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Le risposte di Sarri a Dimaro due volte al giorno, dopo i pasti

Analisi fredda di un Sarri lucido, sul pezzo, in grado di riconoscere la forza propria e quella del Napoli. Riascoltare le sue parole può fare solo bene.

Le risposte di Sarri a Dimaro due volte al giorno, dopo i pasti

Lucidità

Ascoltare Sarri nell’incontro con i tifosi a Dimaro ha avuto un effetto benefico su di noi. Eravamo anche noi, come Sandro Ruotolo, un filo preoccupati per questo eccesso di consapevolezza che emergeva qua e là dalle dichiarazioni dei protagonisti. Ieri sera, Maurizio Sarri è stato esemplare. Né Allan né Insigne si sono sbilanciati sullo scudetto (e francamente sarebbe lunare farlo a un mese dall’inizio del campionato). Sarri ha analizzato in maniera lucida lo scorso campionato. Ha spiegato che anche il prossimo anno si perderanno punti con le piccole, perché il calcio è questo e capita a tutti. Anche la Juventus ha perso a Marassi contro il Genoa.

Ha detto però che il nodo è non ripetere il passaggio a vuoto dello scorso ottobre, con le sconfitte contro Atalanta, Roma e Besiktas. Quel che più ha colpito è stata la calma. Sarri in genere ha sempre tradito nervosismo nelle sue uscite mediatiche. Ieri no. Ha anche fatto pace col recente passato del Napoli. Ha dato a Benitez quel che era ed è di Benitez. Segno che anche lui è diventato consapevole della propria forza. Non ha avuto cedimenti populistici, nemmeno alla domanda sulla sua permanenza a Napoli. E, diciamolo, non ha più nominato Higuain. Gli è passata. Certo ha detto che vuole più bene a Gonzalo che a Rizzoli, ma glielo perdoniamo.

Sul pezzo

Per i cinefili, è stato immediato il riferimento a L’eclisse – di Michelangelo Antonioni – quando ha parlato della sua vita da bancario impegnato in operazioni di Borsa. Non lo stiamo paragonando ad Alain Delon, però la mente è andata a quelle scene quando Sarri ha parlato di gesti strani. Sarri è parso sul pezzo. Si è augurato che il suo Napoli giocherà più di cinquanta partite in questa stagione.

Alain Delon ne “L’eclisse”

Ci è piaciuto. Molto. Poi accadrà che la tensione ci mostrerà nuovamente un Sarri sulla difensiva. Lamentoso. Sempre pronto all’alibi. Quello, ormai è noto, è il Sarri che non ci piace. Però si vede che c’è un lavoro. Perché non arrivi dalla banca alla Champions League se non lavori su di te. Abbiamo molto apprezzato anche le sue parole sul preliminare di Champions. Perché tutto questo entusiasmo rischia di ritorcersi contro alla prima difficoltà. Perché senza difficoltà, non potrai mai sapere se sei forte. Solo chi scambia lo sport per un gioco a vincere sempre, può pensare che sarà una stagione in discesa. Si può competere, non si può stabilire in anticipo di vincere. E giocare per vincere è uno sport completamente diverso. La tensione ti divora. Sarri sembra saperlo, speriamo che anche l’ambiente faccia un corso accelerato. Nel frattempo, ascoltiamo tutti Sarri due volte al giorno, dopo i pasti.

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