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Il ritorno di Pepe Reina

Quella parata su Verdi non è stata una vendetta, è stato uno dei tanti interventi decisivi del portiere del Napoli. Ricordiamocene quando vivrà giornate meno felici

Il ritorno di Pepe Reina
Reina (Photo Matteo Ciambelli)

Non è stata una vendetta

Il proverbio narra che la vendetta è un piatto che va consumato freddo. Quella di Pepe Reina non è stata una vendetta, non potrebbe esserlo una ottima prestazione con il Napoli. Ed è per questo che non è stata servita fredda, al massimo tiepida. Quella di Pepe Reina nello stadio di Bologna è stata senza dubbio una rivincita. Quella parata sotto la traversa, a toccare il pallone calciato da Verdi quel tanto che servisse per mandarlo a sbattere sul legno, è stata una bella soddisfazione. Nella stessa porta in cui due anni fa il portiere spagnolo si lasciò sfuggire il tiro blando di Destro che firmò il temporaneo 3-0 per il Bologna. La partita poi terminò 3-2 e il Napoli perse il primo posto in classifica.

Ieri sera quella parata ha consentito al Napoli di rimettersi in sesto, di riprendersi da quel primo quarto d’ora in cui è stato messo sotto dal Bologna. Quindici minuti in cui – leggiamo dal sito della Lega – il Bologna ha fatto più del doppio possesso palla del Napoli. Reina ha dimostrato, a Bologna, di avere quella reattività di cui qualcuno aveva cominciato a dubitare. Reattività che a volte non c’è stata, anche questo è innegabile. Soprattutto sui tiri rasoterra.

La lunga primavera, da Szczesny al Psg

La parata di ieri sera ha chiuso un’estate movimentata per il portiere spagnolo. Un periodo cominciato anche qualche mese prima, con il Napoli che ha legittimamente cercato un altro portiere. Lo aveva individuato in Szczesny ma poi il club si è dovuto arrendere all’ingaggio monstre della Juventus che paga 4,5 milioni netti l’anno per la riserva – sia pure di lusso – di Buffon. Poi c’è stata la chiusura di calciomercato, con il timido tentativo del Paris Saint Germain club che ha speso 400 milioni tra Neymar e Mbappé e ne ha offerti cinque più due per Pepe. De Laurentiis non ha nemmeno aperto la trattativa e Reina è rimasto a Napoli.

Non dimenticare Bologna

Avere in squadra un professionista con un solo anno di contratto non è una incognita. Sarri lo ha detto chiaramente quest’estate a Dimaro («Mi fido di Reina al 100%»). Se non bastasse, è lunga la lista di calciatori e allenatori che all’ultimo anno in una squadra hanno vinto. Basti pensare a Mourinho e al suo triplete con l’Inter. Poteva e per certo può ancora essere una incognita Pepe Reina, a prescindere dal contratto. Ieri sera, però, il madrileno ha dato una risposta sul campo.

Reina ne ha commessi di errori in questi anni a Napoli. Ma ha anche compiuto tanti interventi decisivi. E soprattutto è un elemento fondamentale del gioco della squadra di Sarri così come lo è stato di quella di Benitez. Non a caso venerdì sera, prima di dilagare, il Psg ha rischiato di subire il gol del 2-1 del Metz per un disimpegno difensivo di testa di Areola completamente sballato che di fatto si è rivelato un assist per il centravanti avversario che ha poi tirato alto.

Reina è un portiere difficile da sostituire e/o da rimpiazzare. Come gran parte del Napoli. Una squadra di giocatori forti (alcuni fortissimi) che possono essere sostituiti soltanto da calciatori molto molto strutturati. È un concetto che vale anche per Pepe Reina. Sarebbe servito un portiere solido, esperto, in grado di calciare con i piedi. Il Napoli ha a lungo pensato a Geronimo Rulli che attualmente è in testa alla classifica in Spagna con la Real Sociedad. Forse è il portiere del futuro. Di certo, Reina ha dimostrato di poter essere il portiere del presente. Varrà la pensa ricordarselo quando, ci auguriamo di no, vivrà giornate meno felici.

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