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Confessioni di un tifoso del Napoli che non si è mai innamorato di Higuain

Mai considerato un fuoriclasse. La sua cessione alla Juventus per 90 milioni è stato l’affare del secolo. Fischiatelo, insultatelo, quello che volete. Soprattutto battiamolo.

Mai considerato un fuoriclasse

Le confessioni di un tifoso del Napoli che non si è mai innamorato di Gonzalo Higuain. Carta canta, lo scrissi anche nel doveroso libro che il Napolista ha dedicato al record di 36 gol. Lo definii juventino quando nessuno di noi avrebbe immaginato che sarebbe finito lì, tra Dybala e Mandzukic. Ma non mi ha sorpreso. È stata Napoli l’eccezione nella carriera di Higuain. Lui sarebbe dovuto finire a Torino tre anni e mezzo fa. Invece venne da noi e Tevez da loro. La Juventus vinse due scudetti, noi di meno. Una Coppa Italia e una Supercoppa.

Non l’ho mai amato né considerato un fuoriclasse (il fuoriclasse è colui il quale compie “la giocata” nei momenti decisivi). Un campione sì. Tecnica sopraffina, un signor centravanti. Ma con importanti limiti caratteriali. Del resto, sono in buona compagnia. Soltanto in Italia Higuain è considerato un fuoriclasse. In Argentina lo detestano. Non ha mai vinto nulla, tranne i campionati col Real Madrid. Si porta sulla coscienza una finale Mondiale e due di Coppa America. Con il Napoli, più modestamente, una semifinale di Europa League e un terzo posto in campionato. Non ho mai pensato che potesse vincere il Pallone d’oro. Però è ancora in tempo. Nel caso, reciterei il mea culpa. Ha certamente disputato una stagione eccezionale lo scorso anno. Ma nei momenti decisivi (Torino, Udine), come al solito, è venuto meno.

L’affare del secolo

E ho sempre considerato l’affare del secolo la sua cessione alla Juventus per novanta milioni. Lo avrei portato in braccio alla Juventus anche senza clausola. Ho scritto e lo ripeto che l’unione industriali di Napoli avrebbe dovuto commissionare una targa in onore di Aurelio De Laurentiis con la scritta “Al migliore di tutti noi”.

E credo che se il nostro allenatore, Maurizio Sarri, non fosse stato preda di nostalgia prolungata, adesso avremmo cinque punti di distacco dalla Juventus e non dieci e quindi quella di domenica sarebbe stata una partita decisiva per il campionato.

La miglior campagna acquisti dell’era De Laurentiis

Detto questo, per quel che mi riguarda, Higuain può ricevere qualsiasi tipo di trattamento. Fischi, insulti, pernacchie, indifferenza. È un avversario. Probabilmente lo fischierei. Ma non diversamente da come potrei fischiare chessò Bonucci o Chiellini. Però Higuain lo ringraziarei anche. E non tanto per i 36 gol dello scorso anno – che pure sono un record storico che non dovremo dimenticare – ma perché grazie a lui il Napoli quest’anno ha messo a frutto quella che probabilmente è la miglior campagna acquisti dell’era De Laurentiis (se la batte con quella del primo anno di Benitez, quando appunto arrivò Higuain).

Era da tanto tempo che non ammiravo un giocatore come Rog. E poi Zielinski. Diawara. Milik. Tanti i soldi spesi per Maksimovic, fin qui acquisto non azzeccato. Ma è presto. Nomi cui va aggiunto quello di Mertens un centravanti inventato da Sarri a conferma che il lavoro è una miniera d’oro.

Battiamolo e basta.

Grazie a Higuain il Napoli ha messo le radici per il futuro. E poiché non ho mai pensato che fosse un condottiero, che chissà dove ci avrebbe trainati (seppure mi fossi illuso al suo arrivo e fossi impazzito nelle prime partite), lo ringrazio per i novanta milioni che ha portato nelle casse del Napoli. E penso – immodestamente – che se più persone a Napoli fossero state in linea col mio pensiero, ci saremmo goduti di più il nostro calciomercato e forse avremmo convinto qualche mese prima l’allenatore che eravamo e siamo una squadra decisamente più competitiva di quella dello scorso anno.

In fin dei conti, sbandieriamo tanto questa nostra superiorità. Napoli città più bella del mondo, con il lungomare più bello del mondo, coi termosifoni più belli del mondo, ma poi non crediamo in noi stessi. Non abbiamo l’orgoglio di dire “che ti sei perso”. “Me ne trovo n’ata cchiu’ bella e zitella restarrà…”. C’è solo un modo per farlo capire a Gonzalo. Batterlo in campionato. E sbatterlo fuori dalla Coppa Italia. Punto. Il resto è sovrappiù.

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