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Cazzullo spiega agli juventini la normalità del tifo contro

Lui, tifoso bianconero, sul Corriere della sera spiega perché è assurdo sorprendersi. E ricorda quando Confalonieri tifò contro l’Inter in finale di Champions

Cazzullo spiega agli juventini la normalità del tifo contro

Un altro modo di essere juventini è possibile

Non è che ci stiamo fissando con Aldo Cazzullo, è lui che sta dando prova che un altro modo di essere juventini è possibile. E lo fa dalle colonne di quel quotidiano, il Corriere della Sera, che si è distinto per la non felice (eufemismo) affermazione di Mario Sconcerti a proposito di Cristiano Ronaldo che avrebbe fatto panchina nella Juventus. Frase ovviamente scritta in pieno orgasmo pre-finale di Champions, quando l’italica corsa sul carro del presunto vincitore ha fatto sbandare non poco, e per l’ennesima volta, il giornalismo italiano.

Dalla sua postazione nobile – la rubrica delle lettere del quotidiano di via Solferino – Cazzullo ci ricorda che si può essere juventini e ragionevoli, si può essere juventini e non soffrire della sindrome di accerchiamento, si può essere juventini e non essere rancorosi. Tanta roba, considerando l’universo bianconero contemporaneo.

Lo sfottò è il sale del calcio

E così, dopo aver sottolineato l’altro giorno l’azzardo di aver considerato la Juventus favorita rispetto al Real Madrid, Cazzullo oggi in poche righe – rispondendo a due lettere di segno opposto – spiega al popolo bianconero che lo sfottò è il sale del calcio, è sempre esistito, così come è sempre esistito il tifo contro.

Così scrive Cazzullo: “L’Italia non è l’Inghilterra, dove i tifosi tra loro si rispettano, per poi coalizzarsi contro gli stranieri. L’Italia è fatta da tante città, molte delle quali furono capitali, e restano rivali. E questa diversità è la nostra ricchezza (con tutto il rispetto, vuol mettere Firenze con Manchester? Bologna con Newcastle? Napoli con Liverpool?). Chi dice di essere viola, napoletano, milanista o interista e di aver tifato Juventus, è un appassionato di sport e dell’Italia, ma non è un vero tifoso della Fiorentina, del Milan, dell’Inter. Altrimenti avrebbe gufato, e gioito. Noi juventini possiamo rispondere che gioire delle sconfitte altrui lascia sempre un retrogusto di amarezza; ma dobbiamo accettare le prese in giro che in questi giorni impazzano su Internet (alcune sono un po’ volgari, altre oggettivamente son ben fatte)”.

Il precedente di Confalonieri

Cazzullo condisce il suo ragionamento con un ricordo personale: “Ricordo quando intervistai Fedele Confalonieri alla vigilia della finale di Champions del 2010 tra l’Inter dell’odioso Mourinho e il Bayern Monaco. Gli chiesi per chi avrebbe tifato. Fu sincero: «Senta, io andavo a vedere il Milan di Nordahl, con Silvio e suo padre: tram fino a piazzale Lotto, poi a San Siro a piedi. Ho seguito il Milan in B, ho visto la Cavese espugnare il nostro tempio. E vuole che tifi Inter? Il tifo è anche gufare». E sfottere. Cosa che Confalonieri quella volta non poté fare; visto che l’Inter il suo Triplete lo fece”.

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