma – soprattutto – nella sua attesa. Consumiamo intere partite, forse campionati, aspettando “che accada” (come scriveva Foster Wallace parlando del tennis in Infinity Jest), e quando quell’attesa si compie abbiamo le lacrime agli occhi, perché ciò che ci fa veramente esplodere non è il tifo, non può essere soltanto quello, ma è la perfezione del gesto, del movimento, dell’armonia, dell’occhio del calciatore che guarda la porta per meno di un istante, della parabola che, con una traiettoria né troppo veloce né troppo lenta, si conclude appoggiandosi in rete. Ho visto il gol di Mertens almeno 20 volte. Lo rivedremo per anni e ne saremo felici ogni volta.

Ho scoperto che il papà della mia amica Annalisa (sono entrambi grandi tifosi del Napoli) segna a penna su un quaderno i risultati delle partite. Ho visto la fotografia della sua mano che impugna la penna mentre scrive Lazio – Napoli 1 a 4 e mi sono commosso. Cose come questa e come il gol di Mertens ci ricordano perché ci piaccia tanto il gioco del pallone. Il pallone è una forma di malinconia, una nostalgia che rincorriamo tutte le volte e, quando la ritroviamo, siamo felici.

Note a margine

  • Non ho ancora capito che campionato sarà ma per ora mi piace
  • Mi piace moltissimo la divisa sociale con cui il Napoli ha giocato ieri sera.
  • Un saluto caro a Sky e a Giancarlo Marocchi.
  • Un collega interista stamattina mi ha detto: “Quanto vorrei avere due o tre dei vostri giocatori”. Eh, ma se poi non sapete cosa fargli fare a cosa vi servono?
  • #IoStoConSarri anche in mezzo alla settimana.
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