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Scambio quinto posto con (a scelta) eliminazione di Real Madrid, Juve o Coppa Italia

Remuntada o remutanda? Mi interessa il pathos, il bilancio lo lascio a chi lo sa curare. E, da rafaelita, invoco echilibrio: con De Laurentiis e con Sarri.

Scambio quinto posto con (a scelta) eliminazione di Real Madrid, Juve o Coppa Italia

Remuntada o remutanda

Quindici giorni sul filo sottile tra remuntada e remutanda. Una sciarada da disperati ma anche la storia del nostro Napoli che cerca di capire, con le parole di Troisi, se ha fatto finalmente lo sviluppo.

A me la remutanda non dispiace, devo ammetterlo, nella sua elegante accezione latina. Un gerundivo che a Napoli scarseggia. Da noi cambiare è sempre stato un compito al limite dell’impossibile, da teste sognanti. Figurati i moduli, i post partita, le catene laterali – avete notato anche voi come vadano drammaticamente di moda quest’anno “catena di destra” e “catena di sinistra” tra le perifrasi strettamente tecniche ma non di natura idraulica?

I conti li lascio fare a De Laurentiis

Dicevo, la remutanda. A me piace. E mi confido subito: a me del terzo posto per la Champions non frega nulla. Le partite doppie da decine di milioni da far quadrare le lascio volentieri a De Laurentiis, nel cui acume economico confido – a noi servi del padrone piace così, lasciar fare a chi sa fare, è un brutto vizio nella città dei mille imprenditori. A me interessa solo il pathos. E per me un passaggio col Real, o l’eliminazione della Juve e la vittoria della coppa Italia val bene un quinto posto. Da rafaelita, ricordo il secondo anno di Benitez come assolutamente straordinario e da napoletano non temo certo la sconfitta. Anzi, come molti, pago regolarmente per assistervi. Datemi una serata sola da sogno vero, un passo in più in Europa, un podio da giocarci. E poi sia quel che sia.

Echilibrio

Insomma, se anche remuntada non sarà sia pure remutanda, ma non di pizzo o cotone. Una remutanda latina, una metamorfosi ovidiana. A proposito di rivoluzioni: Da rafaelita invoco echilibrio. Non c’è un orco alla presidenza, né un campione della comunicazione. Cosi come non c’è un genio o un maestro in panchina, ma un buon allenatore che lavora tanto ma ha poca esperienza e qualche limite evidente.

Insomma, echilibrio. Remuntada est, sed remutanda etiam.

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