La metamorfosi delle smorfie di Insigne ci svelano il cambiamento e la crescita di un calciatore che sta crescendo in campo e non solo con il pallone
Con quella faccia un po’ così
Da Darwin in poi il valore emotivo delle espressioni facciali è stato studiato in maniera scientifica.
Molte delle espressioni facciali rappresentano emozioni che sono il risultato della capacità di adattamento dell’individuo all’ambiente esterno cioè, in pratica, servono a comunicare lo stato interno di una persona che, senza bisogno di parole, trasmette agli altri come si sente in quel momento: triste, felice, timoroso e via dicendo.
Tutto ciò ha un valore sul piano personale e sociale: ad esempio la paura così come la tranquillità di gestire situazioni complesse è un’emozione che segnala in genere un modo di affrontare un pericolo, e quindi è utile comunicarla ad altri membri della stessa specie per trasmettere incertezza-diffidenza oppure fiducia-speranza
Il nostro volto è una macchina estremamente sofisticata e complessa che ha come funzione primaria quella di comunicare delle emozioni.
Segnali di maturità e di leadership
E nei lavori di gruppo (il calcio lo è) in cui i tempi di reazione attraverso una comunicazione verbale sono limitatissimi, avere queste doti per comunicare con tutti gli attori di una partita è un chiaro segnale di maturità e di leadership.
Lorenzo Insigne, oltre a dimostrare di essere in questo momento, tecnicamente e tatticamente, forse il più completo esterno di attacco italiano, con le sue smorfie e le tipiche micro-espressioni verbali nello slang napoletano-calcistico sta evidenziando una maturità di uomo e di leader al servizio della più forte squadra immatura d’Europa.
Un equilibrio che inorgoglisce qualsiasi Napolista e anche il sottoscritto che lo aveva stuzzicato qualche tempo fa in “Ritorno al passato” (https://www.ilnapolista.it/2016/11/caffarelli-e-insigne/)
Espressioni da leader, non più di disgusto
E quindi siamo passati dalle espressioni di “rabbia” (testa abbassata, sopracciglia giù e tendenti a riunirsi formando una ruga, labbra serrate) a quelle di “disapprovazione” (mento alzato e sogghigno accennato) di fronte alle sostituzioni decise da Sarri come se Insigne fosse felice (e non incazzato), per il bene della squadra, di disapprovare le azioni del mister.
Ma soprattutto, qui da vero leader, hanno tanto valore quelle espressioni di “disgusto” (naso arricciato, labbro superiore sollevato, guance alzate) di fronte alle decisioni arbitrali dubbie che, così come i grandi capitani tipo Franco Baresi, lasciano immaginare che la bocca stia pronunciando il suono “bleah” in silenzio, come se la persona avesse appena visto qualcosa di rivoltante e lo faccia notare con rispetto all’arbitro.
Oppure quella di mostrare la “felicità” (labbra aperte mostrando l’arcata dentale superiore) per un gol di un compagno al fine di condividere, con mimica e gergo “napulegno” (al gol di Maertens gli ha urlato: “….te l’aggiu ritt….”), forza, convinzione, positività e determinazione per la crescita mentale del gruppo.
I successi futuri del Napoli passano anche attraverso le “faccine” di Lorenzo.