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Fame Napolista / Sébastien Haller, ovvero piccoli (si fa per dire) Milik crescono

Centravanti francese, 22 anni, esploso nell’Utrecht. Forte fisicamente e dal gran colpo di testa (vince più di 5 duelli aerei a partita).

Fame Napolista / Sébastien Haller, ovvero piccoli (si fa per dire) Milik crescono

Il Napoli dovrebbe fare movimenti di mercato solo per piccoli ritocchi, cambiamenti marginali. La rosa è completa, la squadra gira bene e, anche se i catastrofisti sono sempre in agguato dopo un pareggio o una sconfitta, qualunque forma di necessità è marginale. Una di queste potrebbe essere quella di trovare un vice-Milik che non sia triste, sconsolato e senza fiducia. Per dirla cinicamente: o Gabbiadini trova il modo di capovolgere il broncio, o il Napoli trova il modo di sostituire di Gabbiadini. Tornerebbe comodo a Sarri un centravanti che sia davvero tale, un numero 9 vecchio stampo che possa fare quel che fa Arek, ma nelle partite in cui il polacco deve concedere qualche minuto di riposo al suo fisico bionico. Il ragionamento nasce da una convinzione rafforzatasi nelle ultime settimane: un identikit diverso da quello di Milik, più mobile e leggero, sullo stampo di Gabbiadini, gira a vuoto nei meccanismi di Sarri.

Allora ecco che fa capolino la figura di un attaccante classe ’94, nato in Francia e cresciuto con Herny e Drogba come modelli da seguire: Sébastien Haller è un attaccante di 190 centimetri disegnato sull’impronta dei centravanti d’epoca, quelli che si vedono solo in foto e video dai colori sbiaditi. Ma si ispira ai contemporanei. Dall’infanzia nel sobborgo parigino di Ris-Orangis, ad un club professionistico il passo è breve: accompagnato nella crescita dall’FCO Vigneux, a 14 anni è già un giocatore del florido vivaio dell’Auxerre, ma per entrare in pianta stabile nella prima squadra deve aspettare la stagione 2013-2014, con l’A.J.A già retrocesso in Ligue 2 da un anno. L’impatto con la squadra dei grandi non è dei migliori, con soli 6 goal nelle prime 50 partite nel primo anno e mezzo. A gennaio 2015 la svolta. L’Utrecht FC, formazione olandese, intravede in Haller un potenziale crack nonostante un inizio di stagione da 8 presenze prive di goal.

L’Eredivisie è il campionato perfetto per esaltare le doti di un giovane centravanti: dopo cinque partite all’asciutto decide di scatenarsi rifilando un poker al piccolo Dordrecht. Inizia così la sua metamorfosi da attaccante timido e impacciato sotto porta, a macchina da gol: da febbraio a maggio 2015 regala a Erik ten Hag, l’allenatore che ha deciso di puntare su di lui, 11 esultanze in 17 partite, con tanto di premio David Di Tommaso, il riconoscimento di miglior giocatore della stagione votato dai tifosi del Galgenwaard Stadion. A luglio 2015 il club olandese paga molto volentieri la cifra del suo riscatto – 750mila euro – e lui ricambia a modo suo: se alla scorsa stagione sommiamo le prime battute di quella appena iniziata, possiamo contare 29 goal e 9 assist in 51 presenze.

Sebastien Haller wonderful goal - FC Utrecht 1-0 ADO Den Haag 13-03-2016 Holland Eredivisie AMAZING

Alcuni più belli di altri

Immaginare il futuro di Haller in maglia azzurra vuol dire immaginare un Napoli con due centravanti acquistati dall’Eredivisie in due sessioni di mercato. Uno nell’undici titolare, uno che prende il suo posto quando questi deve tirare il fiato. Lo scenario è singolare e audace, non necessariamente scriteriato. Sébastien è riuscito ad imporsi in Olanda perché è stato catapultato in una realtà che ha bisogno di un sistema e uno schema di gioco che vadano oltre la somma dei singoli giocatori, cercando di trarre il meglio da essi, a patto che giochino da squadra. Un po’ il “tutti-per-uno-uno-per-tutti” di Dumasiana memoria. Haller nell’Utrecht è un ingranaggio del sistema: in una squadra che vuole giocare con il pallone ma non può permettersi un palleggio vellutato come il Barça o l’Arsenal, il giovane attaccante diventa il riferimento centrale – e in questo il suo fisico possente lo aiuta – a cui recapitare il pallone. Iniziare l’azione con diversi metri di vantaggio rispetto alla classica partenza da dietro è un lusso per una squadra con un basso tasso tecnico complessivo. Poi aggiungiamo che il Napoli è squadra dotata di sistema, per altro uno di quelli ben oliati in cui tutte le singole parti sono in grado di giocare a memoria, per far crescere la suggestione dell’utilità di avere Haller in azzurro.

Sébastien cerca di rendersi utile per i compagni sia con il gioco spalle alla porta tipico di uno della sua statura, sia con la pericolosità in zona gol indispensabile per un attaccante di un certo livello. Il pezzo forte del repertorio non può che essere il gioco aereo: da quando è in Olanda vince circa 5,4 duelli aerei a partita, che è come dire che se la palla non tocca terra viene entra magicamente nel campo di gravitazione del gigante francese. In questo si notano somiglianze con il connazionale Olivier Giroud. E come tutti gli attaccanti possenti subisce molti falli (circa 1,7 a partita, ma nelle ultime due stagioni viaggia a 2,3 di media), commettendone relativamente pochi (1,3 per 90 minuti).

Salut, je m’appelle Sébastien

E proseguendo sulla scia degli attaccanti di un metro e novanta – tutti quelli che non si chiamano Ibrahimovic, s’intende – ad Haller manca un po’ di qualità nel tocco, che non è dei più delicati. I difensori riescono a sfilargli il pallone circa 2 volte a partita e di certo non può rientrare tra i passatori eccellenti, con una precisione che va di poco oltre il 60%: un po’ grezzo per essere uno di quelli che non rischia spesso passaggi filtranti in spazi stretti. Inoltre non sembra avere ancora la capacità di creare dal nulla i suoi gol, vista la scarsa attitudine al dribbling e alle marcature senza assist. In poche parole, la sua capacità di segnare dipende molto dalla bravura dei suoi compagni nel creare occasioni pericolose.

Un logo minimal che fa tanto studio di design e poco calciatore

Qualche settimana fa, quando si parlava con insistenza di un imminente trasferimento di Icardi al Napoli, qualcuno aveva ipotizzato l’acquisto di Haller da parte dell’Inter per prendere il suo posto al centro dell’attacco nerazzurro. Oggi l’argentino sta più che bene a San Siro e Haller in Italia non è ancora atterrato, forse ci è stato in vacanza, non lo so (se qualcuno è più informato a riguardo lo può scrivere nei commenti). Sul prezzo il club olandese non si è espresso. Il sito Transfermarkt gli attribuisce un valore di 7,5 milioni (in crescita verticale), e considerando i 750mila euro spesi per acquistarlo, l’Utrecht potrebbe cedere dinanzi ad un assegno vicino ai 10 milioni. Una cifra perfettamente in linea con il campionato italiano e più che ragionevole per una squadra che punta in alto e farebbe del francese l’attaccante di riserva. L’idea di vedere Haller con la maglia del Napoli è sicuramente suggestiva. Ma pensare di vederlo nel campionato italiano, allenato da uno come Sarri che lo metterebbe al centro di un sistema in cui può valorizzare fisico e fiuto del gol, è un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire.

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