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Napoli, attento al remake di “Non aprite quella porta” senza Reina

Le inquietanti similitudini con l’estate 2014. Se il Napoli vuole rompere con Pepe, deve prendere un portiere più forte di lui. Altrimenti sappiamo come potrebbe andare.

Napoli, attento al remake di “Non aprite quella porta” senza Reina

Doppio film

Non aprite quella porta è un classico dell’horror. Quindi, fa presto a diventare un classico del giornalismo sportivo. Nel senso: nella costruzione dei titoli riguardanti porte da calcio, estremi difensori e situazioni contingenti è una specie di must. In pochi, però, sanno che il film è stato praticamente girato due volte. La versione originale del 1974, il remake del 2003.

Ora, siccome anche noi siamo giornalisti sportivi, sottolineiamo questo inquietante parallelo. Che è un po’ banale, ma va oltre il titolo del singolo e semplice film. Con il caso Reina, con la gestione attuale del caso Reina, il Napoli rischia di fare un remake. Non aprite quella porta, prima versione azzurra, è stato girato nell’estate 2017. Reina non viene confermato, sceglie di andare al Bayern Monaco e il Napoli prosegue con Rafael. Sappiamo com’è andata a finire, in seguito. Tanto male che il ritorno di Reina si imponeva, praticamente.

Un fotogramma tratto da The Texas Chain Saw Massacretitolo originale di Non aprite quella porta

Corsi e ricorsi

Ecco, appunto: il terrore è quello del ricorso storico, di andare a ripetere un exploit negativo nella gestione della rosa. Coinciderebbe tutto: il terzo posto e il preliminare di Champions, un finale di stagione esaltante, un arrivederci/addio per beghe contrattuali (perché si parla di questo, in realtà, più che di tutta la storia delle “distrazioni”), la difficoltà nell’individuare un erede. Il Napoli 2014 fu sfortunato, perché si era mosso per tempo acquistando Rafael. Nell’ottica dell’affiancamento di un giovane, la scelta era sembrata ponderata, anche inizialmente positiva. Rafael aveva risposto bene, faceva intravedere buone qualità. Poi l’infortunio, la difficoltà quasi atavica nel ritrovare coordinazione e concentrazione dei tempi migliori. Quindi Reina fu rimpianto amaramente.

Certo, ci sono delle differenze. Quello era un Napoli non copertissimo in tutti gli slot dell’organico, e la scelta fu proprio quella di affidarsi a Rafael. Oggi, il resto della rosa è abbastanza completo e non c’è la possibilità che il Napoli possa puntare, in caso di addio di Reina, di puntare su un estremo difensore già in organico. Però, come dire: i ricordi, soprattutto quelli nefasti, influenzano la percezione del presente. E la previsione del futuro.

Reina

Tutto parte da Reina, comunque. E finirà con lui. Nel senso: il Napoli ha da risolvere questa situazione, prima di darsi una configurazione definitiva. Il problema, oggi come tre anni fa, è quello di trovare un estremo difensore che possa sostituire lo spagnolo. Che possa avvicinarsi al suo valore assoluto, mantenendo quindi alta la qualità del Napoli nel ruolo. Il profilo tattico è una faccia della stessa medaglia: un portiere che intenda il calcio come Pepe, come regista arretrato oltre che come estremo difensore, piedi e mani insieme, è complesso da individuare. E quelli forti giocano in squadre molto importanti, troppo importanti. E poi gli Szczesny del caso preferiscono fare da riserva in cambio di quattro milioni di euro.

Il Napoli è in una situazione rischiosa. Che si potrebbe risolvere con Neto, ma questo probabilmente sposterebbe gli equilibri all’indietro, pure rispetto a Reina. Non fino a Rafael, ma sicuramente non come con Szczesny. L’altra soluzione è quella della scommessa importante, Bernd Leno. Ma ci vogliono soldi, tanti soldi. Meno di quelli che servirebbero per confermare Reina, che reclama un rinnovo forse fuori mercato ma probabilmente è cosciente di avere una certa forza contrattuale dalla sua. La forza di non avere ancora un concorrente reale, la forza di rappresentare un precedente da evitare. Pure recente, tra l’altro.

Tre anni fa, il Napoli aprì quella porta. Lo fece male, finì per imprecare una stagione intera. Non può più permetterselo, è cresciuto, è una squadra adulta nonostante una rosa giovane. E una squadra adulta non commette lo stesso, nefasto errore. Oggi abbiamo scritto che il caso Reina è similare ad altre situazioni conturbanti di mercato che agitano altri club. Vero, quindi la situazione non è (ancora) grave. Ma è seria, pericolosa. E quindi va risolta. Al meglio, al più presto.

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