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Il caso Gabigol ci dice tanto sulla reale incidenza di un certo calciomercato

Lo sfogo di Wagner Ribeiro, procuratore del brasiliano, apre la faida con l’Inter. Dove sono quelli che gridavano al “grande colpo estivo”?

Il caso Gabigol ci dice tanto sulla reale incidenza di un certo calciomercato

Lo sfogo dell’agente

Alla fine, venne il giorno. Quello dell’ammutinamento, della scenata plateale, della dichiarazione che spacca. L’agente di Gabigol, Wagner Ribeiro, si ribella alla condizione cui l’Inter ha ridotto il suo assistito. E spara forte: «È stato umiliato fisicamente, moralmente e psicologicamente. Lui è arrivato come campione olimpico e titolare del Santos, giocatore del Brasile. Non è arrivato per essere titolare ma non gli è mai stata data una chance. Se all’Inter non gioca, andrà via in un altro top club». Le parole sono state raccolte dall’emittente televisiva Estadio Interativo.

Ma non è tutto: «Per giocare in Italia devi essere maturo. Quando arrivò al Milan nel 2003, Kaka non era titolare ma lo è diventato. Gabigol è molto giovane, fisicamente sta benissimo, tatticamente deve ancora migliorare. Però deve giocare. Ho già parlato del suo futuro con l’Inter a gennaio, a breve lo farò nuovamente. Lui vuole giocare e vorrebbe farlo all’Inter, ma nelle tre sostituzioni lui non figura mai. Non tornerà in Brasile, ci sono squadre interessate a lui in Italia, Inghilterra e Spagna».

Gabigol e il mercato come droga

Cosa ci insegna questa vicenda? Ribadisce un concetto che è molto chiaro a noi del Napolista. Il calciomercato non serve a risolvere i problemi di una squadra se non è in qualche modo accoppiato a un reale progetto tecnico. È una pura e semplice droga dell’informazione, ben lontana da una reale incidenza tecnica. Nota bene: abbiamo scritto tecnico, non vincente. Non esiste “il progetto vincente”, esiste diverse possibilità di perseguire la vittoria attraverso la strutturazione della squadra. Anche l’Inter ha seguito un progetto, ma non con Gabigol. Che è stato un acquisto fatto senza alcun tipo di background reale, come testimoniato dal minutaggio ridicolo concesso al calciatore. 82′ in tutto in campionato e una presenza da titolare, in Coppa Italia, contro il Bologna.

Ad agosto, gli acquisti di Joao Mario e Gabigol furono salutati dai tifosi del Napoli come un’avvisaglia di sventura, soprattutto in relazione alle difficoltà (?) palesate dal club partenopeo durante la stessa sessione. Abbiamo visto com’è andata, anche lo stesso centrocampista portoghese ha mostrato solo a sprazzi qualità di buonissimo livello. È facile parlare col senno di poi, direte voi. Ma è anche possibile testimoniare che l’avevamo già detto.  Uno dei pezzi più letti e commentati riguardanti il mercato sottolineava giorno primo settembre quelli che per noi erano stati gli errori del calciomercato da parte delle grandi di Serie A. Scrivevamo così:

L’Inter ha speso, negli ultimi giorni di trattative, una vera e propria fortuna (67,5 milioni, fonte Transfermarkt) per un attaccante/esterno offensivo (Gabigol) e un centrocampista tuttofare (Joao Mario). Due grandi colpi, per carità. Però, dimenticandosi (forse) le vere priorità dell’organico. Ha ceduto un calciatore arrivato da soli due mesi (Caner Erkin) e si presenta con Andrea Ranocchia come prima riserva ai centrali titolari (Murillo e Miranda), con Santon, Nagatomo, D’Ambrosio e l’infortunato Ansaldi nel contingente-terzini e Berni e Carrizo come riserve di Handanovic.

Ecco, possiamo anche togliere la dicitura “grande colpo” a Gabigol. Ce l’ha detto il tempo. Ma il concetto resta immutato.

Procuratori

L’ultima riflessione che vogliamo proporvi è quella sugli agenti dei calciatori. Che, evidentemente, non solo a Napoli fanno un particolare lavoro di creazione notizie. Che è un altro modo per definire la destabilizzazione. Non che in questo caso i signor Wagner Ribeiro non abbia ragione, anche a Napoli gli agenti spesso intervengono in momenti strategici e opportuni, ma è la configurazione mediatica di certe uscite a essere sgradevole. Gli errori sono di tutti, possono essere di tutti. Dei club, come abbiamo detto sopra. Degli allenatori, certo. Ma anche degli stessi calciatori. Il fatto che anche Pioli, esattamente come de Boer, non abbia mai considerato Gabigol dovrebbe far riflettere. Anche l’agente, che in questo caso non fa altro che millantare una pretesa di gioco che il ragazzo non ha avuto modo di meritare. Ma del quale si dovrebbe parlare nel retrobottega, non ai quattro venti di radio e tv.

Conclusione

Vedremo come andrà a finire questa storia. Gabigol ci è stato venduto (anzi, ci è stato comprato) come un fenomeno del calcio e del marketing. Non è ancora stato nulla di tutto ciò. Non possiamo dire sia colpa sua, perché non ha davvero avuto modo di dimostrare nulla. Ma, al tempo stesso, possiamo ricordare a tutti i tifosi che i soldi del calciomercato è importante spenderli benequi. Non spenderli, e basta. Come abbiamo scritto anche qui, ci può stare una critica costruttiva (parliamo in chiave Napoli) per la spesa fatta per Maksimovic.

Non c’è stata verifica, non certo ai livelli del brasiliano dell’Inter. Questo dovrebbe far riflettere l’analista di mercato/tifoso. Leggere i fatti con obiettività può portarti a trovare delle mancanze nelle strategie che si sono perseguite. Buttare fango prima prendendo ad esempio gli altri è completamente inutile, sempre. Spesso, finisci anche con sbagliare di grosso il senso di questo lancio. Il caso Gabigol.

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