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Diritti tv, le reazioni del giorno dopo: per la Gazzetta, la Serie A ha una qualità «deprimente»

Il day after di una giornata nerissima per il calcio italiano: la rinuncia di Mediaset, le proposte di De Siervo e lo spettro del canale della Lega.

Diritti tv, le reazioni del giorno dopo: per la Gazzetta, la Serie A ha una qualità «deprimente»

Ricostruire la giornata

Anche Il Napolista ha seguito l’intera giornata di ieri, tutta concentrata su quello che avveniva a Milano per l’asta dei diritti tv. Non è andata benissimo, ce ne siamo accorti fin dalla prima notizia del mattino. L’assenza di Mediaset dalle offerte aveva subito ridotto il campo della concorrenza, quindi degli incassi. Poi è venuta meno anche Telecom, per l’incredulità di Luigi De Siervo, ad Infront: «I campioni nazionali hanno deluso. Lascia perplessi che Telecom abbia snobbato il prodotto pay per eccellenza».

Ovviamente, il day after è ricco di commenti e valutazioni. C’è molta severità, soprattutto nell’articolo della Gazzetta dello Sport (a firma di Marco Iaria). Il concetto veicolato dalla rosea è semplice quanto pregnante: « La qualità del prodotto della Serie A è deprimente, sotto gli occhi di tutti, tifosi in primis. Ma questo deficit di competitività rispetto alle altre leghe europee si trascina da anni e non lo si è scoperto di certo ieri. Fino ad ora la bolla dei diritti tv è aumentata in maniera inarrestabile anche in Italia, con un incremento che dal 2010, cioè dal passaggio alla vendita centralizzata, a oggi è stato di quasi il 70%, fino agli attuali 1,2 miliardi annui, compresi i diritti internazionali. L’obiettivo per il 2018-21 resta quello prefissato da Infront: 1,4 miliardi tutto incluso. Ma la realtà del nostro Paese non può lasciare tranquilli».

Il capoverso successivo è legato all’assenza di Mediaset, molto pesante dal punto di vista delle offerte mancanti o più basse delle soglie. Un deficit spiegato, nella sua “importanza”, anche da questa infografica riassuntiva pubblicata proprio dalla Gazzetta.

 Risolvere i problemi

Diverse le proposte per cercare di risolvere la questione, e riportare il calcio italiano sui giusti binari (economici). Sulla Stampa, parla proprio Luigi De Siervo, in una breve intervista: «Ci aspettavamo che i broadcaster provassero a deprezzare il mercato. Fa parte della regola.  Abbiamo dovuto adeguarci alle indicazioni dell’Autorità. Il mercato, però, non ha aderito, torneremo alle idee iniziali (vendita per prodotto). Mediaset? È in via di definizione la situazione complessa di Vivendi, Telecom e Mediaset: a un certo punto arriverà a maturazione e al colosso Sky si contrapporrà quello Vivendi-Mediaset-Telecom. Quindi no, non sono preoccupato».

Un’altra domanda fa riferimento a un confronto col modello inglese, che distribuisce in maniera diversa gli introiti dei diritti tv ai club di Premier. È un pallino anche del Napolista, che ha dedicato due articoli (qui e qui) a questo argomento e sta preparando altri pezzi. «Lì c’è una maggiore equivalenza nella ripartizione. Le dico un’altra cosa: in Lega si stanno battendo per dividere al 50 e 50 come in Inghilterra (ora è 60 e 40)». In realtà, la distribuzione diversa c’entra poco con il problema vissuto ieri. Come spiegato da Marco Iaria, è un problema di vendibilità e appetibilità del prodotto. La Premier, come segnalato proprio dalla Stampa, non trasmette tutte le partite in diretta e divide in maniera più frazionata i pacchetti.

Risolvere i problemi (col canale della Lega)

L’ultimo tentativo per arginare la mancanza di competitor potrebbe essere la piattaforma di Lega. Ne scrive proprio Iaria sulla Gazzetta. Leggiamo: «La parola d’ordine è temporeggiare. Bisognerà studiare l’evoluzione del mercato domestico e aspettare qualche mese. A ogni modo, se il mercato non risponderà in maniera adeguata “il canale della Lega sarebbe l’unica ipotesi plausibile”, fa sapere De Siervo. Non mancano le incognite dal punto di vista del ritorno dell’investimento, senza dimenticare che tutto ciò presupporrebbe una vera e propria trasformazione della Lega, soggetto organizzatore del campionato, in editore dello stesso. Ma ieri il canale della Lega era sulla bocca di tutti. Funzionerebbe così: prodotto curato e confezionato dalla Lega e venduto chiavi in mano alle piattaforme interessate, come una sorta di canale in affitto».

Insomma, un ritorno alla vecchia Gioco Calcio. Un esperimento tentato (e già fallito) nel 2003. Oppure bisogna sperare nel futuro. «Il prodotto calcio italiano è più in salute di quello che ci si aspetta. E la Lega deve difenderlo». Queste le parole conclusive di De Siervo. Parole smentite dal mercato. Quindi dalla realtà delle cose. Difficile avere fiducia, in questa situazione. Aspettiamo.

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