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Anno 2046: “Nonno, davvero la Tribuna Higuain porta il nome di un ex calciatore?”

Un capitolo del libro che il Napolista ha dedicato al record di Gonzalo Higuain con la maglia del Napoli. Trapani immagina la Tribuna Higuain nel 2046

Anno 2046: “Nonno, davvero la Tribuna Higuain porta il nome di un ex calciatore?”
Gonzalo Higuain
2046
“Nonno, nonno, ma davvero la Tribuna Higuain si chiama così perché porta il nome di un grande calciatore di tanti anni fa?”
“Certo Luigino. All’epoca si chiamava Tribuna Posillipo. Higuain fu un giocatore e un cannoniere formidabile che ci portò a innumerevoli successi. Detiene tuttora un primato che in 30 anni mai nessuno è riuscito a scalfire: il record di gol realizzati in una sola stagione di Serie A. Proprio quando indossava la maglia azzurra”.
Luigino: “Uà, fantastico! Che giocatore era?”
Io: “Era fortissimo. Sapeva fare tutto. Per anni ha subìto il paragone con Cavani. Un grande centravanti del tempo che prima aveva giocato nel Napoli”.
Luigino: “Cavani? Quello che oggi fa il cattivo nelle soap opera?”.
Io: “Esattamente. Proprio lui. Cavani fu straordinario a Napoli e per un paio d’anni Higuain, nei pochi momenti in cui non riusciva a segnare, era oggetto di scherno per il sovrappeso e per l’accostamento a Cavani. La stagione precedente tirò alle stelle un rigore decisivo che ci avrebbe portato in Champions e molti lo avrebbero mandato via per sostituirlo con un Immobile o un Maccarone. Dopo quella stagione si chiuse un cerchio e in seguito al record mai più nessuno ha rimpianto l’uruguaiano e nessun altro”.
Luigino: “E tu eri allo stadio quando ha battuto questo record?”
Io: “Come sempre. Era il 14 Maggio del 2016. All’epoca come oggi ero in tribuna Nisida, quella che oggi si chiama Tribuna Tonelli, con la solita banda di amici. Lo stadio era pieno, pioveva a dirotto e si giocava l’ultima di campionato contro il Frosinone già retrocesso. Fu una partita storica anche perché vedemmo esordire con la maglia azzurra Vasco Regini, colui che avrebbe vinto dal 2025 al 2030 5 Sanremo consecutivi. Higuain, per superare il primato, avrebbe dovuto segnare tre gol in 45 minuti. Il primo tempo si chiuse infatti 1-0 e Gonzalone non riuscì a colpire”.
Luigino: “Uà, tre gol in così poco tempo? Come ci riuscì?”
Io: “In quella partita era necessario vincere e il Frosinone, rimasto in 10 per l’internamento di un giocatore dopo aver gridato “Amoruso è più forte di Higuain”, eresse un muro nella propria area e fu davvero difficile trovare lo spazio e il tempo giusto per Gonzalo. Fu una sorta di tiro a segno. Ma Zappino, passato alla storia per essere stato il portiere ad aver subito la rete del record, parò come non aveva mai fatto. E i difensori, di coscia, di testa, di nuca, di culo, riuscirono in qualche modo a tenere la porta inviolata. Poi, sul finire del tempo, Hamsik, il capitano dell’epoca, realizzò il gol che spianò la strada”.
Luigino: “Hamsik? L’allenatore attuale del Napoli?”.
Io: “Esattamente, proprio lui. Ormai ho perso il conto degli anni in cui è seduto sulla nostra panchina”.
Luigino: “Uà, che storie. E raccontami di quella tripletta? Furono bei gol?”
Io: “I primi due furono simili. Cross bassi provenienti da destra, uno di Allan dopo una propulsione eccezionale e l’altro, se la memoria non mi tradisce, di Callejon: sul primo approfittò di un mezzo rimpallo e sul secondo si fiondò come un rapace alle spalle della difesa”.
