ilNapolista

Sarri: «L’anno prossimo può essere l’ultimo con il Napoli»

La conferenza stampa di Maurizio Sarri alla vigilia di Sassuolo-Napoli: «Il mio contratto ha una clausola al termine della prossima stagione».

Sarri: «L’anno prossimo può essere l’ultimo con il Napoli»

La conferenza stampa

Maurizio Sarri in conferenza stampa alla vigilia di Sassuolo-Napoli. Si comincia a parlare del rinnovo di Insigne: «Io sono contento del fatto che si possa innescare una bella storia. Un ragazzo napoletano può diventare la bandiera della squadra della sua città. Ma noi pensiamo al Sassuolo».

Le insidie del match di domani: «Incontriamo una squadra forte, un club fortissimo. Quest’anno hanno pagato la prima esperienza europea e un certo numero di infortuni, ma potenzialmente loro hanno quel percorso addosso e nella partita singola sono pericolosissimi».

Hamsik in dubbio: «Vediamo come va oggi, ha un piccolo acciacco. Lui non voleva fermarsi, però era giusto si tenesse più leggero per evitare rischi».

Il ciclo continua

«Questo ciclo del Napoli è davvero forte. Se io fossi alla società penserei a fare un passo in avanti. Bisogna pensare di essere una squadra ancora più forte. Per cui, sono contentissimo perché mi sento di rappresentare questo ciclo. Per un futuro a lungo raggio, ci sarebbero dei ragionamenti da fare, ma se penso solo al mio ciclo sono contentissimo».

Lo scudetto

«Il Napoli di oggi non può programmare uno scudetto, perché ci sono squadre più forti. Noi dobbiamo cercare l’evento, che vada al di là della razionalità. Questo è il nostro obbligo. Noi stiamo facendo poesia, io sono uno di quelli che è convinto che questo sogno di cuore e anima per la gente possa portare a certi successi. Trent’anni fa c’era uno spazio maggiore, ora c’è ancora un margine e noi dobbiamo entrare dentro».

Obiettivo secondo posto

«Io dormo tranquillamente, mi concentro solo sul lavoro del campo. Se quello mi soddisfa, sono tranquillo. Poi ci sono gli episodi, e quelli possono andare in ogni direzione. Se la squadra lavora bene sul lungo periodo, può esprimere qualcosa di buono in campo. Per l’obiettivo non c’è margine di errore, bisogna passare dalla singola partita. Per questo dobbiamo pensare al Sassuolo. La formazione? A grandi linee abbiamo tutto chiaro, poi qualcosa può cambiare all’improvviso nella mia testa».

Il terzo anno arrivato prima, con le ultime 19 partite in media scudetto

«La squadra sta dando qualche segnale di certo tipo. Abbiamo ancora dei margini di crescita mentale, dobbiamo pensare di crescere nella cura dei dettagli. Dal punto di vista della personalità sembriamo in miglioramento, ma manca ancora un pizzico di sicurezza. Dal punto di vista di anima e cuore, stiamo facendo meglio. Sono tutti aspetti che ci fanno essere positivi sul futuro di questa squadra. Dobbiamo monitorare il tutto, non dare nulla per acquisito».

I quattro calciatori in doppia cifra

«Il significato è semplice: sono calciatori forti. Se non ci sono grandi qualità, non è che l’allenatore possa fare troppe cose. Il nostro margine di miglioramento non passa da questo. Noi dobbiamo subire meno gol, dobbiamo crescere in solidità. Nel girone di ritorno siamo la seconda squadra per tiri subiti, ma possiamo evitare certi tipi di errori. Mertens? Se ci mettevo uno scarso, avevo fatto una cazzata. Se in panchina o in organico hai calciatori forti, riesci a far bene cambi e rotazioni. Dries si è sentito addosso questo ruolo, anche in preparazione avevamo in testa questo ruolo».

Migliorare i momenti di blackout del Napoli

«I punti persi con le piccole sono un problema che riguarda tutti tranne una squadra. Solo una squadra ha una media altissima, gli altri sono in linea con gli altri campionati europei. Il nostro è un campionato piuttosto competitivo, io lo vorrei ancora più livellato ma non è possibile per gli interessi che ci sono. Sarei preoccupato se fossimo dieci nella classifica dei tiri subiti, poi però ci sono gli episodi. Se nella testa dei ragazzi scatta la molla dell’obiettivo in più, può darsi che si possa fare un certo salto di qualità».

Il record di vittorie esterne e lo scudetto da non programmare

«Io penso che un club col quarto-quinto fatturato in un campionato non possa programmare uno scudetto. Se un club vuole programmare un successo di questo tipo, deve aumentare il fatturato. In giro per l’Europa vincono i più ricchi, è un evento che può succedere. È più facile che accada in Inghilterra rispetto ad altri paesi. Noi dobbiamo pensare al fatto che ci sia spazio. Il mio contratto con il Napoli non è lungo, ho una clausola al termine del prossimo anno. Che, in linea teorica, potrebbe essere anche l’ultimo. I contratti mi interessano fino a un certo punto, in Serie B e Serie C sono stato a scadenza per una vita. La permanenza? Non so, non ho idea e non ci penso. Magari domani mi prendo a testate sul setto nasale con Aurelio. Ho detto che lo scudetto non è programmabile se non cambiano delle cose, ma pure che noi abbiamo il dovere di credere in un sogno».

I corner

«È un particolare che dobbiamo andare a migliorare. Sicuramente non siamo una squadra che per caratteristiche può pensare a sfruttare in maniera intensiva i calci piazzati. È capitato che abbia segnato Insigne e Mertens dopo aver mosso la difesa avversaria. In questo modo è possibile fare qualche punto in più durante il campionato».

Il Sassuolo e Di Francesco

«Loro sono forti, hanno avuto una stagione estremamente travagliata. Una serie di eventi che li hanno costretti a una classifica che non è la loro. Hanno movimenti offensivi importanti, Di Francesco è un ottimo allenatore. Sulla partita secca sono molto difficili da affrontare, con un pizzico di fortuna in più avrebbero ripetuto i risultati dell’anno scorso».

La moviola in campo

«Dipende tutto da chi guarda e cosa guarda. Su tutti i campi servirebbero le stesse telecamere e posizionate allo stesso modo, ci vorrebbe assoluta uniformità da questo punto di vista».

 

ilnapolista © riproduzione riservata