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Perché giocheremmo con Milik a Verona (senza polemica se dovesse giocare Mertens)

Il turn over, oltre le rotazioni “fisiche”, tocca la condizione mentale dei calciatori. A Milik servirebbe giocare per questo, ma il discorso vale per tutti

Perché giocheremmo con Milik a Verona (senza polemica se dovesse giocare Mertens)

Il turn over nella testa

Ieri abbiamo parlato del tormentone turn over in riferimento a Verona-Napoli. Una partita che capita appena dopo metà agosto, nel mezzo di un importantissimo doppio appuntamento europeo. La sintesi del nostro pezzo: “da un punto di vista fisico, il turn over oggi non è necessario, sono più importanti i cambi a partita in corso. Ci sarà tempo per organizzare una rotazione più continua, più scientifica, ma tutto deve essere vissuto senza troppa ansia. Anche perché, in ogni caso, il tecnico sbaglierà sempre qualcosa – per i tifosi”. Nello stesso pezzo, però, parlavamo anche dell’aspetto psicologico del turn over. L’abbiamo definito “una terapia psicologica”. Ebbene, oggi parliamo di questo aspetto. Che esula dal senso fisico, dal discorso di sopra, ma rientra di più nell’ambito del “dualismo” Milik-Mertens. Che poi non è solo un dualismo, ma un menage a trois con Lorenzo Insigne. Tre calciatori che possono alternarsi in due caselle della formazione titolare, stante l’imprescindibilità di José Callejon, vero e proprio pendolino tattico del Napoli.

Ecco, il discorso rimanda a quello che abbiamo fatto dopo Napoli-Nizza. La frecciata di Mertens, l’alternanza e il rapporto con Milik. Noi, per Verona-Napoli (l’abbiamo scritto già ieri) non vedremmo male l’inserimento del polacco. Per una questione di turn over nella testa, della testa, per manifestargli subito la nostra fiducia dopo la serata brevissima, eppure negativa, del San Paolo. Il nostro non è un discorso che vuole toccare la dimensione di titolare che ora appartiene – giustamente – a Mertens, né tantomeno nel dosaggio delle forze. Perché Milik si recupera solo se lo si considera una valida alternativa tattica. Non attraverso la pietas dell’inserimento coatto in campo, quanto del riconoscimento delle doti e del loro sfruttamento.

Il triangolo

Anche per questo chiamiamo in causa Insigne. Perché un’eventuale chiamata in panchina di Lorenzo – esattamente come quella di Dries – non deve, non può essere vissuta come un delitto di lesa maestà. Se oggi pure dovesse giocare Mertens, e Sarri volesse/dovesse aver bisogno di dare spazio a Milik, l’idea che possa uscire il 24 non è da scartare. Rientra nella possibilità delle cose, certo in correlazione alle necessità tattiche.

Il nostro invito, a tutti come a Sarri, è quello di considerare l’idea delle rotazioni senza tragedie, senza tensione eccessiva. La maturità e la forza di un gruppo si esprimono anche lasciando spazio ad altri nel momento del bisogno – tecnico, tattico o psicologico che sia. Lavorare di squadra, evitare gli psicodrammi in caso di sostituzione, perché Milik è un patrimonio e può essere utile tatticamente. Diversamente da Gabbiadini, che ha dimostrato più volte di non essere adatto al gioco del Napoli.

Il discorso è similare in tutte le altre zone del campo, l’attacco è sempre un discorso molto più suggestivo, ma gli stessi concetti valgono per Rog, Maksimovic, Mario Rui e Ounas. Se iniziamo da subito a pensare che un’esclusione o un cambio all’intervallo non sono una sciagura, staremo e faremo tutti meglio. Basta guardare il Real Madrid, con Kovacic, Isco, Asensio e Ceballos dietro Kroos e Modric, oppure Bale e Benzema. Ora che Cristiano Ronaldo non c’è, tra l’altro. Giusto per parlare di “veri intoccabili”.

Conclusioni

Oggi la fattispecie è Milik/Mertens, domani potrebbe essere Mertens/Insigne oppure Rog/Allan/Zielinski. Il discorso non cambia. Se oggi noi riteniamo giusto far giocare Milik, non biasimeremo comunque Sarri per la scelta di schierare Mertens. E di abbracciare le garanzie che questa soluzione comporta. Anche perché sappiamo che ora è agosto, ma poi il tempo passerà e di spazio ce ne sarà. Per tutti. Se iniziamo a vivere questa cosa senza drammi, ci portiamo un passo avanti. E a questa squadra, a questo ambiente, serve soprattutto questo. Che noi, tutti, facciamo un passo in avanti. Insieme.

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