ilNapolista

Il Napoli ha perso la sua amichevole, l’Atletico ha vinto la sua semifinale di Champions

Un commento su Monaco: Il Napoli, a un certo punto, ha smesso di giocare, l’Atletico ha saputo sfruttare la sua mentalità speculativa (a volte violenta).

Il Napoli ha perso la sua amichevole, l’Atletico ha vinto la sua semifinale di Champions

Sensazioni dalla partita

Il Napoli ha perso, quindi ha sicuramente dei problemi da risolvere. Di carattere di concentrazione, innanzitutto, intesa come tenuta mentale lungo tutto l’arco di una partita. Nei pochi momenti in cui l’Atletico ha provato ad attaccare a pieno organico, il Napoli ha mostrato scompensi difensivi: Hamsik non ha seguito il taglio di Griezmann su cross di Filipe Luis, ancora il francese ha spaccato in due la difesa entrando su un pallone sporco di Thomas, poi la stessa dinamica (spizzata più deviazione in area) che ha portato al quasi gol di Godin e a quello vero di Vietto.

È il Napoli che conosciamo, è una squadra che ha i suoi difetti. Che a un certo punto della partita ha staccato la spina, mentre l’Atletico ha continuato a giocare con la stessa testa e la stessa intensità. Fin dal primo minuto, per Sarri e i suoi è stata un’amichevole; per Simeone no, ed è sicuramente una mancanza di approccio al gioco e di mentalità da parte del Napoli. Il fatto che poi questo si traduca in veri e propri colpi da macellaio, nel finale, fa parte di un folclore che non può essere accettato ad agosto, a questi livelli. Il fallo finale di Godin non è diverso da tanti altri fatti durante il resto della partita, non cambia la sostanza. La amplia, traccia una differenza che ognuno giudica come vuole: il Napoli gioca in un modo, l’Atletico in un altro. Quello dell’Atletico è più funzionale al semplice raggiungimento del risultato, forse, si basa su calciatori fisici e su un’interpretazione maschia, rude, del gioco. Come se fosse la semifinale di Champions, sempre.

Sciabola e fioretto

E poi c’è il Napoli, che gioca nell’unico modo possibile dati gli interpreti che ha, in tutto il campo. Che, per vincere questa e le altre partite che affronterà, deve rimanere concentrato per 90′. Quasi fatale, una fotografia, che non ci riesca contro l’Atletico Madrid. Minuti di blackout in mezzo a una partita di controllo del pallone.

Del pallone, forse non del gioco. Ma del pallone sì, e quando il Napoli è riuscito a stare dentro la partita ha mostrato che i suoi concetti fondativi possono portare a vedere belle cose. Anche quando il fioretto incontra la spada, certe idee possono funzionare: occupazione del campo, movimenti ad attaccare lo spazio, gestione della palla. Il primo Napoli, quello dei 60′ iniziali, ha saputo una buona versione di sé. Quella classica, che si è tradotta nel rigore tirato malamente da Milik e poi dal gol da cinema di Callejon.

Tra i calciatori, quelli giudicabili intendiamo, Hamsik e Milik in difficoltà nel gioco sul breve. Ovviamente, parliamo di uomini con una fisicità (Marek) e una cronologia recente (Arek) particolari, e quindi richiedono tempo e minuti di campo per raggiungere la migliore condizione. Benissimo Ghoulam e Chiriches, attento Hysaj sul furetto Ferreira-Carrasco.

Conclusioni

Il Napoli ha perso la sua amichevole, l’Atletico Madrid ha perso la sua semifinale di Champions. Le due squadre hanno approccio, forza e qualità differenti, gli spagnoli sono più forti e più cattivi e l’hanno dimostrato lungo il tempo di gioco. Il Napoli è questo, deve migliorare, ma ha mostrato a sprazzi qualità di gioco e capacità di gestire la partita attraverso questa qualità. Contro l’Atletico Madrid, oggi, non è bastato. Realismo nel giudizio, in entrambe le direzioni. Si può crescere, si deve crescere. La strada è stata tracciata, si deve migliorare in condizione e attenzione ma si è persa un’amichevole d’agosto contro una squadra che ha giocato due delle ultime finali di Champions. Per ovazioni o funerali, ripassare più avanti. Non servono, ora.

 

Post scriptum

Abbiamo deciso di parlare in maniera distaccata di Godin e dei suoi “compari” della scivolata o dell’intervento da tergo. Un giorno, qualcuno spiegherà anche a Simeone e ai suoi ragazzi che le amichevoli sono partite diverse, in cui certi atteggiamenti e certi falli, soprattutto, potrebbero essere messi nel cassetto. Che di calcio vero per giocare così, ne affronteranno tanto.

ilnapolista © riproduzione riservata