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L’Udinese, un girone dopo: il checkpoint perfetto, per il Napoli e per Insigne

Da Udinese-Napoli in poi, il talento di Frattamaggiore ha segnato 14 reti in campionato, meritandosi il rinnovo che spinge gli azzurri nel futuro. Il match contro i friulani suggella questo patto.

L’Udinese, un girone dopo: il checkpoint perfetto, per il Napoli e per Insigne

Un girone dopo

L’Udinese nel destino di Lorenzo Insigne. Come anticipato anche da Gipo Mainardo Keynes al Napolista, il numero 24 è vicinissimo all’accordo per il rinnovo del contratto. La notizia è uscita ieri sera, l’immediata vigilia del match contro i friulani. Basta andare dietro di 19 partite, Udinese-Napoli all’andata, per capire quanta strada ha fatto Insigne. Quanta strada ha fatto il Napoli.

Il Napoli aveva perso da poco Milik, Insigne si era giocato il posto con Mertens durante un inizio di stagione che l’aveva visto retrocedere nelle gerarchie, proprio dietro al belga. Alla Dacia Arena, Sarri si presenta con Mertens centravanti e Insigne largo. Il talento di Frattamaggiore non ha ancora segnato, in stagione. Quattro assist in campionato, un rendimento in crescita lenta ma costante. Ma manca la certificazione del gol, e conosciamo la volubilità di Insigne all’argomento. Comunque, a Udine, si sblocca un po’ la situazione. Di Insigne, del Napoli. La doppietta di Lorenzo, due gol di rapina più che di fine dicitura, fa capire alla squadra di Sarri di poter superare l’assenza doppia, di Higuain prima e di Milik poi. Fa capire a tutti che Insigne può tornare ai livelli del 2015/2016.

È andata diversamente: il Napoli ha superato sé stesso, Insigne si è addirittura migliorato. Un numero, per far capire. Udinese-Napoli si è giocata alla 13esima giornata. Oggi siamo alla 32esima. In 18 partite, un girone meno una, Insigne ha segnato 14 gol. Più uno in Coppa Italia, alla Juventus. Più quello al Bernabeu, in Champions.

Riscoperta, rivelazione

Abbiamo scritto tanto di Insigne, in questi giorni. Mai così, nei suoi quasi cinque anni nella prima squadra del Napoli. Però se l’è meritato, se lo sta meritando. Esattamente come il rinnovo di contratto che pare sia andato in porto. E che lo trasformerà in un calciatore di livello top, per il Napoli e per il campionato italiano.

Non che prima non lo fosse, ma è che il calcio moderno funziona così. È il gioco della parti, il club, il procuratore, il calciatore. Speriamo che la responsabilità di questi soldi non schiacci Insigne tanto da risvegliare l’intermittenza che sembrava dovesse limitargli la carriera. Un buio/luce continuo che quest’anno sembra essere definitivamente sepolto nel passato. Almeno a partire da Udinese-Napoli. Il luogo della riscoperta di Insigne. Anzi, della sua nuova rivelazione. 

Il rinnovo e l’asticella

L’occasione del rematch contro i friulani ci permette di commentare le notizie uscite ieri, che noi conoscevamo già ma che comunque ora trovano una conferma più ampia. Insigne al Napoli, come erede di Hamsik nell’immaginario collettivo del leader.

Non c’era cosa più giusta, probabilmente non c’era cosa più ovvia. La crescita del calciatore e del professionista “spiega” un investimento di questa portata. E quindi, in qualche modo, “giustifica” il fatto che il Napoli abbia decisamente alzato l’asticella del suo monte ingaggi. Soprattutto in relazione al fatto che Insigne non viene dal Real Madrid come Higuain, ed è un Hamsik ancora in pectore. Nel senso che Marek è alla decima stagione, Insigne alla quinta. Eppure, siamo più o meno sullo stesso livello di trattamento economico. Non la prenderà male, lo slovacco. È troppo intelligente per farlo.

Partire da qui

L’Udinese per lanciare lo sprint verso il secondo posto, l’Udinese per riscrivere il Napoli senza cancellare le pagine del capitolo precedente. L’abbiamo preannunciato: il club partenopeo tenterà il tutto per tutto nella prossima stagione, si proverà a tenere questa squadra e a potenziarla. Insigne è solo il primo tassello messo nel posto che gli spetta. Il fatto che questa nuova ripartenza sia sancita da un match con l’Udinese è suggestiva. Per Insigne, ma forse anche un po’ per il Napoli. Che, contro i friulani, ha piazzato molti checkpoint negli ultimi anni.

Uno ogni tot, pure: la prima vittoria in Serie A; la partita scudetto (persa) nel 2011; e ora, Insigne e la promessa di un all-in che passa per il secondo posto in questa stagione. Non è male come racconto. Per Insigne, per il Napoli. Che si sono messi a braccetto e puntano al domani. Un domani che comincia stasera, ma che ha una lunga scadenza nel tempo. Difficile trovare un’idea di futuro migliore di questa.  

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