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Immaginare un Napoli-Juventus senza Callejon

Una proposta, anche un po’ provocatoria. Scompaginare per scompaginarsi, in chiave ancora più offensiva, in una situazione particolare.

Immaginare un Napoli-Juventus senza Callejon

Un mondo possibile

C’è stato un precedente. È esistito. Piccolo, ma non insignificante. Un anno e due mesi fa, febbraio 2016. Ritorno dei sedicesimi di Uefa Europa League. Napoli-Villarreal, stessa situazione o giù di lì di Napoli-Juventus di domani sera. La squadra di casa deve vincere 2-0 per ribaltare lo 0-1 subito in Spagna. Sarri decide: dentro Higuain, nonostante una corsa scudetto ancora viva. E, ai suoi lati, Mertens e Insigne. Callejon in panchina. È un mondo possibile.

Essere irrinunciabile

Nessuno, nella storia recente del Napoli, neanche Hamsik, ha avuto un’incidenza tattica tanto profonda. Nessuno come Callejon. Il 4-3-3 di Sarri, il 4-2-3-1 di Benitez. Il modo di adattare i principi di gioco dei due allenatori allo schema in campo dipendono letteralmente da José Maria. Dal suo essere così bravo a interpretare attraverso la chiave postmoderna della doppia fase il ruolo di ala destra.

Spiegare l’imprescindibilità di Callejon per il Napoli è un esercizio da ripetere ciclicamente, da sottoporre sempre all’attenzione di tifosi/lettori/appassionati. Non è mai facile imbattersi in calciatori così. Eppure, abbiamo aperto il pezzo scrivendo di una possibilità ideale, avvenuta una e una volta sola (a parte match di dubbia consistenza o gravati da squalifica), di escludere il numero sette dalla formazione titolare. Per un’emergenza, o comunque per un caso particolare: rimontare l’avversario con una partita a trazione decisamente anteriore.

Pensarci per Napoli-Juventus

Ecco, siamo arrivati al punto fondamentale. Domani sera il Napoli ha l’ultimo dentro-fuori della stagione, al di là di quelli che saranno i match decisivi da qui alla fine del campionato. Per battere una squadra che, presumibilmente, manterrà un atteggiamento fondamentalmente attendista, potrebbe essere un’idea pensare a una riedizione del tridente. Pensare a un momento di rivoluzione senza Callejon.

Che, ovviamente, non vorrebbe dire bocciatura. Non c’è neanche bisogno di scriverlo. Anche se José non segna in campionato da Milan-Napoli, il suo contributo per questa squadra è irrinunciabile. È l’equilibrio, è la promessa della possibile compattezza nonostante un tridente d’attacco..

Però, come dire: scompaginarsi un po’ per scompaginare. Rispondere a una Juve forse più arrembante sulle fasce (i rumors danno Dani Alves e soprattutto Alex Sandro in formazione) con una moneta diversa, ovvero con la possibilità di creare gioco di partenza anche dalla fascia destra. Callejon, infatti, è soprattutto un esecutore finale: gol o assist, pochi tocchi di palla nei momenti decisivi. È il suo, splendido, repertorio offensivo. Diverso da quel certo controllo palla di un Mertens dalla sua parte, un inserimento che permetterebbe a Milik di stare al centro dell’attacco e recitare la parte del centravanti che (solo in alcuni frangenti, come spiegato nella nostra analisi tattica) è sembrato mancare domenica sera.

Idea o utopia

È una proposta, sappiamo pure noi che Sarri potrebbe non accoglierla. Anzi, non l’accoglierà sicuramente. Però, come dire: è successo, è un’emergenza, o comunque un caso particolare. L’abbiamo già scritto, lo ripetiamo. Da utopia, proprio per l’eccezionalità dell’evento, potrebbe trasformarsi in un’idea. Da domenica, a Roma contro la Lazio (altra partita decisiva), tutto tornerebbe normale. E nessuno si sarebbe offeso, né tantomeno si sarebbe spostato l’asse terrestre. Potrebbe anche succedere a partita in corso, why not? Maurizio, pensaci. Del resto, l’ultima volta è andata male solo perché un cross doveva essere se stesso e si trasformò per tre secondi in Alvaro Recoba. Stava andando tutto bene, prima. Potrebbe andare tutto bene pure domani.

 

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