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Diamo un voto alla stagione del Napoli

Le promesse e le premesse iniziali, gli infortuni e gli obiettivi raggiunti e mancati: al momento è un Napoli da 8.5. Secondo posto e Coppa Italia varrebbero un 10.

Diamo un voto alla stagione del Napoli

Questione di obiettivi

Come sta andando la stagione del Napoli? Nel senso: considerare come positivi i risultati già raccolti vuol dire essere ottimisti o essere realisti?

C’è tanto, tantissimo da dire su questi punti. Tutto, però, va guardato da una prospettiva fondamentale: quella iniziale. Il Napoli 2016/2017, frutto di e reduce dalla dolorosa – per tanti, a partire dall’allenatore – cessione di Higuain e di una campagna acquisti tanto ottima quanto sottovalutata, puntava realisticamente al passaggio del turno in Champions League, a infastidire la Juventus considerata la più “forte” degli ultimi anni e alla maggior strada possibile in Coppa Italia.

Lo scudetto, dato che lo vince una sola squadra, ci sembra(va) un obiettivo troppo grande per essere “dichiarato”. Sarebbe dovuto nascere da una stagione perfetta, da una coesione interna che ahinoi non c’è stata, e da un contestuale pisolino della Juventus. Non è avvenuto e il Napoli è a 10 punti dalla vetta (può puntare al meno sette immediato, ma la sostanza non cambierebbe di molto) ma resta attaccato alla Roma. È in semifinale di Coppa Italia. Ed è reduce da un ottavo di finale di Champions, traguardo raggiunto solo un’altra volta nella storia del Napoli. E poi perso contro Una squadra nettamente superiore a noi: il Real Madrid.

Giovani e contrattempi

Ci sono due temi da affrontare: il mercato fatto dal Napoli la scorsa estate e le varie vicissitudini, previste e impreviste, che hanno caratterizzato quest’annata.

Cominciamo dal mercato, un mercato che Il Napolista ha sempre considerato ottimo per la stagione presente e quasi perfetto in prospettiva. Per qualche napolista manca(va) un portiere, per qualcun altro un terzino magari destro. Ma parliamo di elementi che, con Reina e Hysaj, avrebbero fatto più che altro da contorno/alternativa. Siamo più d’accordo sul portiere. Certo, c’è stata un’errata valutazione sull’aderenza di Gabbiadini al progetto tattico. E sicuramente un errore di gestione dell’attaccante. Un errore da matita blu, di quelli che però commettono tutte le squadre. Solo chi prova a fare, sbaglia. E se non ci credete, leggiamoci insieme questo e quest’altro pezzo. Succede a tutti.

Il mercato a centrocampo è stato da applausi a scena aperta per Giuntoli. Acquisti da Borussia Dortmund, da Liverpool, da squadra europea che punta su giovani di valore. Diawara, Zielinski e Rog hanno decisamente alzato il livello della mediana del Napoli. Poi si può discutere del ritardo nell’utilizzare il croato, un cagnaccio come non si vede da tempo, altro che trequartista, ma resta il fatto che il Napoli ha probabilmente il centrocampo più completo della Serie A. Diverso invece il discorso in difesa. Tonelli, di fatto, non lo abbiamo mai visto. Però quando si è visto, ha segnato due gol decisivi. E Maksimovic sicuramente è stato utilizzato poco in relazione al prezzo pagato.

Soluzioni fantastiche agli infortuni e dove trovarle

Poi ci sono stati gli incidenti. Quelli di Milik, ok: grave, gravissimo, che sfortuna, mannaggia tutto. Però, ecco Mertens. Sarri dice fortuna e bravura del giocatore, noi ci aggiungiamo i meriti dell’allenatore. Il Napoli segna come e più dell’anno scorso e lo fa senza Higuain e per buona parte della stagione senza Milik. Subisce più gol (siamo a cinquanta reti subite in stagione).

L’altro stop fisico di una certa rilevanza è stato quello di Albiol. Anche quello ha determinato una necessità di cambiamento. Regista difensivo, uomo di riferimento. La sua assenza è coincisa con il periodo di flessione in autunno. Senza le tre sconfitte contro Atalanta, Roma e Juventus il Napoli sarebbe in lotta per lo scudetto. Poi la Coppa d’Africa, Koulibaly assente e ancora non recuperato del tutto. Tutte situazioni che il Napoli dello scorso anno non sarebbe riuscito a sostenere così. L’ha detto anche Sarri, nell’ultima conferenza stampa. Quella del New Deal.

Standard e straordinario

Il Napoli, insomma, sta disegnando una stagione che rispetta le aspettative. Anzi, che alza l’asticella. Certo, tutto o quasi dipenderà dal risultato finale. In campionato, soprattutto, perché la Coppa Italia è un corollario. Nobile, bellissimo, da inseguire e perseguire – del resto manca una sola partita per la finale. Ma resta un corollario, soprattutto rispetto a un eventuale ritorno in Champions. Dalla porta principale sarebbe perfetto, un secondo posto che avrebbe tutti i crismi della conferma assoluta. Che, in qualche modo, permetterebbe al Napoli di considerare come uno standard un risultato straordinario.

Il terzo o il quarto posto cambierebbero la prospettiva rispetto a quest’annata. Certo, assolutamente. Un’eventuale rimonta di Lazio e/o Inter ridimensionerebbe di molto un giudizio positivo, ferme restando le (altissime) quote per entrare in Champions. Sempre più alti, i punteggi da raggiungere. Ma questo è un discorso che vale per tutte.

Al momento, un’analisi totale della situazione ci permette di considerare la stagione del Napoli da 8.5, forse anche da 9. Sarebbe certamente da 9 col secondo posto, anche da 9,5. Secondo posto e Coppa Italia valgono un 10. Vediamo come va a finire.

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