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Serve un asse Napoli-Roma per arginare la crescente nostalgia di Milano

Da Tavecchio a Bergomi fino a Sconcerti: è un tripudio per il ritorno del potere milanese e una bocciatura per Napoli Roma. Che devono imparare a giocare di sponda, come ha fatto Sarri domenica. Un assist non raccolto il suo.

Serve un asse Napoli-Roma per arginare la crescente nostalgia di Milano

Tavecchio

E siamo a tre. In principio fu Tavecchio, numero uno del calcio italiano, proprio i primi giorni di questo 2017. «Il calcio italiano non è in fase di declino ma abbiamo da recuperare la carenza di Milano che è non soltanto la città ma anche la Lombardia. Con la sua storia, Milano non può essere assente da un palcoscenico dove, con tutto il rispetto di Roma e Napoli, Torino per ora ha una superiorità organizzativa e in tema di cultura della vittoria». Ndranghete.

Una settimana dopo, come si addice ai politici, provò a mettere una pezza a colori: «Non ho mai detto che Inter e Milan servono al campionato di più di Roma e Napoli. Ho detto che si sente la mancanza delle milanesi, non mi si possono attribuire antagonismi tra squadre del Nord e del Sud. E pensare, e non l’ho mai detto, che Napoli è la città cui sono più affezionato».

Lo zio Bergomi

Ma il sasso nello stagno era stato lanciato. Un paio di domeniche fa, dopo il roboante 7-1 dell’Inter sull’Atalanta, il concetto è stato ripreso da Bergomi nel salottino di Sky Sport. L’importanza di recuperare le milanesi, Inter in testa, le sole capaci di dar vita a un asse di potere in grado di contrastare la supremazia della Juventus.

Sconcerti

Oggi il tema è stato ripreso da Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. “L’Inter che rinasce è il primo passo della restaurazione” è il titolo dell’analisi del giornalista fiorentino. “Il dato più importante del nostro calcio in questa stagione è il ritorno dell’Inter (…) Non conta se l’Inter andrà in Champions adesso, la squadra è ancora in costruzione. Conta che sia tornata la società e che la squadra ne abbia assorbito la forza e la ricchezza. Sarà molto più difficile adesso sbagliare, non completarsi”. Quindi il passaggio sull’occasione fallita da Roma e Napoli.

Era la vera occasione per Roma e Napoli, ma non è stata sfruttata. E ora si sente sul confine un grande movimento di convogli che riportano il passato. Sono state grandi Roma e Napoli, hanno fatto in pochi anni nove secondi posti in due, ma non hanno determinato, si sono fermate a un passo. Se il ritorno dell’Inter segna davvero il ritorno della normalità, il problema sarà prima di tutto loro. Dovranno capire se hanno ancora energia, cioè soldi. Perché questo è il punto: ora è di nuovo una guerra tra molto ricchi.

La geopolitica del calcio italiano

Insomma, Napoli e Roma hanno i soldini e il potere per sedersi al tavolo dei grandi? I risultati non sono presi in considerazione. L’Inter attualmente – pur avendo speso tantissimo tra calciomercato estivo e invernale – è a otto punti dal Napoli e a dieci dalla Roma. Nella geopolitica del calcio italiano i risultati sembrano contare poco. Ovviamente tre indizi, a questo punto, sono ben più che una prova. L’Italia del pallone ha nostalgia di Milano. Ci può anche stare.

Non ci sta che Napoli e Roma vengano considerate realtà di seconda fascia. E non solo per i risultati. La Roma ha una struttura societaria di più ampio respiro rispetto al Napoli, ha in ballo anche la realizzazione dello stadio. Ma il Napoli, pur essendo una piccola impresa, è una società gioiello per la Serie A, con i conti in ordine, in Europa da sette anni e in grado quest’estate di realizzare una campagna acquisti di tipo europeo con l’acquisto di giovani molto promettenti.

L’assist intelligente ma non preparato di Sarri

È importante che Roma e Napoli annusino l’aria che tira. E comincino magari a giocare di sponda (senza peraltro, se possibile, dimenticare Lotito). In questo va riconosciuto a Sarri l’intelligenza delle dichiarazioni rilasciate domenica a Empoli in cui ha denunciato che la Roma è uscita col Lione perché danneggiata dal calendario della Lega. Ma è stata un’uscita improvvisata. Tant’è vero che la polemica non ha sfondato, nessuna tv ha posto la domanda a Spalletti né tantomeno Spalletti ha autonomamente raccolto l’assist dell’allenatore del Napoli. È stato un errore. Un errore non aver giocato di sponda.

Serve uno storytelling

Napoli e Roma dovrebbero dimenticare la rivalità delle tifoserie e capire che serve una vicinanza politico-mediatica per non lasciarsi isolare. E creare un asse alternativo, nonché uno storytelling in grado di contrastare quello di Milano che riconquista il potere. Serve una strategia. La Roma ha una presenza mediatica superiore a quella del Napoli ma troppo spesso anche i giallorossi procedono in ordine sparso. Proprio come noi. Le performance di Spalletti e Pallotta domenica sera non hanno offerto un’immagine di coesione. Molto simile al disastro comunicativo che spesso mandano in scena De Laurentiis e Sarri. Sarebbe il momento di cambiare marcia. O quantomeno di adeguare la marcia fuori del campo a quella che le squadre ormai da anni tengono sul terreno di gioco e in classifica.

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