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La Juventus è l’Italia che vuole vincere ad ogni costo, non si può tifare per loro

Io, romanista, ho sempre tifato per le italiane in Coppa. Ma loro no. Non si emozionerebbero mai per una bandiera come facciamo noi per Totti e voi per Maradona

La Juventus è l’Italia che vuole vincere ad ogni costo, non si può tifare per loro

L’ipocrita tormentone

L’ipocrita tormentone pre Cardiff sul “dovere di tifare per una squadra italiana…” come se il tifo calcistico, espressione di istinto, passione, affetto, condivisione potesse esser indirizzato “a comando” e l’insopportabile vittimismo post Cardiff di chi ha sempre disprezzato le altre squadre e le altre tifoserie sulla base di una sorta di ridicolo complesso di superiorità, ha ulteriormente accentuato l’antipatia popolare nei confronti della Juventus, della sua arrogante dirigenza e della sua assortita e improbabile tifoseria.

Non è che poi servisse tanto.

Da anni infatti la  loro insopportabile retorica del “vincere è l’unica cosa che conta” ha seminato in tutta Italia un sentimento ostile certamente accentuato dalla opaca storia del club, dai suoi pesanti condizionamenti sulla regolarità dei campionati oltre che dal suo strapotere economico e politico.

Il servilismo della maggior parte della stampa italiana ha fatto il resto, accentuando esponenzialmente questo sentimento diffuso che mai si è percepito così oggettivo e inequivocabile nei confronti di altre squadre italiane.

Fabio Granata

Da romanista, ho sempre tifato per le altre italiane

Nonostante la mia antica fede romanista e il mio esser siciliano ho sempre spontaneamente tifato per Inter o Milan nei contesti internazionali e ho gioito delle loro vittorie così come per il Napoli o la Fiorentina.

La Roma e il Napoli hanno giocato quest’anno il più bel calcio e sono arrivate a ridosso della Juventus nonostante fatturati di gran lunga minori e nonostante il voltafaccia di Higuain e Pjanic lanciati inutilmente nella loro retorica trombonista di “aver scelto i più forti per vincere” e tornati a casa da Cardiff anche loro giustamente ridimensionati .

Ma il campionato, da Sky alla Rai, dalla Gazzetta al Corriere, sembrava già deciso alla prima giornata e aggiudicato inesorabilmente alla Juve. Così come durante tutto il calciomercato ci sarà il tormentone delle “magnifiche sorti e progressive” dei bianconeri.

Il grande Flaiano

Viene alla mente il grande Flaiano che diceva “non contesto i vostri programmi ma le facce che li rappresentano”. Si tratta di un’immagine perfetta per la Juve da Moggi agli Agnelli, da Marotta a Nedved… arroganza, imbrogli, potere, prepotenza come un filo rosso che lega una storia compromessa fino alla ultima torbida vicenda dei rapporti con la Ndrangheta nella gestione delle Curve.

Ma paradossalmente è questa arroganza e prepotenza a diventare l’elemento di attrazione più potente per una tifoseria apolide, priva di radici, sparsa ovunque e accomunata dalla italianissima predisposizione a vincere facile, a schierarsi con i più forti o presunti tali, a immedesimarsi con una retorica della vittoria a tutti i costi che nasconde profonda insicurezza, alienazione e conformismo.

Non potranno mai capire

Da romanista credo impossibile per loro capire l’ingorgo meraviglioso di sentimenti e ricordi, lacrime e felicità, esultanza e sofferenza che ha caratterizzato la storia della mia squadra anche nel dare l’addio a Totti in una serata in cui contava più l’amore per una Bandiera di mille vittorie.

Così come fu per la grande e generosa tifoseria napoletana verso il grande Maradona.

Il calcio è uno straordinario fenomeno popolare e culturale fatto di passione e sentimenti.

Per noi conterà sempre più una Bandiera alzata al Sole che l’ossessione di vincere a tutti i costi e con qualsiasi mezzo.

Passione e furore, felicità e dolore.

Come a Napoli, come a Roma….

Lo capiranno mai alla Juventus?

*romanista ed ex parlamentare

Le ragioni del sentimento anti-Juventus che attraversa l’Italia (non solo Napoli), di Guido Ruotolo

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