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Il calcio impari da Bolt, Ledecky, Farah: loro non tolgono la medaglia quando perdono

Ancora una volta gli sconfitti in una finale (in questo caso la Juventus) offrono un’immagine diseducativa che sarebbe impensabile negli altri sport

Il calcio e i valori dello sport

La risposta, ancor prima di porre la domanda, è molto semplice: il calcio non è più considerato uno sport. I valori che contraddistinguono lo sport sono purtroppo alieni all’universo del pallone. L’accettazione del risultato, il rispetto dell’avversario, la correttezza che dovrebbe caratterizzare la sfida. E tanti aspetti che tralasciamo. La domanda è: perché nel calcio, sempre più spesso, gli sconfitti in una finale regalano la scena diseducativa di togliersi la medaglia dal collo un metro dopo averla ricevuta? È un gesto antisportivo, profondamente spiacevole, che intacca il valore della competizione. È una scena cui assistiamo sempre più spesso, anche ieri sera dopo la finale di Supercoppa italiana tra Juventus e Lazio (perduta dalla Juventus), con Allegri – e non solo – che ha ripetuto il gesto di Cardiff.

La premiazione è un momento solenne

La premiazione è un momento solenne. È il momento in cui avviene il riconoscimento della sconfitta e quindi della superiorità dell’avversario. Togliersi la medaglia dal collo – come hanno fatto un po’ di calciatori della Juventus ieri sera come a Cardiff e come hanno fatto anche altri, ad esempio la Spagna Under 21 – è come dire: non riconosciamo il risultato. Questo è il messaggio che si trasmette. Un messaggio profondamente anti-educativo. In cuor proprio, si può essere convinti di essere i più forti ma lo sport insegna o meglio dovrebbe insegnare ad accettare il verdetto del campo.

Higuain si sbarazza della medaglia dopo aver perso la Supercoppa

I fuoriclasse degli sport olimpici

In questi giorni, chi ama lo sport ha seguito i campionati mondiali di nuoto e di atletica leggera. Gli sport olimpici più affascinanti. Due competizioni che hanno regalato decine e decine di momenti da ricordare. Ora non siamo qui a ripercorrerli. Vorremmo però soffermarci sul comportamento dei grandi, grandissimi, atleti di fronte a una sconfitta inattesa. A Usain Bolt, medaglia di bronzo nei 100 metri he lo vedevano netto favorito, non è passato nemmeno per l’anticamera della testa di sfilarsi la medaglia dal collo di fronte alle telecamere. Sarebbe stato un gesto che ne avrebbe rovinato l’immagine. Nonostante sia stato battuto da un atleta – Gatlin- squalificato due volte per doping.

Katie Ledecky sorridente sul podio dopo aver perso la finale dei 200 metri stile libero

Il comportamento di chi davvero non è abituato a perdere

Katie Ledecky grandissima campionessa di nuoto, ha perso ai Mondiali la finale dei 200 metri stile libero dopo aver vinto dodici finali consecutive. È stata battuta da Federica Pellegrini. La sconfitta della Ledecky è stata LA notizia, ancor più del successo della fuoriclasse italiana. Ovviamente anche la ventenne di Washington, dopo il comprensibile disappunto all’arrivo in vasca, ha partecipato alla premiazione con la medaglia al collo. Stesso comportamento per Mo Farah che ha perso l’ultima finale della sua vita: sui 5.000 metri, a Londra, è arrivato secondo. Lui che ha piazzato due storiche doppiette – cinquemila e diecimila metri – a Londra 2012 e Rio 2016. E Farah sul podio è apparso sorridente.

Mo Farah sul podio dopo essere arrivato secondo sui cinquemila metri a Londra 2017

Maradona

Qualcuno, nel calcio, dovrà prendersi l’ingrato compito di spiegare ai tesserati che il pallone è ancora considerato uno sport. Del resto, ricordiamo ai Mondiali del 1990 Diego Maradona piangere con la medaglia al collo dopo aver perso la finale con la Germania “grazie” a un rigore che oggi difficilmente sarebbe assegnato con il Var. Infine, visto che siamo il Napolista, qualcuno potrebbe obiettare che il Napoli nemmeno si presentò alla premiazione della Supercoppa a Pechino nel 2012 dopo l’arbitraggio di Mazzoleni. Fu una contestazione della società, discutibile, da qualcuno anche condannabile. Qui ci preme ricordare che il mondo del calcio dovrebbe dimostrare lo stesso rispetto per gli avversari che ti insegnano negli altri sport.Ancora

Le lacrime di Maradona a Italia 90

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