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Elogio al centrocampo del Napoli, vario e di qualità

Sei centrocampisti, cinque utilizzati ieri sera: il Napoli può scegliere che vestito di gioco indossare in base agli uomini della sua linea mediana.

Elogio al centrocampo del Napoli, vario e di qualità

Sarri preannuncia le cose

In realtà ci aveva avvertito, Sarri. L’altro ieri, in conferenza stampa, presentando Inter-Napoli. «Il centrocampo è il reparto in cui siamo meno a rischio cazzata», che è il suo modo di dire che ha sei calciatori per tre ruoli, cinque di pari livello più «un fuoriclasse», Hamsik – in realtà ha anche detto la frase dei sei centrocampisti. Ieri sera ne ha usati cinque. Rog e Allan sono subentrati al posto di Zielinski e Hamsik. E poi Diawara, la scelta iniziale. Di cui abbiamo spiegato le motivazioni nella nostra analisi tattica del giorno.

Se tre settimane fa, dopo la vittoria sulla Lazio, scrivemmo che la mediana titolare del 2016 esprimeva la forza di questo Napoli, l’oculatezza del suo mercato, dopo il match di San Siro riscopriamo la varietà del centrocampo a disposizione di Sarri. Che è varietà di calciatori, intesi come caratteristiche e alternative tattiche che ne discendono. Non è una variabilità di qualità, anzi. Nel senso: sempre al netto di Hamsik, una rotazione tra Jorginho, Allan, Zielinski, Diawara e Rog non pregiudica l’efficacia della manovra. Ne cambia i connotati. Per fare un esempio: un polistrumentista può fare tre concerti in una settimana, suonando ogni sera uno strumento diverso. Alla fine prende sempre gli applausi. Poi c’è Eric Clapton, che è un grande chitarrista. Un fuoriclasse. In questo caso, Clapton è Hamsik.

Zielinski show

Piotr Zielinski è stato decisivo anche senza esserlo. La sua sola presenza in campo, il suo dinamismo nella doppia fase, ha costretto l’Inter (in particolare la zona del centrosinistra difensivo) a un lavoro impressionante di lettura e copertura preventive degli spazi. Perché Zielinski ha corso, si è inserito, ha offerto un’alternativa sulla destra con sovrapposizioni interne ed esterne. Non è stato facile da bloccare per la difesa dell’Inter proprio perché ha saputo essere imprevedibile nelle sue giocate, nei suoi movimenti. Quello che serviva ieri sera, che era stato pensato per “infastidire” Kondogbia ed ha finito per essere ancora più utile contro Brozovic.

La possibilità di scegliere

Abbiamo scelto di isolare la prestazione del polacco perché di Diawara, come detto, abbiamo già detto nella nostra analisi tattica. E perché rappresentava e descriveva una caratteristica fondamentale di questo Napoli. Del Napoli costruito nell’estate 2016. La possibilità di scegliere, a centrocampo, chi schierare in base a quello che serve. In realtà, il primo parametro da considerare è quello della condizione fisica. Sarri l’ha spiegato chiaramente, sempre ieri in conferenza stampa. Se nelle ultime partite avevano trovato spazio soprattutto Allan e Jorginho, era soprattutto perché stavano meglio delle loro “riserve”. Ovviamente c’è anche una componente di fiducia e un’altra di gerarchia, ma il concetto era parso chiaro. E condivisibile.

Torniamo alla possibilità di scegliere: Piotr Zielinski schierato ieri spiega come il Napoli possa cambiare con un calciatore al posto di un altro. Come possa decidere di cambiare se stesso, se non del tutto almeno offrendo alternative diverse alla manovra. Stessa cosa di Diawara, per Diawara. Il guineano ieri sera non ha giocato la miglior partita da quando è a Napoli, ma è stato funzionale a quello che Sarri voleva. È il senso del turnover, quello non obbligato da stanchezza da impegni o da emergenze sanitarie.

Sconcerti

Mario Sconcerti ha scritto oggi sul Corriere della Sera che il Napoli ha bisogno di due «centrocampisti finali». In molti si sono interrogati su cosa volesse intendere con quell’aggettivo. Noi gli abbiamo dato l’interpretazione di “assoluti”, ovvero fuoriclasse. Come Hamsik-Clapton. Proprio a centrocampo, questa disamina ci pare eccessiva. Non tanto perché ingenerosa (la qualità del centrocampo della Roma, inteso quello titolare Strootman-De Rossi-Nainggolan, è evidentemente più alta), ma perché privo di pazienza. Domani, questi stessi calciatori ribalteranno i rapporti di forza che oggi regolano il nostro campionato. Nel senso: la qualità odierna è ottima, quella potenziale è sconfinata. 

Insomma: non è lì il problema vero del Napoli. Anzi, ben venga una difesa con la stessa varietà e con la stessa abilità diffusa del centrocampo. È proprio quello il problema del Napoli, reparti non completamente all’altezza di quello di mezzo. Ma questo è un discorso su come migliorare ancora questa squadra. Lo faremo oggi. Intanto, ci godiamo sei calciatori, e un rischio basso di fare cazzate.

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