ilNapolista

Cosa serve al Napoli 2017/2018 – L’attacco

Le prime proiezioni sul mercato del prossimo anno. Con o senza Mertens? La gestione di Pavoletti e la suggestione per Balde Keita.

Cosa serve al Napoli 2017/2018 – L’attacco

Prospettiva Mertens

Tutto discenderà e dipenderà dalla vicenda-Mertens. Dalla risoluzione della sua crisi personale, o dalla risistemazione del suo contratto. Ne abbiamo scritto ieri, sviluppando il tema secondo tutte le possibilità: il futuro di Mertens è un dilemma da grande squadra, per il Napoli. Oggi vedremo come sarebbe giusto/fattibile affrontare entrambe le situazioni, l’addio del belga oppure la sua quinta stagione in azzurro.

Nel caso in cui Mertens rimanesse al Napoli, Sarri si ritroverebbe con due caselle di formazione praticamente full, coperte. La fascia sinistra d’attacco resterebbe divisa tra il folletto belga e Insigne, il ruolo di centravanti sarebbe un affare a due/tre con Milik e Pavoletti. Insomma, al netto della gestione della terza casella, quella di esterno destro del tridente (ne parleremo dopo, a parte), si potrebbe tranquillamente restare così. Due co-titolari paritetici o quasi a sinistra, due centravanti e mezzo al centro. Mertens potrebbe giostrare come fatto quest’anno (nell’ultimo mese), un po’ da punta centrale (però come alternativa a un Milik tornato “titolare”) e un po’ da uomo di fantasia sull’out mancino, in concorrenza con Insigne. Più Pavoletti, uomo di scorta in grado di offrire la terza chiave tattica accanto al gioco associativo di Milik e ai movimenti sguscianti di Mertens. Sarebbe un reparto ampio, completo, variegato

Pavoletti (con Mertens)

A quel punto, l’unico spunto di discussione riguarderebbe Pavoletti. Un investimento importante in questo gennaio, un calciatore ancora fuori dal Napoli di Sarri. Non pronto per questa squadra, almeno finora. Ecco, i due mesi che abbiamo visto finora e i prossimi due che vedremo basteranno a formulare un giudizio definitivo sul calciatore? Basterebbero? Saranno cioè sufficienti per bocciare completamente il calciatore o per dargli una possibilità di appello dopo un inizio difficile? Ovviamente, ognuno risponde a questa domanda a modo suo. A seconda delle proprie convinzioni.

Noi diciamo , che è fare i paraculi ma pure immaginare una possibile soluzione alternativa. Della serie: sostituire Pavoletti con “uno” Zapata, con “un” Paloschi, con “un” Petagna, non ne vale la pena. La qualità assoluta non si alzerebbe in maniera importante, a quel punto sarebbe meglio insistere su un inserimento possibile del centravanti livornese in squadra. Allo stesso modo, però, dobbiamo dire che un eventuale vice-Milik di spessore farebbe in qualche modo partire la “rivalutazione” dell’investimento Pavoletti. Non vogliamo arrivare fino a Lacazette (economicamente impraticabile per via della concorrenza che incontrerebbe il Napoli) o a Immobile (dopo una stagione giocata così bene alla Lazio, verrebbe a giocarsi il posto da titolare con Milik?), ma già un Dolberg o un Haller avrebbero un senso diverso. Anche perché sarebbero i profili economicamente più giusti per sostituire Pavoletti.

Come avete visto, abbiamo scritto sostituire in corsivo, e lo facciamo di nuovo. Perché, ovviamente, intendiamo che un acquisto del genere, un Milik-bis, sia finalizzato solo a dare via un Pavoletti che è stato effettivamente verificato, e poi bocciato. Non così, non ora. Soprattutto con Mertens ancora in rosa (eravamo partiti da lì). È il concetto che abbiamo espresso anche a suo tempo – prima dell’acquisto dell’ex centravanti del Genoa – nel pezzo linkato sotto.

https://www.ilnapolista.it/2016/12/guida-ragionata-acquisto-nuovo-centravanti-napoli/

