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Callejon, semplicemente Pepp’o stradone

Anatomia di José Maria Callejon, uno che non ha mai esasperato l’amore per la maglia eppure ha rinnovato, c’è e ci sarà. E non ti fa fare mai brutta figura.

Callejon, semplicemente Pepp’o stradone

Non ti fa fare brutte figure

Josè Maria Callejon, semplicemente Peppe ‘O Stradone, si perché in castigliano Callejon vuol dire stradone, vialone, nasce in Andalusia, nel sud, in quella parte di Spagna carnale, de sangre y de toros, di flamenco, ai piedi della Sierra Nevada, dove ebbe i natali anche uno dei più illustri poeti del ‘900: tale Federico Garcia Lorca, sensibile come pochi, anticonformista e ribelle, un romantico mai banale, un esteta di primo ordine. Insomma uno di quelli che a me piace leggere, uno di quelli che se copi e incolli una sua poesia, per fare lo splendido, ad una donna, non ti fa fare brutte figure.

Proprio come Callejon con i suoi allenatori. Nessuno a Napoli ha saputo rinunciarvi, passi Benitez che lo volle alla corte del Vesuvio, ma pure Sarri l’ha piantato fisso in mezzo al campo, tanto che Giaccherini ha il permesso di schierarsi nel torneo di Fifa di spogliatoio, per vedere che effetto fa giocare ogni tanto dal primo minuto. Silenzioso, quasi non te ne accorgi, è come l’amico dell’amico che si infila ad una festa e non si nota, ma poi ti accorgi che è sparito proprio con quella che tutti stavano adocchiando dal primo spritz.

La badante di Hysaj

Josè è quello che indovina sempre la pettinatura, e non è mai con un ciuffo fuori, sempre perfetto. Passa dall’essere la terza punta del tridente al lavoro di badante di Hysaj in meno di dieci secondi, è ovunque e c’è chi giura che tra uno scatto ed un altro, va pure a recuperare una penna a Sarri per fargli scrivere una cazziata per Ghoulam che vuole per forza battere le punizioni.

José è quello che fa quel movimento che tutti i sapientoni nelle Tv definiscono taglio alla Callejon, e si sforzano a trovargli una definizione adatta, quando basterebbe definirlo semplicemente: Back Door, il movimento del basket che è appunto quello di uccellare dietro le spalle il difensore, per ricevere ed appoggiare a canestro. Che ce vò? Si chiama Back Door! Solo lui lo sa fare. Scappa dietro la porta chiusa come pochi. Immaginiamo come sia difficile per i testimoni di geova beccarlo!

A Napoli l’abbiamo amato lentamente, l’abbiamo apprezzato col tempo, ora per noi è l’unico affidabile, come il salumiere sotto casa che deve stare per forza aperto, se ti serve un altro sfilatino per la cena. Se non c’è Callejon pare che manchi qualcosa. Il presidente ha confidato in una recente intervista che un ex giocatore del Napoli, quello che domenica dovrebbe tornare, si quello che nessuno se ne ricorda mai il nome, come si chiama, quello che è valso quanto un sei al superenalotto, insomma quello che doveva essere il capocannoniere della Champions ed invece ha fatto solo due goal, quello li che saltava “chi non salta è bianconero” con la mano sul cuore, mo’ avete capito, sono sicuro.

Esserci ieri, esserci oggi, esserci domani

Insomma quello chiese a De Laurentiis la cessione di Callejon, perché a suo dire non era all’altezza. La risposta l’ha data il tempo, José Maria Callejon non ha mai esasperato il suo amore per la maglia, non si è mai sbilanciato sotto le curve in modo eccessivo, non si è mai presuntuosamente etichettato come salvatore della patria, ma ha rinnovato, c’è sempre stato, c’è e ci sarà, questa è la differenza! Magari non sarà un’autostrada, ma è pur sempre uno stradone sicuro che ti porta sempre al fine campionato. Josè Maria Callejon, il poeta silenzioso, puntuale, che sa sempre qual è il verso giusto.

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