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Il Napoli europeo di Sarri: pressing che toglie campo e idee

Nizza-Napoli, l’analisi tattica: l’intensità della squadra di Sarri, ieri sera, si è espressa in una fase di non possesso che ha annullato gli avversari.

Il Napoli europeo di Sarri: pressing che toglie campo e idee
Koulibaly e Balotelli (Photo Matteo Ciambelli)

La qualità

Che ci crediate o meno, Nizza e Napoli sono molto meno differenti di quanto si possa credere. Le due squadre predicano, pensano e praticano un calcio similare, moderno, proattivo, costruzione dal basso e ricerca delle occasioni attraverso il possesso palla. Solo che c’è una grandissima differenza: la qualità dei giocatori in campo. Il Napoli ha uno standard altissimo, tra gli undici titolari di ieri possiamo considerare Hysaj e Allan come i due calciatori con la cifra più bassa di qualità nei fondamentali.

Alla fine, più che un predominio territoriale, il Napoli ha vinto il doppio confronto contro la squadra di Favre perché è riuscita ad avere molte più occasioni e a limitare quelle degli avversari. Che, per loro genetica, non sono una squadra che difende. Ma che, al tempo stesso, è stata praticamente inoffensiva nei 180′ perché manchevole della qualità necessaria a superare il dispositivo difensivo avversario. Cosa che, invece, è riuscita benissimo al Napoli, tra il match del San Paolo e quello dell’Allianz Riviera.

I numeri

Sono le cifre a testimoniare questa serie di concetti che diventano significati: ieri sera il possesso palla è stato pari, sì proprio 50%-50%, più o meno come i palloni recuperati (54 a 48 per la squadra di Sarri). Sono dati che ci forniscono una notizia importante: pur senza esasperare la fase di costruzione del gioco, il Napoli ha gestito i periodi della partita, ha atteso il momento giusto per colpire l’avversario mentre nel frattempo ne depotenziava completamente le velleità offensive.

Le conclusioni tentate dal Nizza sono state 14 in tutto, di cui solo 5 nello specchio della porta e 3 respinte dai difensori azzurri (più il palo di Lees-Melou). Tutte, o quasi, concentrate praticamente negli ultimi venti minuti, a risultato abbondantemente delineato e acquisito. Le due uniche occasioni importanti, per l’appunto il palo e il tiro a botta sicura di Ganago, sono arrivate negli ultimissimi minuti. Nel primo tempo, un solo pallone giocato dalla squadra di Favre.

Pressing

Il ritmo alto che permette al Napoli di esprimersi al meglio è stato invece la prerogativa della fase difensiva. Più che attraverso sovrapposizioni e attacchi dello spazio, il Nizza è stato schiacciato indietro dall’atteggiamento aggressivo della squadra di Sarri in fase di non possesso. Squadra corta, difesa alta e zero concessioni alla profondità.

La partita di Koulibaly su Balotelli, una sorta di marcatura a uomo aggiornata ai concetti del gioco a zona, è il frutto del lavoro difensivo collettivo. Per accorciare sul centravanti italiano, il centrale di Sarri ha dovuto coprire distanze sempre molto brevi, non ha dovuto compiere allunghi importanti. Ovviamente, la condizione deficitaria dell’ex Inter, Milan e Liverpool è stata facilmente sopraffatta dall’intensità di Kalidou. Che, a sua volta, era perfettamente supportata da un assetto che ha letteralmente annullato tutte le possibilità offensive a disposizione di Favre. Tranne una.

Il dispositivo difensivo del Napoli, visto dall’alto. Linea difensiva all’altezza del centrocampo; sei uomini nella metà campo avversaria. L’unica soluzione per aggirare il pressing è la palla morbida verso l’sterno difensivo. Su cui il Napoli accorcia e fa densità, secondo i dettami del lato forte.

Sì, ovviamente parliamo di Saint-Maximin. Un calciatore dalle capacità superiori di corsa e conduzione della palla, in grado di superare Hysaj in velocità in tutte le occasioni in cui è riuscito a partire sulla fascia. Il Napoli, per caratteristiche genetiche connaturate ai suoi principi di gioco, è spesso costretto a giocare uno contro uno in fase difensiva – specie quando la squadra avversaria alza il baricentro e quindi i duelli esterni diventano paritetici, due o tre uomini contro due o tre uomini. A questo punto, identificare il terzino albanese come un “colpevole” è quantomeno ingeneroso, anche perché le qualità di Saint-Maximin sono davvero importanti. Ma è vero pure che le uniche occasioni potenzialmente pericolose sono arrivate dalle fughe sulla sinistra dell’ex Monaco.

Il Nizza ha provato ad attivarlo attraverso i cambi di gioco, oppure alzando molto la posizione media della squadra in campo (come dopo il gol di Callejon, nell’unico momento di grande pressione rossonera), ma l’intensità difensiva e la conseguente densità in area e nella fascia centrale di campo ha scongiurato la costruzione di palle gol reali. Almeno fino a quando gli schemi non sono saltati del tutto, lasciando spazio alla confusione di un finale senza velleità di risultati.

In attacco

Dal punto di vista offensivo, il Napoli ha ovviato all’intensità minore (giustificata anche dal risultato dell’andata) con il suo dispositivo difensivo. Questa frase potrebbe sembrare contraddittoria, e invece spiega la configurazione organica dell’impianto di gioco di Sarri. Il recupero del pallone in zona avanzata, da cui sono nati il gol di Callejon e buona parte delle occasioni più pericolose, nasce infatti dal ritmo infernale imposto in fase di non possesso. E dalle distanze brevi tra i reparti, che hanno chiuso le linee di passaggio al Nizza.

Da qui, torna ciclico il discorso sulla qualità che abbiamo fatto precedentemente. Se l’uomo che fa girare la squadra è Seri, e Seri gioca una partita mediocre, il Nizza ha grandi difficoltà ad uscire dal pressing in maniera pulita. Il Napoli multiforme di questa estate ha sfruttato proprio questa caratteristica. Il suo sistema, più organizzato e fondato su giocatori molto più bravi, è stato perfetto per gestire il gioco e occuparsi primariamente di fermare il Nizza. Tanto il gol arriva, e anche questo dipende dalla qualità maggiore. Ne sono arrivati quattro in 180′, fossero stati anche sei o sette nessuno avrebbe potuto obiettare. I rischi in difesa, nel frattempo, sono stati ridotti al minimo. È un passo in avanti importante, forse quello che questa squadra doveva compiere per diventare davvero pericolosa. Per tutti. In Italia e in Europa.

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