Senza Mertens

La situazione cambierebbe un po’ con la cessione di Mertens. E quindi, con la necessità primaria di acquistare un suo sostituto per la fascia sinistra. Il Napoli ha Leandrinho e Zerbin in Primavera, ma parliamo e parleremmo di una scommessa particolarmente azzardata. Servirebbe un esterno vero, un co-titolare reale accanto al miglior Insigne di sempre. Il nome percorribile è quello di Keita Baldé, se vogliamo riferirci all’Italia. Un prezzo alto, un investimento importante da “coprire” con i soldi di Mertens, primariamente. A quelli, poi, ci si dovrebbe aggiungere qualcosina. Perché parliamo di un probabile fenomeno, di un possibile top nel suo ruolo da qui a qualche anno. Perché Lotito non è proprio un avversario semplice, nelle trattative. E poi, un’età verdissima (22 anni appena compiuti) e una conoscenza già profonda del campionato italiano. Insomma, il profilo perfetto per il Napoli.

Difficile trovare qualcosa di meglio nel rapporto qualità/prezzo/affidabilità. Il Napolista, in un pezzo di scouting, segnalò l’argentino Pavon, un simil-Lavezzi tutto da verificare nel nostro campionato. Oppure, pescando all’estero, potrebbero essere vagliate le idee Cervi (Benfica) o Lemar (Monaco), ma parliamo di giovani con grandissimo hype e quindi inseguiti dai migliori club con i migliori argomenti economici. “Lotte” di mercato abbastanza complicate, per il Napoli. Che, altrimenti, potrebbe rivolgersi al mercato interno, e lanciare un altro giovane non proprio conosciuti (Ciciretti del Benevento?). Nessun profilo, però, è convincente come quello di Keita.

Pavoletti (senza Mertens)

Senza Mertens, cambierebbe un po’ la percezione del ruolo di centravanti. Senza la possibile alternativa tattica incarnata dal belga, l’idea di presentarsi per due competizioni importanti (campionato e una tra Champions ed Europa League, si spera) con i soli Milik e Pavoletti ci pare abbastanza azzardata. Ecco che, a quel punto, l’idea di acquistare un centravanti che garantisca un upgrade rispetto all’ex Genoa (almeno potenzialmente, come “nome”) diventerebbe più “pressante”. I nomi che abbiamo fatto sopra, Dolberg e Haller, rappresentano l’investimento per il futuro.

Immobile sarebbe la risposta perfetta, un profilo internazionale come quello di Aboubakar (Besiktas, in prestito dal Porto) o Mitrovic (mai esploso nel Newcastle) potrebbero essere più congeniali. Insomma, ci sono tante possibilità. Tutte da vagliare, da verificare, da rapportare all’organico con cui il Napoli si presenterà alla prossima sessione di mercato. L’attacco è il settore che lascia aperti più dubbi: la difesa è da rinforzare, il centrocampo è da consolidare. La batteria offensiva è in stand-by, in attesa del futuro.

Callejon

Eravamo in debito di questo argomento. Callejon resta a Napoli, e se Callejon resta a Napoli non esce mai dal campo. Semplicemente, quasi antidemocraticamente. Non c’è possibilità di pensare al turnover in quel ruolo, se non per partite come quella contro lo Spezia. Troppo grande il contributo tattico, troppo importante la gestione della doppia fase. Il Napoli gioca in questo modo perché ha Callejon in rosa, e perché Callejon non ha mai bisogno di riposo. Detto questo, parliamo di un suo eventuale sostituto? Serve a qualcosa? Sì, perché Giaccherini andrà probabilmente via, scottato com’è dall’impossibilità solo di pensare a una rotazione reale con lo spagnolo.

Dato che siamo nel campo delle ipotesi, ci vogliamo sbizzarrire con due colpi come quelli che segnalavamo l’anno scorso. Quando scrivemmo che il Napoli avrebbe potuto pensare a Suso come vice di José Maria. I fatti ci hanno dato ragione, lo spagnolo del Milan è stata una delle rivelazioni di questa stagione. Come allora, spariamo due nomi molto suggestivi. Due esterni destri ma mancini, un’ala pura (che però rientra per crossare) e un ex trequartista dalla grande fantasia, tra l’altro da recuperare nelle sue misure dopo qualche annata un po’ così. Sono Tello della Fiorentina e Markovic dell’Hull City (ma in prestito dal Liverpool, dove Klopp non lo vuole vedere neanche in cartolina). Sotto c’è un video che vi mostra come Markovic gioca a calcio. Non sarebbe male, pensare di avere uno così in panchina per sostituire Callejon quella volta ogni ics mesi che José ha bisogno del cambio.

ilnapolista © riproduzione riservata