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I dati dicono che il Napoli non è ancora maturo per lo scudetto, ma la crescita è incoraggiante

Una riflessione basata sui numeri: al Napoli manca qualcosa per competere con la Juventus, ma i risultati dicono che la corsa al titolo è un obiettivo possibile nel giro di pochissimo tempo. Serve continuare così.

I dati dicono che il Napoli non è ancora maturo per lo scudetto, ma la crescita è incoraggiante

Lotta scudetto

Ogni estate, gli opinionisti tv raccontano che l’imminente sarà un campionato diverso, combattuto, imprevedibile. Siano proclami promozionali dei propri eventi o siano auspici sinceri, il leitmotiv è questo.

Con la canicola la Roma, il Napoli o l’Inter divengono potenzialiantagonisti, ma alla fine il titolo va alla Juventus. Almeno, negli ultimi cinque anni. E, al momento, per il sesto. Infatti, il campionato italiano, a dispetto di nostalgici ed esterofili, è oltremodo complicato. Lo dimostra il fatto che la Juventus non lo vinca in scioltezza, ma con la massima applicazione. I punti forti dei bianconeri sono la mentalità vincente e l’organizzazione difensiva, che le hanno permesso di essere ancora in testa nonostante la partenza di Pogba e l’indisponibilità iniziale di Marchisio. L’approccio mentale è stato decisivo nella rimonta dello scorso anno, laddove il Napoli si è perso, come testimonia il blackout di Udine in Aprile. Scendere in campo, ogni volta, per vincere è ciò che contraddistingue una big.

La fase offensiva non è la miglior espressione dei bianconeri, ma Higuain e Dybala hanno colpi tali da permettere di sbloccare anche le gare chiuse. Sotto l’aspetto analitico, poi, i bianconeri hanno un importante equilibrio tra risultati reali e prestazioni di campo, riuscendo a raccogliere (in termini di punti) almeno quanto meritato. La Juventus subisce meno tiri e meno reti di tutte, con un buono scarto tra gol ed expected goals subiti.

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Mentalità

Il Napoli non è ancora maturo per il primo posto. Sulla mentalità, si è espresso più volte Maurizo Sarri in questa stagione, sostenendo che c’è ancora da lavorare. Avere elementi giovani, pochi campioni (secondo alcuni nessuno) e una tifoseria umorale tendente al disfattismo possono essere un’attenuante. Fuori dal panorama partenopeo, poi, imputano questo limite allo stesso allenatore, un self made man senza un glorioso passato da calciatore. Ad ogni modo, la crescita mentale è tutt’altro che ferma. Di fatto, gli azzurri sono da due anni nei primi posti, con buoni risultati anche nelle coppe. È un processo in atto, che potrebbe compiersi se si risolvessero alcuni limiti; su tutti, i due esposti in seguito.

Difesa

Il freno del Napoli è il deficit difensivo. La squadra ha la media di un gol subito a partita, tassi di conversioni e scarto tra gol ed expected goals subiti pessimi. Eppure i tiri che arrivano nella porta di Reina sono pochi, ma spesso vincenti. Con il Palermo su 2 tentativi nello specchio, uno si è tramutato in rete; come con Udinese e Sassuolo.

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Così si interpreta principalmente il gap dalla Juventus. Difatti, la qualità di gioco, i numeri del palleggio, i dati offensivi sono i migliori del campionato.

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Blackout in disimpegno, disattenzioni di Jorginho, limiti di Reina, caratteristiche dei terzini, sono tra i fattori su cui concentrarsi, anche nella prossima estate in fase di preparazione e in sede di calciomercato.

Centravanti

Il processo di ottimizzazione del centravanti è stato l’altra sfida di questa stagione. La squadra ha dovuto conformare i propri movimenti offensivi alle caratteristiche delle differenti prime punte utilizzate: prima Milik, poi Mertens, ancora Gabbiadini dunque Pavoletti. L’infortunio di Milik ha vanificato parte del lavoro tattico di Sarri, ma gradualmente è stato reso efficace anche il falso nueve Mertens. Conformarsi ad un centravanti più classico come Pavoletti – dopo due anni che si gioca con palle basse e veloci in area di rigore – sarà la prossima sfida da vincere, ma il graduale adattamento potrebbe portare ad altri punti persi.

Ciò ha frenato il potenziale offensivo in poche (ma decisive) partite. La cessione di Higuain non è risultata insuperabile. Inoltre, senza 90 milioni non si disporrebbe di una rosa ampia. Gli expected goals fatti del Napoli sono 38,2 con un surplus di +12 rispetto i gol realizzati. La qualità prestazionale indica che questo obiettivo – ribaltoni di calciomercato a parte – è prossimo nelle stagioni a venire.

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