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Il Napoli ha fatto una scelta: aumentare il budget ingaggi. E il caso-portiere ne è la prova

Perché il Napoli non acquista top player e non ha fatto grandi colpi in questo mercato: dal caso Reina-Rulli si origina una spiegazione semplice.

Il Napoli ha fatto una scelta: aumentare il budget ingaggi. E il caso-portiere ne è la prova

Football Manager

Molti lettori del Napolista penseranno che dietro i pezzi che si basano su un parallelo con Football Manager ci sia un addicted del simulatore manageriale. È così, ovviamente. Però FM è utilizzato davvero come simulazione del mondo del calcio, perché ha e rispetta i parametri più realistici di tutti gli altri giochi in relazione alla gestione di una società di calcio. All’inizio di ogni stagione, nel gioco, viene assegnato un budget dal club al manager. Che, a differenza di un allenatore “normale”, ragiona all’inglese e si occupa non solo di allenare e schierare la squadra, ma anche di costruirla sul mercato. Questo budget è diviso in due sottocategorie: budget per gli acquisti, budget per gli stipendi. Sono direttamente collegati e proporzionali tra loro, e il giocatore può scegliere come bilanciarli. Solo che, però, se sposta i soldi nel budget stipendi perde qualcosa in quello trasferimenti. E viceversa. Ecco, il Napoli 2017/2018 ha fatto questa scelta.

Ovviamente, l’algoritmo di un gioco per pc è molto più semplicistico e banale rispetto alla realtà. Ma basta rileggere con attenzione il pezzo che abbiamo pubblicato poche ore fa sul caso-Reina per rendersene conto. Le “risorse che mancano” al Napoli per acquistare un portiere non sono quelle riferite al costo del cartellino. Ma a quelle del costo per il lavoro, vale a dire l’ingaggio. Che, ovviamente, è la voce più “pesante” nel bilancio economico di una società di calcio.

I rinnovi

La doppia operazione che ha portato ai rinnovi di Mertens e Insigne è un extra-budget del Napoli. Sembra incredibile, in realtà è proprio così. Basta rileggere le cifre: il Napoli ha alzato il compenso di Insigne da 1,2 milioni del 2014 a 4,5 milioni. Un aumento totale, per anno, di 3,2 milioni (bonus esclusi). Al lordo, circa 6 milioni di euro l’anno.

Accanto a quello di Insigne, è stato allestito e firmato anche il rinnovo di Mertens: l’ingaggio annuale del belga è passato da una quota di circa 1,75 milioni (il vecchio contratto andava da 1,5 fino a 2 milioni l’anno, le versioni erano discordanti) fino ai 4 milioni di euro, per un aumento di circa 2,25 milioni l’anno. Al lordo, possiamo arrivare a 4 milioni di euro. Con i soli Mertens e Insigne, il Napoli è arrivato a investire 10 milioni di euro creandoli dal nulla. Per il primo anno. Idem per tutti i rinnovi firmati durante la stagione: Hysaj, Callejon, Koulibaly, Hamsik.

Il rischio d’impresa

Ecco, noi non abbiamo a disposizione le cifre precise di tutte queste operazioni, ma la scelta ci pare chiara. Un Napoli che non cede calciatori, investe i suoi profitti nel costo del lavoro. Ha deciso di investire i suoi profitti nel costo del lavoro. È una scelta necessaria quando si alza l’asticella tecnica. È la scelta rivendicata da De Laurentiis in tutte le sue interviste. Il Napoli ha sempre aumentato il suo budget ingaggi, anno dopo anno. Com’era la storia di Football Manager? Ecco, in maniera grossolana e spartana abbiamo capito dove sono finiti i soldi del budget di quest’anno. Dagli acquisti agli stipendi.

E dov’è finito il tanto richiesto “rischio d’impresa” del presidente. Il rischio d’impresa – che ovviamente non consiste solamente nello “spendere più di quanto si guadagna e in maniera preventiva per provare a vincere” – del Napoli è tutto in queste operazioni di mercato interno. È già stato attuato, e non si può andare oltre una certa soglia. Per il fair play finanziario, ma anche per una questione di equilibri interni.

Gerarchie

Abbiamo parlato di Hamsik, Insigne, Mertens. Tutti calciatori che hanno meritato il loro rinnovo contrattuale. E certe cifre di stipendio, fatte dal mercato e assecondate dal Napoli. Bene. Il rischio d’impresa del Napoli, un ulteriore rischio di impresa del Napoli, potrebbe essere quello di aumentare ancora il budget di ingaggi con l’acquisto di un portiere molto forte, come poteva essere Szczesny. Che è andato alla Juventus per circa 12 milioni di euro (cifra abbordabile, per il Napoli) ma che alla Juventus guadagnerà 4 milioni l’anno per cinque stagioni. Ora, pensate se il Napoli avesse concesso a Szczesny lo stesso trattamento: a parte Mertens, Insigne ed Hamsik, cosa avrebbe dovuto dire Zielinski? E Hysaj? E Koulibaly? 

Proprio per questo il Napoli prende i Rulli, i Rog e gli Zielinski. Proprio per questo la Juventus perde i Pogba, e ora ha o ha avuto paura di perdere i Dybala e gli Alex Sandro. Perché il vero investimento da fare riguarda gli stipendi, non (più e solo) il cartellino. Il Napoli, nella sua dimensione, non può competere con i 4 milioni da elargire a un portiere di riserva. La Juventus, nella sua dimensione, non può competere con i 10 milioni offerti dallo United a Pogba. Per lo stesso motivo di equilibrismo, finanziario e tecnico.

Il Napoli ha scelto, per questa sua stagione, di restare con lo stesso organico alzando il budget ingaggi. Investendo lì, riservandosi qualcosa per investimenti sul mercato con il sapore delle occasioni. Ounas, Mario Rui, eventualmente Rulli. Investimenti (sui cartellini) che potranno essere coperti con le cessioni dei vari Zapata, Giaccherini, Pavoletti. E che non avranno ripercussioni sul monte ingaggi generale, non alzeranno ulteriormente l’asticella.

Conclusioni

Il Napoli non compra top player non perché siano poco “plusvalutabili” o “plusvalenziabili”. Non può comprarli perché quelli che ha saputo costruirsi in casa, con il lavoro sul campo (di Mazzarri, di Benitez, di Sarri) devono essere trattenuti. Può succedere fino a un certo punto (vedasi Higuain, Cavani, Lavezzi); a quel punto il ciclo ricomincia. Intanto, però, i risultati migliorano. Piano, ma organicamente. Poi c’è Hamsik, che ha deciso di restare e far salire il suo ingaggio in maniera proporzionale al valore suo e della squadra. Poi c’è Insigne, che speriamo possa aver fatto lo stesso ragionamento e la stessa scelta. Ma sono casi estremi di appartenenza e identità.

Con questo articolo, seppure in maniera grossolana, abbiamo risposto anche a tutti quelli che ci e si chiedono che fine abbiano fatto i soldi per Higuain o della Champions. Sono lì, pronti per essere utilizzati. Rulli, nel caso l’operazione dovesse andare a buon fine, non si paga da solo. Lo paga il Napoli. Che investe sui cartellini, e su certi ingaggi. Quelli alla portata. Gli altri, per il momento, non sono ancora raggiungibili. E chest’è.

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