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Lettera aperta del Vesuvio ai tifosi delle altre squadre

Il Vesuvio scrive ai tifosi che in ogni stadio d’Italia inneggiano a una sua eruzione

Lettera aperta del Vesuvio ai tifosi delle altre squadre

Vi sembra bello?

Eccomi qua, è arrivato il momento di chiarire una volta e per tutte una faccenda scabrosa assai. Sono anni ormai che vengo chiamato in causa da tutti gli stadi italiani, senza capire il perché. Vi sembra bello? Mentre sto facendo altro, magari cucinando un piatto, o mi trovo sotto la doccia “Vesuvio, Vesuvio”e mi tocca uscire tutto bagnato, per vedere chi sono Sti quatte sicemi ca me chiammano. Un poco di rispetto, io poi tengo sempre un’età e capirete non sono proprio magro, per cui muovermi mi risulta complicato.

Se potessi, sceglierei io il momento

Torniamo alle invocazioni. Mi dispiace ma non posso decidere io quando liberarmi eppure credetemi c’ho un peso sulla bocca dello stomaco che voi nemmeno immaginate. Se potessi, sceglierei io il momento, il giorno e la condizione giusta per buttare fuori tutto quello che ho dentro da secoli, dapprima che quattro buffoni da tastiera, da stadio, da comizio riportassero in auge la mia potenza. Quante dinastie di invasori ho dovuto sopportare sotto i miei occhi e a quanti avrei voluto incenerirli senza appello, senza pietà. Credete che se fosse dipeso da me, non avrei sucutato regni abusivi, spedizioni fittizie, e mi sarei tenuto per sempre Federico II di Svevia o Carlo III di Borbone? Eh no! purtroppo cari miei fans, non dipende da me.

Ignoranza dovuta al background scolastico

Un’altra cosa, tengo a precisare, tanti di voi che incitano al mio nome, sono parecchio ignoranti. Un’ignoranza dovuta forse al background scolastico, o al mononeuronismo: vale a dire un unico neurone per compiere tutte le attività cerebrali, e chiaramente andate in affanno. Cantare lavali, lavali col fuoco ogni santa partita non fa di voi uomini intelligenti, soprattutto quando a cantarlo sono personcine campane in trasferta, perché si auto-augurano una disgrazia. Pensate un po’ “man ‘a chi sta stu Paese”.

Vi conviene?

Inoltre, secondo il piano di evacuazione stabilito dagli umani esperti, se io dovessi risvegliarmi, i miei concittadini verrebbero ospitati in altre città italiane. E vi conviene? Poi cosa gli dite quando li incontrate al supermercato? Carrello pensaci tu? Si perde ‘o sfizio! Biglietti di inviti addirittura mi sono giunti dalla vicina Roma e qui mi sono messo a ridere. Credetemi non ridevo cosi da quando qualcuno disse che Dybala era più forte di Messi o Gagliardini di Hamsik. Roma purtroppo già ha assaporato la mia incontrollabile violenza, e se dovesse riaffiorare sarebbe disastroso pure per loro, visto che siamo ad uno sputo di lava. Per cui la tenerezza che provo quando appuro certe richieste, mi fa sentire come un nonno davanti ad un nipotino che non sa allacciarsi le scarpe, figurarsi ragionare.

Storiella finale

Vi voglio raccontare una breve storia, una di quelle che nessuno conosce ma che custodisco in fondo alla mia tanto citata lava. Qualche secolo fa, ora non so con precisione quale, vennero da me due palombelle e volavano in cerchio introno al cratere. Io le scrutai perbene, e le invitai ad entrare, ma loro saggiamente non lo fecero. Si sarebbero arrostite in un battito d’ali. Insomma queste due ospiti, portarono un messaggio stretto nel loro becco, Girando, volteggiando, e scherzando, in attesa che m’accorgessi di loro, fecero cadere una piuma ed io allergico, starnutii tanto forte che le povere creature sobbalzarono a Castellamare! Il biglietto però mi cadde in bocca, e finì mesto nella vasca di fuoco. Su quel biglietto c’era scritto il giorno esatto in cui sarei dovuto esplodere ma finché non lo leggo questo non può accadere. Quindi rassegnatevi, l’ho lasciato bruciare perbene in fondo al mare rosso, e non ho intenzione di recuperarlo. Questa è l’unica cosa che veramente ho avuto piacere a lavare col fuoco!

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