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Il Napoli consapevole che sa anche rinunciare al circo (non ad Hamsik)

La squadra gioca con in testa il risultato e spreca meno energie. È una novità per Sarri che resta legato ai titolarissimi (dobbiamo farcene una ragione)

Il Napoli consapevole che sa anche rinunciare al circo (non ad Hamsik)
Insigne, Mertens e Callejon a Bologna

Cinque vittorie stagionali

Cinque vittorie stagionali, storica qualificazione alla Champions League (storica perché è la seconda consecutiva), tre vittorie di fila in campionato e quindi primato in classifica a punteggio pieno. È possibile criticare questo Napoli? L’operazione è assai complessa. Il Napoli di Sarri in questo inizio di stagione sta mostrando un pragmatismo raramente rivelato nei primi due anni. Probabilmente cinque partite non sono ancora un campione rappresentativo. Di certo, però, sono un campione indicativo.

Il remake di Napoli-Atalanta

Il Napoli ha vinto a Bologna 3-0 in un modo che ha ricordato molto il successo 3-1 al San Paolo contro l’Atalanta. Primo tempo senza tiri in porta, e poi secondo tempo decisivo. Ancora una volta, tre tiri in porta e tre gol. La squadra di Gasperini era stata più a lungo in controllo del campo, ma ha prodotto di meno. Oltre al gol, quell’occasione sventata da Maggio. Il Bologna di Donadoni ha avuto il controllo della partita per una ventina di minuti, ma si è reso decisamente più pericoloso: il tiro a fil di palo di Verdi, la traversa dello stesso Verdi su punizione (con deviazione decisiva di Reina), il gol annullato a Masina (e non abbiamo capito se il tiro di Di Francesco sarebbe entrato o meno), il salvataggio di Koulibaly dopo la carambola di destro su respinta di Reina.

Non è più il che prende gol al primo tiro in porta

Il Napoli ha subito. Ed è la novità di quest’anno. Un Napoli in versione Muhammad Alì a Kinshasa, che fa sfogare gli avversari e poi li infilza alla prima occasione utile. Con un coniglio estratto dal cilindro di Zielinski, oppure di Insigne che pesca Callejon da quaranta metri e José la appoggia in rete di testa. Non è più la squadra che incassa gol al primo tiro in porta. Ne subisce più d’uno a partita (di tiri), come ieri, senza però prendere gol. Anche grazie a Reina.

Fin qui è un Napoli diverso da quello dello scorso anno, e anche da quello visto nel doppio confronto col Nizza. La spiegazione più convincente l’ha fornita Bergomi: “hanno fatto una preparazione mirata al preliminare di Champions e ora stanno accusando una flessione”. Condivisibile. Plausibile. E in questa flessione il Napoli ha vinto tre partite su tre.

L’amore per i titolarissimi

Per la seconda volta consecutiva in campionato, la formazione scelta da Sarri ha lasciato non pochi dubbi, soprattutto per le presenze di Hamsik e Jorginho e anche per l’assenza di Albiol che non ha giocato in Nazionale. Hamsik per Sarri è imprescindibile. Possiamo discuterne da adesso all’infinito, Marek in campo ci va sempre. Jorginho non ci va sempre, ma quella andata in campo ieri sera (con Albiol al posto di Chiriches) resta la formazione ideale del tecnico toscano. Così come Zielinski resta la prima sostituzione da fare.

Ciascun allenatore ha i propri pregi e difetti. Di Sarri abbiamo capito che non predilige il turn-over. Sarri ama i titolarissimi, se potesse non li cambierebbe mai. Bisogna farsene una ragione. Anche se un sospetto ci viene. Sarri, così come il resto della squadra, ha in testa il campionato, lo scudetto. È la Serie A l’obiettivo del Napoli. Se proprio deve fare turn-over, sarri potrebbe preferire farlo in Champions. Dove peraltro può schierare giocatori di tutto rispetto. Perché Zielinski, Diawara, Milik sono giocatori che in Champions ci stanno benissimo. Poi si può discutere, per i due centrocampisti, se valgano più dei titolarissimi. Ma sarebbe una discussione inutile. Bisogna prendere atto della realtà.

Il Napoli è cambiato nella testa, ha un obiettivo

La realtà dice anche che Sarri ha modificato il suo Napoli. Quantomeno nella testa. Il Napoli non è più una squadra che non sa gestire la partita. Almeno non è vero che non sa gestirla quando deve giocare in attesa. Sa far sfogare l’avversario per poi accendersi. Sta imparando a dosare le energie. Ha corso più o meno gli stessi chilometri del Bologna ma ha fatto meno chilometri di corsa e più sprintando. Ha giocato con le accelerazioni. E ha avuto anche un pizzico di fortuna. Che non guasta mai.

Il Napoli di queste prime partite sembra un Napoli che guarda lontano. E per guardare lontano devi avere molta stabilità mentale. Non è il Napoli che vince a Bologna 7-1 facendo il Barcellona. È il Napoli che vince 3-0 nell’ultima mezz’ora. Che però nell’ultima mezz’ora non subisce un tiro in porta. Com’era accaduto anche contro l’Atalanta. Come accade quando i più forti, consapevoli, giocano con i più deboli. Li lasciano sfogare e poi vincono. È un Napoli meno narciso, che gioca meno per gli applausi. Che ha meno bisogno del consenso. Proprio perché consapevole della propria forza. Che poi sa fare anche sfoggio del proprio gioco, come in occasione del primo e soprattutto del terzo gol, ma quest’anno le reti non richiedono più quel dispendio di energie come avveniva prima.

Il Napoli non fa più il circo, pur sapendolo fare

È questa novità che rende il Napoli una delle squadre favorite per lo scudetto. Allegri risponde stizzito che lui la polemica sul bel gioco non la capisce, e il Napoli vince sue partite di fila senza tirare in porta per un tempo. Il Napoli non fa più il circo. Pur sapendolo fare. Si torna a Falcao e a quel giro di campo che fece palleggiando per rispondere a chi lo accusò di essere poco brasiliano. E poi, posato il pallone in terra, disse: «Ma così non si vince». Il Napoli di Sarri non è così drastico, non vuole esserlo, ma sta curando anche un altro aspetto. E si vede. Almeno fin qui. Già mercoledì avremo un test importante: contro lo Shakhtar in Champions. Di certo il Napoli pragmatico fa molta più paura agli avversari del Napoli estetico che sul più bello sembrava smarrirsi. C’è stato un salto di qualità, ed è quello che aveva auspicato Sarri nel momento in cui ha chiesto a De Laurentiis la riconferma in blocco del gruppo.

Il Napoli non parla, ma almeno in campo si fa capire benissimo.

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