Il modello d’efficienza della gestione sarrista riferito alle qualità dei calciatori e alle probabilità di vittoria: il talento e l’organizzazione.
Un’analisi
Uno degli aspetti più interessanti della gestione Sarri è quello tattico, in cui la componente di organizzazione/pianificazione è molto forte, a scapito di quella legata all’imprevedibilità delle giocate. Come in altri ambiti, le scelte di tipo tattico implicano dei trade-off: a esse sono cioè associate vantaggi e svantaggi.
La Fig 1 mostra il legame tra qualità dei giocatori e probabilità di vittoria. Si tratta di un’associazione positiva perché una maggiore qualità aumenta le chance di vittoria. La figura descrive due moduli alternativi. Il primo, di tipo Sarriano, è quello indicato dalla retta S-S. Il secondo, quello alternativo che prevede un maggiore ruolo delle giocate individuali a scapito delle azioni collettive, è raffigurato dalla A-A.
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La S-S ha un’inclinazione inferiore a quella della A-A. Per livelli di qualità della rosa relativamente contenuti è infatti molto probabile che l’organizzazione faccia premio sul genio calcistico. Quando la qualità è pari a q1 il modulo Sarriano garantisce una più elevata probabilità di vittoria. L’opposto invece accade quando i giocatori di cui si dispone hanno molto talento.
L’esempio classico è quello di Maradona il cui genio nessun allenatore sano di mente potrebbe aver voluto intrappolare in rigidità di tipo tattico. Quando la qualità è pari a q2 è l’altro modulo, quello individualista, che garantisce una maggiore probabilità di vittoria. La Fig 1 evidenzia come il modulo migliore (la spezzata S-0-A) non è sempre lo stesso ma dipende dalla qualità della compagine.
Fig 1. Probabilità di vittoria e qualità della rosa
Il dilemma del tifoso napoletano è se la ferrea organizzazione Sarriana sia quella adeguata alla qualità della rosa. Nei termini di Fig. 1, cioè, se la qualità della compagine è di tipo q1, per cui senza Sarri avremmo raccolto i punti p1<p2 oppure di tipo q2, per cui senza Sarri avremmo raccolto p4>p3.
Ovviamente questo dilemma è irrisolvibile perché noi osserviamo solo una situazione, quella fattuale, relativa al Napoli di Sarri, e non anche quella del Napoli senza Sarri (ma invece allenato da un allenatore “individualista”). Se fossimo in grado di approssimare in maniera credibile la situazione non osservata allora potremmo capire se siamo sul pezzetto giusto o meno della S-S.
Il confronto
Una possibilità è offerta dal Milan. Questa squadra infatti ha lo stesso monte ingaggi del Napoli (77 mln per la stagione 2016/17), che in un’economia di mercato quale quella relativa alla compravendita di calciatori è una proxy ragionevole della qualità della squadra. A parità di qualità, e giunti ormai a 2/3 del campionato, per cui è sensato ritenere che le rispettive difficoltà media degli incontri sinora svolti siano confrontabili, il Milan ha raggiunto solo 50 punti, 7 di meno di quelli del Napoli. In termini della Fig. 1 allora è probabile che siamo in corrispondenza della q1 (nel caso della q2 infatti il differenziale positivo di punti sarebbe stato a favore del Milan). Questo implica che per l’attuale qualità della rosa il modulo di Sarri è quello che massimizza i punti in classifica.
Un aspetto da considerare è relativo alla somiglianza, per alcuni versi, del modulo tattico di Montella a quello di Sarri (si veda ad esempio qui). In termini della Fig. 1 questo aspetto implica che la pendenza della A-A è non molto più elevata della S-S. Questo ci consente di fare un’ultima osservazione. Se a parità di qualità avessimo confrontato il Napoli di Sarri con una squadra allenata in maniera meno organizzata rispetto a quella di Montella, allora l’inclinazione della A-A sarebbe stata più pronunciata (come nella A’-A’ in figura) e quindi il vantaggio del paridigma organizzativo Sarriano sarebbe emerso con maggiore evidenza.