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Il mercato faraonico del Milan è una necessità, anche per il fair play finanziario

Gazzetta e Repubblica analizzano tappe, futuro e dubbi del Milan,che intanto sta costruendo un’ottima squadra. Un modo per aiutarsi nella trattativa Uefa.

Il mercato faraonico del Milan è una necessità, anche per il fair play finanziario

Analisi sparse

Ne abbiamo scritto noi, ieri. Ne hanno scritto, oggi, Gazzetta Repubblica. Il mercato del Milan è un rebus misterioso, un movimento che fa bene al calcio italiano ma che resta avvolto nell’ombra. Nell’ombra di una proprietà che, come segnala l’articolo di Repubblica, è «poco visibile» ma concreta. Nel senso di veloce: in due mesi, investimenti sul mercato per 86 milioni. Ed è qui che si alimenta il mistero, perché il Milan è un club in perdita e quindi potrebbe/dovrebbe essere investito dalla scure del Fair Play finanziario.

Gli appuntamenti, in questo senso, sono calendarizzati dalla Gazzetta dello Sport: «Domani il Milan a Nyon chiederà il «voluntary», sistema recente (dal 2015) che lascia ai club molta più libertà di azione del cosiddetto «settlement» (patteggiamento)». La spiegazione sul senso e sul concetto di “voluntary”: «Non prevede sanzioni finanziarie né vincoli o limitazioni della rosa e dei trasferimenti. Però, se gli obiettivi fissati non vengono poi raggiunti, le conseguenze sono peggiori. Per concedere il «voluntary», l’Uefa deve fare una valutazione del cosiddetto piano di investimenti, magari chiedere informazioni supplementari, valutare la fattibilità delle entrate (il mercato cinese può dare una mano) e quindi decidere nell’interesse del club. Nei confronti del Milan c’è un’apertura perché – questa è la filosofia – la nuova proprietà non può scontare le colpe del passato. Ma non basta».

Problemi

Ovviamente non è tutto così semplice. O, almeno nel caso del Milan, non tutto è così chiaro. Repubblica scrive che «per il governo del calcio europeo, sarebbero sovrastimati i ricavi commerciali previsti in Cina dal Milan. Si tratterebbe di cifre superiori a quelle ottenute, ad esempio, da Bayern e Barcellona. La Uefa vorrebbe capire meglio come è possibile arrivare a livelli così elevati». Come dire: qualche perplessità c’è.

La possibile evoluzione è spiegata dalla Gazzetta: «Cosa può succedere domani? Che l’Uefa conceda il “voluntary”, avvisando naturalmente il Milan delle conseguenze pericolose di un mancato rispetto. Oppure che lo neghi, rimandando la decisione alla prossima stagione: da ottobre 2017 a maggio 2018 la commissione di controllo verificherà i bilanci di tutte le squadre che partecipano alle competizioni europee, pretenderà un supplemento di informazioni e nuovi dati sul 2017 e riesaminerà la questione». In ogni caso, l’Europa League di questa stagione non può essere intaccata in alcun modo.

E, come spiegato ieri, diventerà fondamentale centrare la Champions in modo da aumentare i ricavi. E scongiurare, quindi, che il tutto si riduca a una sponsorizzazione sospetta o a ricavi commerciali “gonfiati”, come da sentore/timore Uefa. Come dire: il Milan deve spendere per incassare. Per provare a incassare. Tutto passerà dal campo, poi. In ogni caso.

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