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“Portiere del Napoli ed eventuale post-Reina”: maneggiare con cura

Analisi del caso-Reina inteso come fatto tecnico, relativo all’impatto di del portiere spagnolo nel gioco e nell’organico del Napoli. Un bel rebus, non c’è che dire.

“Portiere del Napoli ed eventuale post-Reina”: maneggiare con cura

Oltre le indiscrezioni

Il caso Reina è innanzitutto un caso di campo, di calcio, di gioco. Nel senso: sì, magari la battuta di De Laurentiis è stata pesante o forse no. Magari si poteva evitare una sovraesposizione pubblica, tra l’altro in una serata “di festa”. Però tutta questa (piccola) vicenda non è altro che una spia, un sintomo, di un malessere decisamente più grande e più importante. Il malessere dell’incertezza.

Il futuro di Reina a Napoli è ancora difficile da decifrare. Perché Reina, pur con i suoi alti e bassi, ha un impatto importante sul gioco del Napoli. Forse non è esagerato dire “decisivo”, oppure “determinante”. È sicuramente un impatto “fondativo”, però, perché se il Napoli difende e quindi gioca in una certa maniera è perché Reina offre determinate e chiare garanzie in alcune situazioni. Quando abbiamo scritto la nostra Guida ragionata all’acquisto del nuovo portiere del Napoli ci esprimemmo così sulla faccenda:

Pepe Reina, più che agire da portiere-e-basta, gioca come un vero e proprio libero vecchio stampo. Un ultimo baluardo di controllo e gestione dell’area, eccezionale (e fondamentale) nella lettura preventiva delle uscite, nel chiudere sul lancio lungo o comunque nella copertura della porta a distanza dalla linea.

Il contesto tecnico-tattico descritto da questa frase non è cambiato. Com’è ovvio che sia. Com’è altrettanto ovvio, procedere a una sostituzione in organico di questa portata non può che portare a uno stravolgimento. E il Napoli deve presentarsi all’appuntamento con le idee chiare. Su cosa fare di Reina, su chi e come acquistare, eventualmente, al posto di Reina. Su come impostare la exit strategy del portiere spagnolo.

Il precedente

L’ultima volta non è andata benissimo. Certo, sull’effetto nefasto del primo addio di Reina incise l’assenza di un dodicesimo affidabile. O meglio, un grossolano errore di valutazione. Tutti pensavano di avere a che fare con il primo (il vero) Rafael, invece quello post-Swansea era un portiere impaurito e depotenziato. Tanto che, a un certo punto, toccò addirittura ad Andujar. Fu una brutta esperienza, Reina era una necessità urgente. Lo divenne ancora di più con l’insediamento di Sarri, e il passaggio a un gioco più intenso e dispendioso dal punto di vista tattico per il portere.

Anche il precedente, pure se solo a livello di suggestione, finisce per incidere sulla nostra valutazione. Certo, l’eventuale (e concreta) idea di prendere Szczesny sarebbe una virtual garanzia di qualità, almeno sul rendimento da portiere propriamente detto. Insomma, rispetto a tre anni fa sarebbe un upgrade importante.

Reina leader (tecnico e politico)

Allo stesso modo, però, va però predisposto un lavoro ad ampio respiro con il portiere spagnolo. L’abbiamo detto prima: decidere cosa sarà di Reina è fondamentale per il Napoli inteso come squadra di calcio, ma anche per l’ambiente. Che, giustamente, vede nel portiere ex Liverpool un vero e proprio leader carismatico all’interno dello spogliatoio. Forse anche dire leader politico non è proprio esagerato. Anche perché nessuno, all’interno del Napoli, ha la stessa esperienza di Reina nel calcio che conta. La Spagna, la finale di Champions col Liverpool, una dimensione internazionale pienamente riconosciuta. Insomma, Reina è un patrimonio importante per il Napoli. Da qualsiasi prospettiva lo guardi.

Anche questa dimensione è importante nella decisione sul da farsi. Il Napoli non è in una situazione facile: punta a crescere, quindi deve necessariamente acquistare un portiere che possa rivestire un ruolo importante. Per oggi, per domani. Szczesny sarebbe il profilo ideale, a patto però di stabilire prima le regole del gioco. Della convivenza. Chi è il primo nelle gerarchie? Quando, e in quale occasione, il dodicesimo sarà utilizzato? Il Napoli è pronto a rinunciare a Reina fin da subito, e quindi può provare a convincere l’ex Liverpool ad una stagione da comprimario dietro il polacco? O l’attuale portiere della Roma arriverebbe a Napoli con la patente di dodicesimo dopo una vita passata a sperare di essere il titolare dell’Arsenal (e due stagioni da inamovibile in giallorosso)?

Tante domande, da qui l’incertezza. Per noi napolisti, l’ideale sarebbe una convivenza regolata. Con Reina uomo di raccordo tra il passato, che è stato suo, e un presente/futuro di cui potrebbe far parte come uomo-simbolo. Prima collante nello spogliatoio e poi parte attiva del progetto societario. Al netto delle cene un po’ turbolente, sarebbe la soluzione perfetta per permettere al Napoli di crescere e ai tifosi di non (dover) salutare uno degli idoli moderni più apprezzati. Uno che voleva tornare, è tornato ed è un portiere di livello internazionale. Che fa qualche papera, qualche uscita a vuoto. Ma, del resto, chi non ne fa?

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