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Sarri mostra un Napoli con variazioni sul tema: ottima difesa e meno possesso palla

Inter-Napoli, l’analisi tattica: perché Diawara e Zielinski, il dispositivo difensivo che funziona e la capacità di bloccare un’Inter monocorde.

Sarri mostra un Napoli con variazioni sul tema: ottima difesa e meno possesso palla

Difendersi bene

L’analisi tattica di Inter-Napoli parte da una grafica: la heatmap della formazione nerazzurra. Vale a dire la mappa di calore che identifica i punti del campo in cui si è maggiormente concentrato il gioco di una squadra – in questo caso quella di Pioli.

L’area di rigore del Napoli è stata raggiunta in maniera assolutamente episodica dall’Inter. Icardi ha toccato un solo pallone entro i 16 metri dalla porta di Reina. Delle 14 conclusioni concesse all’Inter, solo 5 sono partite dall’interno dell’area di rigore del Napoli; 3 di queste sono arrivate tra il 60esimo e il 70esimo, il periodo di gioco di massima spinta degli uomini di Pioli, con due punte pure assistite da due esterno offensivi. L’unico momento di “sofferenza” del Napoli, che non riusciva più ad accorciare bene i reparti e finiva per pagare lo scompenso nel gioco uno contro uno contro l’attacco nerazzurro. L’ingresso di Rog e Allan ha ricompattato la squadra, riducendo al minimo i rischi.

L’occasione concessa a Perisic al 70esimo minuto. L’Inter lavora il pallone sulla fascia destra, riesce a superare il pressing di Ghoulam. La distanza tra difesa e centrocampo (cerchi arancioni) non permette alla difesa di salire, e affretta la fuga all’indietro. Hamsik è in ritardo, costringe Ghoulam ad uscire in pressing e crea lo scompenso. A quel punto, l’Inter si trova in superiorità numerica (sotto).

Il cross dalla destra di Candreva trova tutti e tre i compagni d’attacco che puntano verso l’area. Hysaj qui forse stringe troppo al centro, ma è il classico movimento del terzino destro per aiutare i centrali in un duello in parità numerica. Perisic calcia al volo, ma troppo centralmente e debolmente per mettere in difficoltà Reina. A questo punto del match, Rog è già in campo.

Stessa identica situazione, ma distanze garantite dalla copertura di Allan dal suo lato (il brasiliano è subentrato ad Hamsik, non a caso). C’è sempre lo spazio di mezzo vuoto, ma la disposizione a triangolo dei tre centrocampisti sul lato forte fa in modo che non ci siano e non ci possano essere inserimenti in quella zona. Hysaj tiene l’esterno alto, la difesa può mantenere una posizione abbastanza avanzata sul terreno di gioco.

L’ultimo frame mostra il funzionamento del dispositivo difensivo del Napoli nei momenti del match (quasi tutti i 90′) in cui la condizione fisica ha sorretto un certo tipo di approccio. I cambi hanno permesso al Napoli di mantenere i collegamenti tra i reparti, depotenziando completamente il sistema offensivo di Pioli. Che, per la verità, non è molto vario: 34 cross tentati; 7 dei 12 passaggi chiave arrivati dagli esterni; solo il 25% delle manovre sviluppate nella zona centrale del campo. Il Napoli si è difeso benissimo, ma anche trovato contro una squadra monocorde, assolutamente incapace di innescare i propri uomini offensivi con giocate diverse dalla sovrapposizione sulla fascia o dal gioco a due con Joao Mario. Il portoghese sarebbe nominalmente trequartista del 4-2-3-1. In realtà è stato fantasma a tutto campo (30 palloni toccati in 60′ di gioco).

Attaccare con varietà

Dopo una perfetta organizzazione difensiva, il Napoli ha messo in mostra il meglio del suo repertorio offensivo. Che, quest’anno, si caratterizza per la sua capacità di puntare la porta in molti modi diversi. Il 44% delle conclusioni sono arrivate dalla sinistra, eppure la rete è giunta con l’esterno destro; la presenza di Zielinski ha permesso al Napoli di avere un calciatore di gran movimento e di buona ispirazione offensiva anche sul centrodestra, e infatti il polacco è stato il migliore nel primo tempo per occasioni create (2). Sotto, la mappa posizionale dei key pass: in azzurro il Napoli, che attacca da destra a sinistra; in arancione l’Inter, che ovviamente attacca nel senso opposto.

Smitizzare il possesso

I più attenti di voi avranno notato un numero, quello scritto in alto nella heatmap che vi abbiamo proposto in testa al pezzo. Quello dei palloni giocati. Non c’è la solita, abissale differenza. Sarri ha spiegato questa dinamica nel postpartita, rispondendo a una domanda sulla scelta degli uomini di centrocampo. Rispetto ad altre squadre, l’Inter ha una maggiore qualità assoluta. Quindi non ti garantisce la classica partita di assoluto dominio del pallone. In match come questi, Diawara ha un’utilità maggiore rispetto a Jorginho: un impatto fisico diverso, una copertura preventiva più attenta perché più immediata, una gestione diversa dei tempi di gioco. Non è un caso che il guineano, ieri sera, sia stato solo il quinto calciatore azzurro per numero di palloni toccati (69). Il migliore, da questo punto di vista, è stato Insigne (99).

Ci riallacciamo al discorso precedente. Il Napoli è riuscito, soprattutto nell’ultima fase di questa stagione, a crearsi diverse alternative di gioco in tante zone del campo. Il possesso resta un’arma fondamentale, ma viene adoperato soprattutto per la gestione del ritmo in partite contro squadre meno dotate dal punto di vista tecnico e atletico. Ieri sera, la percentuale è stata “umana”: 55% Napoli, 45% Inter. Non una scelta, ma una contingenza. Che però è stata studiata perfettamente da Sarri nella preparazione del piano partita.

Calciatori

Insigne è diventato il vero e proprio regista offensivo del Napoli. La qualità del suo lavoro per la squadra è mostruosa. Dalla partita di ieri sera, però, va isolata la prestazione di Dries Mertens. Al di là dei tentativi di finalizzazione falliti, abbiamo visto nel set dei movimenti del belga il motivo del suo successo nel ruolo di “centravanti del Napoli”. Per tutta la durata della partita, l’ex Psv ha risucchiato fuori posizione i centrali difensivi, costringendoli spesso a salire fino a centrocampo. In questo modo, ha agevolato gli inserimenti dei compagni e creato i presupposti per puntare molte volte la porta in velocità,

Sotto, la sua heatmap personale. Non ha l’aspetto di una mappa posizionale riferita a una punta centrale, ma rappresenta quello che serve al Napoli. Lo leggi anche nel numero dei palloni giocati, 37. Il doppio di quelli di Icardi, con tanto di sostituzione a 10 minuti dalla fine.

L’ultimo calciatore di cui vogliamo parlare è Marko Rog. Un ingresso in campo molto positivo, il suo: 4 dribbling in 28 minuti di gioco, la stessa media di Insigne (12 in 90′); 2 conclusioni verso la porta, un tackle tentato, il 90% di pass accuracy. Insomma, numeri che descrivono appieno un apporto decisivo alla squadra, in un momento delicato della partita. Quello che serviva, anche tatticamente, come abbiamo visto sopra. Quello che serve, per tracciare le distanze qualitative tra due organici e un’organizzazione tattica che oggi sono distanti 18 punti. Nel senso pieno del termine, al di là dei numeri della classifica. Si è visto ieri sera.

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