Luigino: “E il terzo? Come fu il terzo?”
Io: “Ho ancora la pelle d’oca quando ci penso. Fu il giusto epilogo dopo una cavalcata incredibile. Allo stadio ci chiedevamo semmai fosse riuscito a realizzarlo. Di solito i record si battono con un rigore o con un gol facile facile, quella volta non fu così: fu una pipita a 36 carati. Mertens, se la memoria non mi tradisce, gli passò la palla poco dentro l’area. Lui era spalle alla porta, la stoppò di petto e con un mezzo carpiato la girò con un tiro dolce e beffardo alle spalle di Zappino”.
Luigino: “Uà, e cosa accadde dopo?”
Io: “Ho vaghi ricordi del momento. L’euforia si impossessò di noi. Fu come se a segnare fossi io, fosse lo zio Minao, la mia banda e tutti i 60mila del San Paolo. Ho dovuto recuperarli nei giorni successivi alla tv. I commentatori dell’epoca impazzirono, nonostante lavorassero per Sky, quella che oggi si chiama JuveTv. Quel boato sembra ancora che mi rimbombi nelle tempie. Corse festante a braccia alzate verso la panchina che praticamente lo investì. Si creò una testuggine azzurra sulla sua schiena, mentre lo speaker intonava il nome per innumerevoli volte. Ricordo che persi la voce”.
Luigino: “Uà, che storie. E quanti gol realizzò?”
Io: “Quella perla che oggi ritrovi sulle bustine delle figurine fu la numero 36. 36 reti in 35 partite giocate. Un record che deteneva Nordhal da tempo immemore, più di 65 anni. Quando il tuo bisnonno era un ragazzino e ancora non esisteva Pippo Baudo “
Luigino: “Pippo Baudo? L’attuale presentatore del Festival di Sanremo?”
Io: “Esattamente, proprio lui. Vasco non canta più, ma Baudo è sempre lì”.
Luigino: “E quell’anno vincemmo lo scudetto?”.
Io: “No, lo vincemmo l’anno successivo. Quella volta arrivammo secondi. La Juve di Dybala lo vinse.
Luigino: “Dybala? Quello del Tour de France?”.
Io: “Esattamente. Proprio lui, prima di fare il ciclista era un calciatore. Quell’anno la Juve vinse riuscendo a battere vari record: Vittorie consecutive, l’imbattibiltà del portiere…”
Luigino: “E chi era?”
Io: “Buffon. Il commentatore della tv. Poi Bonucci superò il record di partite consecutive giocate da diffidato…”
Luigino: “Bonucci? L’allenatore dell’Italia che ci ha fatto perdere gli ultimi Mondiali a Singapore a causa del codice etico?”
Io: “Esattamente, proprio lui. E poi, il record dei record, quell’anno, Chiellini, un ruvido difensore, fu espulso dopo anni e anni di trebbiatura. L’arbitro dell’epoca non diresse più la Juve”.
Luigino: “Chiellini? Ma l’attuale presidente dell’AIA?”.
Io: “Esattamente, proprio lui. Spesso si vede in tv con la felpa della Fiat”.
Luigino: “Uà, che storie. Ma poi Higuain che fine fece? “
Io: “Restò a Napoli, prima di aprire una catena di ristoranti in tutto il mondo, e fu il precursore, insieme all’allenatore di quel tempo, Sarri, delle vittorie che ci hanno portato sin qui. Se oggi urli “The Chaaaampions” è anche un po’ merito loro”.
Luigino: “Sarri? Quello della Piazza?”
Io: “Esattamente. Proprio lui. Piazza Sarrì, non ho mai capito perché sbagliano l’accento nel pronunciarla”.
Luigino: “Uà, che storie. Ma nonno, quand’è che mi porti al San Paolo, magari in Tribuna Higuain?”.
Io: “Presto, prestissimo. Appena terminano i lavori di ristrutturazione”.
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