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Guida ragionata per l’acquisto del nuovo portiere del Napoli

Si potrebbe già iniziare a pensare il dopo-Reina. Quale potrebbe essere il profilo giusto? Sportiello, Perin e simili? Oppure uno straniero che gioca bene palla al piede (Baumann)?

Guida ragionata per l’acquisto del nuovo portiere del Napoli

Ieri Pietro Cuccaro ha scritto della necessità del Napoli di acquistare un portiere. Della possibilità di prendere un vice-Reina che abbia la prospettiva di diventare titolare nel giro di una-due stagioni. Un estremo difensore che, in qualche modo, possa avviare il processo di successione dell’ex Liverpool. Creiamo non ci siano dubbi al riguardo, è un ruolo che non si addice (per Sarri, ma anche per qualità assoluta) né a Rafael e tantomeno a Sepe. Quindi, a questo punto, ci è sorta spontanea la domanda: chi potrebbe essere questo portiere? Quali sono le opportunità di mercato, le possibilità per il Napoli in questo senso?

Caratteristiche specifiche

Iniziamo col chiarire, al solito, un tratto o più tratti fondamentali. Com’è e cos’è il portiere secondo il Napoli di Sarri. Per spiegarlo, ci facciamo aiutare da un estratto della biografia di Johan Cruyff, pubblicata qualche mese fa.

Quando tornai da allenatore all’Ajax, decisi di riproporre il calcio totale a partire dai suoi principi chiave. Fu così che Stanley Menzo divenne un portiere molto abile con i piedi, chiamato a partecipare al gioco anche parecchio lontano dalla porta. […]A quei tempi, tutte le squadre del campionato olandese giocavano con due punte, quindi bastavano tre difensori. Così eliminai un terzino e schierai un uomo in più a centrocampo. Avendo in Menzo un portiere che in fase di possesso giocava dai sedici metri in su, il resto della squadra era costretta a giocare con un baricentro davvero alto.

Il Napoli di Sarri, trent’anni prima (con qualche differenza). Pepe Reina, più che agire da portiere-e-basta, gioca come un vero e proprio libero vecchio stampo. Un ultimo baluardo di controllo e gestione dell’area, eccezionale (e fondamentale) nella lettura preventiva delle uscite, nel chiudere sul lancio lungo o comunque nella copertura della porta a distanza dalla linea.

Neuer

Come Neuer, come dice anche Cruyff nella sua autobiografia nel passo successivo. «Oggi, Bayern Monaco e Barcellona mantengono lo stile che ho introdotto con Menzo e ne sono molto orgoglioso». Come lo stesso Manchester City, che ha letteralmente regalato Hart al Torino per mettere in porta Claudio Bravo. Uno che, come Reina, è bravo con i piedi e “legge” il gioco da libero. Non è un caso che, nel Bayern di Guardiola, proprio Reina avesse fatto il secondo del portierone tedesco (per un anno).

Quindi, serve un portiere così. Che sappia dare un’interpretazione particolare, moderna, del ruolo. In Italia, i profili disponibili (quindi realisticamente acquistabili) non rispettano appieno questa caratteristica. Certo, parliamo di estremi difensori che giocano in squadre non dominanti, ma la differenza con Reina si legge tutta nella percentuale riferita alla qualità della distribuzione. Il portiere spagnolo raggiunge quota 81%, meglio di Buffon e Szczęsny. Perin, ad esempio – un giocatore avvicinabile al Napoli – non arriva al 63%. Sportiello mette insieme un rapporto appena più alto (67%). Lo stesso Consigli, portiere di una squadra che gioca un calcio proattivo come il Sassuolo, è su questi livelli (64%). 

All’estero

Quindi, come dire: il Napoli non ha proprio l’imbarazzo della scelta, almeno nel nostro campionato. A meno, scegliendo di acquistare uno dei portieri di cui abbiamo parlato, di intraprendere un percorso di modifica tattica personalizzata, mirato al miglioramento delle giocate di distribuzione. Un’operazione complessa, complicata, che in qualche modo spiega l’importanza di Reina nell’economia tecnica e tattica del sistema-Sarri.

Andando a esaminare altri campionati, il nome più caldo è quello di Oliver Baumann. Il portiere dell’Hoffenheim, oltre a raggiungere una quota altissima di precisione distributiva (78%) è anche l’estremo difensore dell’unico club d’Europa imbattuto (oltre il Real Madrid). 26 anni, tedesco di Breisach am Rhein, cittadina al confine sud-orientale con la Francia, è cresciuto nel Friburgo e poi si è unito alla squadra del Baden. Quindici partite giocate, 16 gol subiti e 41 parate decisive. Non male.

Ecco, quello di Baumann potrebbe essere un profilo avvicinabile al Napoli. Per bravura, caratteristiche tecniche, per fattibilità del trasferimento. E per vicinanza nelle mentalità di gioco: in Bundesliga, gran parte delle squadre applicano i principi del gioco alto. L’adattamento, paradossalmente, sarebbe più semplice per un giocatore del genere che per un estremo difensore del nostro campionato.

Un altro nome potrebber arrivare dalla Spagna: Rulli della Real Sociedad, ad esempio, ma qui la percentuale di distribuzione è già più bassa (72%), così come gli interventi decisivi (39). Meno proposte arrivano dal campionato inglese, in cui si pratica un gioco meno orientato alla costruzione bassa (se non in alcune oasi protette, vedasi appunto il Man City). Fabianski, ex Arsenal e oggi allo Swansea, ha il 67% di qualità distributiva e ha messo insieme 44 interventi decisivi in 17 partite. Una buona media, se non fosse che lo Swansea è penultimo in classifica con 37 gol subiti.

Conclusioni

Come abbiamo visto, non sarà facile trovare un portiere che possa sostituire Reina. Rivolgersi all’Italia, considerando già fuori target Donnarumma e Skorupski (anche lui, comunque, non supera il 66% di qualità nella distribuzione), vorrebbe dire mettere le mani in un mercato che produce profili appetibili ma non perfettamente aderenti al gioco del Napoli. Inoltre, anche a livello economico converrebbe pescare all’estero: Baumann è stato pagato 5,5 milioni nell’estate del 2014. Per una cifra leggermente più alta, potrebbe essere ceduto. Un eventuale arrivo di Perin o Sportiello al Napoli non potrebbe concretizzarsi per una somma inferiore. 

Un’altra idea potrebbe essere quella del mercato brasiliano o comunque sudamericano o “esotico”. Un’operazione che può funzionare (vedi Keylor Navas al Madrid, anche se il costaricano fu acquistato dal Levante). Un’operazione che può finire male (Rafael, Allisson). Solo dopo tutto questo entrnoa nella discussione anche il fattore carisma e l’esperienza internazionale. Due requisiti fondamentali, soprattutto in vista della “perdita di peso” che comporterebbe l’addio a Reina. Pietro Cuccaro, da cui siamo partiti, ha ragione a chiedere un erede che possa iniziare a farsi sentire, a farsi vedere. Ma la ricerca è appena cominciata, e non è facile. Per quello che è il Napoli, per quello che è Reina.

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