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Grazie Higuain, per me non sei un traditore

Posta Napolista / Napoli lo accoglierà con sacchetti, carta igienica e fischi. Tutto quel che consentirà di etichettarci come sappiamo.

Domenica sera non sarà possibile

Lo dico da qui. Agorà della libertà d’opinione. Domenica sera al San Paolo sarà impossibile gridarglielo. Grazie Gonzalo. Ti ringrazio per una stagione entusiasmante. In cui tanti hanno avuto il terrore che finisse come al solito. Altri avevano paura di sognare. Ed è finita come al solito. Poi l’ultima serata insieme. Tutti sicuri che quel matrimonio non sarebbe mai finito. Convinti di avere davanti tante altre serate come quella. Quelle di Champions. Quelle di campionato Eravamo tutti ignari che quella sera fosse l’epilogo. Non c’era nell’aria odore da ultimo giorno di scuola. Per tre stagioni nelle quali sei stato il punto di riferimento in attacco e ti sentivi sicuro, al netto dei tuoi isterismi. Non me ne voglia Dries. Ma è una questione di “9” e di spazio, non di reti.

“I tifosi del Napoli devono stare tranchili”

Le ultime parole da giocatore del Napoli furono a margine di una passeggiata con doppietta in Coppa America: “I tifosi del Napoli devono estare tranchili”. Invitava alla calma, Gonzalo. Consapevole di quello che poteva succedere, visto quello che era successo. Visto dove aveva deciso di andare. Visto che aveva deciso di tornare in prima classe. Dopo il River dopo il Real, Napoli era una tappa incidentale. Una parentesi, in attesa di tornare nel calcio che conta. La Juventus è la sua casa. Qui è stato curato con affetto ed attenzione. Ma per lui era un calesse. E credo che non abbia mai avuto dubbi.

Non ha tradito la nostra fiducia

Per me non è un traditore. Traditore è quello che tradisce la fiducia altrui. Lui non ha tradito la nostra fiducia. Lui ci ha insegnato fino in fondo cosa significhi essere professionista, perché poi a 34-35 anni devi avere le palle di Maggio per rimanere dove sei infischiandotene degli sfottò e delle critiche.

Una città distante anni luce dalla modernità

La città ovviamente abbarbicata ai sentimenti che ci macchiettizzano lo riceverà come si aspettano tutti. Sacchetti, carta igienica, fischi. Insomma tutto il repertorio che da luglio alberga in città. L’accoglienza consentirà agli juventini, agli opinionisti, ai maître à penser di etichettarci come sappiamo. Napoli è ormai una città di pensiero troppo radicato nel passato. Una città distante anni luce dalla modernità. Una città che non riesce a recepire il calcio di oggi come uno spettacolo e come un affare. Ma la recepisce come questione di appartenenza. Nulla di più errato.

P. S: Auguri per ieri Napolista

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