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Napoli, non vergognarti di dire che vinceremo lo scudetto

Goditi l’estate prima del tricolore. Siamo nati perdenti, eppure siamo sopravvissuti a qualsiasi sconfitta. Gridiamolo che vinceremo, poi ci inchineremo a qualsiasi risultato

Napoli, non vergognarti di dire che vinceremo lo scudetto
Tifosi del Napoli (foto Ciambelli)

Goditi questo preludio

Goditi questo preludio, Napoli. Goditi l’estate dell’attesa di una vittoria. Non si tratta di pretendere alcunché – ché in amore niente è dato pretendere. La passione è tutto e solo l’intrico di un gioco a perdere, un circo del quale il saggio non deve mai rammaricarsi. Tanto passerà tutto, sia esso trionfo o sconfitta. Conta solo l’adesso.

Non saremo mai i favoriti

Non siamo i favoriti, ma mai lo siamo stati e forse mai potremo esserlo. Noi siamo nati perdenti e conserviamo l’eredità di una sconfitta operata con cinismo all’ultimo istante, subita in casa dal miglior Napoli della storia mentre il più grande che si ricordi vestiva la nostra maglia e non poté mutare la volontà della dea Dike. Eppure, siamo forse morti per questo? Ha forse il Ciuccio tirato le cuoia allora? Certo che no, tanto che questo avremmo dovuto anzi festeggiare in Piazza Plebiscito – la sacralità del nostro perdere senza morirne mai.

Con dedizione totale

Goditi l’estate prima dello scudetto. Ma con dedizione totale. Senza dilettanteschi urli strozzati in gola. Abbandonati all’idea che possiamo vincere dal cuore dei nostri animi incendiari ed eterni secondi, terzi, quarti, retrocessi, falliti come pochi e come pochi tornati a batter cassa in ogni sede che conta. Sappiamo che nulla ci è dovuto ma non ci pesa. Vivi e svestiti di questo scorno dal viso, del terrore di competere nel pieno tondo e completo delle proprie possibilità, e l’orrore anche di dirsi che vinceremo lo scudetto, della vergogna di un po’ di puzza della strada. I Max del calcio credono alle illusioni e ne vivono travolti, mentre i Noodles del pallone hanno il mare e lo sanno che sono fessi e contenti senza alcuna vergogna.

Goditi l’attesa perché puoi vincere, Napoli. È l’anno del tuo scudetto. Dillo chiaro senza inciampi. E poi sia quel che può essere. E a chi farà ammutinamento dando vita alle solite litanie dei sacrifici dei tifosi, dei prezzi dei biglietti, del calcio imbastardito dal business e tutta la nota paccottiglia, tu riserva sempre il tuo raglio migliore. Noi, come sempre, faremo finta di capirci qualcosa e discuterne per uccidere la noia immaginando di servire a qualcosa, ma ci inchineremo a qualunque risultato.

Che, quest’anno, sarà lo scudetto.

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