ilNapolista

Da Hidegkuti a Fabregas, il falso nueve che s’affaccia alla porta del Napoli

Storia evolutiva di un concetto vecchio di sessant’anni: il centravanti arretrato. Che da oggi, con Mertens e per Sarri, è una vera e propria alternativa necessaria.

Da Hidegkuti a Fabregas, il falso nueve che s’affaccia alla porta del Napoli
Mertens, 21 gol in Serie A per lui quest'anno

Nándor Hidegkuti ha fatto da giocatore quello che i più catalogherebbero come un’idea possibile solo per un allenatore. Ha preso il centravanti e l’ha arretrato di qualche metro, creando una figura ibrida che è stata più volte recuperata e accantonata dalla storia, che ha cambiato nomenclatura e senso. Ma che all’inizio si chiamava proprio come lui, semplice semplice: «Il centravanti alla Hidegkuti». All’inizio degli anni Sessanta, effettivamente, Hidegkuti farà l’allenatore. Ma la rivoluzione l’aveva già fatta.

Il Napoli che perde Milik per un brutto infortunio deve trovare alternative al suo modo di giocare. Dopo Gabbiadini, di cui abbiamo parlato abbondantemente oggi (siamo riusciti a metterlo insieme a Freddie Mercury in un pezzo di Alfonso Fasano), c’è l’opzione del falso nueve. Ecco perché Hidegkuti, appena sopra. I due concetti sono lontani nel tempo, almeno 50 anni, e sono pure diversi. Ma raccontano la stessa storia: un calciatore dalla grande tecnica che assume solo nominalmente, diciamo formalmente, la posizione del centravanti.

In realtà, il Mertens o Callejon falso nueve sarebbe pure un falso storico, almeno a voler guardare un solo lato della medaglia. O meglio, se non si sa o non si vuole rispondere alla domanda sull’identità del falso nueve secondo il calcio moderno: Messi è un falso nueve? Oppure lo è stato Fabregas, come nella finale di Euro 2012? La definizione wikipediana è ampia, non riesce a fare perfettamente chiarezza: «Nasce quindi l’idea del cosiddetto falso nueve, ovvero di un centrocampista di ruolo che, partendo appunto da dietro, non dà nessun riferimento agli avversari. Egli, oltre ad esser in grado di finalizzare, è anche in grado di fornire assist grazie alla sua visione di gioco. Due esempi importanti possono essere l’argentino Lionel Messi e Cesc Fàbregas». Appunto.

Il Napoli, dunque, potrebbe decidere di schierare uno dei suoi (numerosi, vivaddio) centrocampisti o uno dei suoi esterni offensivi in questa posizione riveduta e corretta. La logica suggerirebbe di affidare il ruolo di falso nueve al centrocampista con la maggior capacità di lettura degli spazi e con la miglior tecnica individuale. Esatto, proprio Marek Hamsik. Che finirebbe, nel caso, ad essere spostato, nello scacchiere tattico virtuale e in poche settimane, da mezzala a regista a centravanti di manovra. Una suggestione, poco di più. Idem per Rog, l’altro centrocampista papabile. Un’idea emergenziale, che non può essere verificata in alcun modo perché Rog non l’abbiamo ancora visto giocare, semplicemente.

Nell’altra ipotesi, decisamente più fattibile, sarebbe Mertens a occupare nominalmente la posizione di Milik e/o Gabbiadini. Gliel’abbiamo visto fare qualche volta a Trento, con successo, durante il ritiro di Dimaro 2016. Il fantasista belga possiede le skills necessarie: il dialogo sul breve, la tecnica di tiro, la rapidità d’esecuzione. Paradossalmente, potrebbe essere una soluzione ancora più offensiva, perché priva di riferimenti fissi, quando le partite si fanno complesse e gli spazi per Gabbiadini tenderebbero a ridursi. Essere e sentirsi una squadra a trazione anteriore anche senza un centravanti, un attaccante puro. È la storia incredibile del falso nueve.

Che, almeno per il momento, resta una suggestione e basta, almeno fino al termine di Napoli-Roma, ai giudizi postpartita, alle analisi di quello che Gabbiadini avrà saputo dare come nuovo e unico riferimento offensivo, titolare per forza perché non ci sono alternative. Dalla suggestione alla variabile tattica, però, il passo è breve. Soprattutto se, come sembra, il Napoli dovesse rinunciare ad acquisire un attaccante dalla lista svincolati (il nome di Klose è l’unico che, secondo i media, era saltato in mente agli uomini mercato del club partenopeo) e quindi dovesse giocarsi i prossimi tre mesi di stagione (quindici partite, da qui alla riapertura del calciomercato) con il solo Gabbiadini come centravanti vero, seppure adattato a un ruolo che non è propriamente il suo. Che potrà diventarlo, certo, e qualcosina di buono (di meglio) si è visto contro il Chievo nell’ultima uscita.

Quindi, come dire: Sarri, da ora in poi, avrà la possibilità se non la necessità di ripensare il suo Napoli secondo una delle formule termporanee viste a Dimaro, con un tridente leggero (scartiamo l’ipotesi Hamsik e quella Callejon, troppo importante almeno a inizio gara per il lavoro di equilibrismo tattico), da destra a sinistra, Callejon-Mertens-Insigne. Non sarebbe una novità assoluta, cinquant’anni di evoluzione tattica fatta in pillole in testa a questo pezzo sono qui a dimostrarlo. Sarebbe una novità tattica ma anche narrativa per il Napoli, da anni legato alla figura preminente di un faro offensivo: Lavezzi, poi Cavani, poi Higuain. Milik era su quella strada, Gabbiadini potrebbe raccoglierne la fresca eredità. L’alternativa è la sperimentazione tattica, con Dries Mertens come Hidegkuti o come Messi o come Fabregas. Il nostro pronostico è che succederà, anche solo per qualche minuto nelle prossime partite. Gabbiadini non potrà giocarle tutte, e tute intere. A quel punto, appuntamento qui per fare un po’ di critica insieme. Noi vi abbiamo avvisato, facendo un po’ la storia del falso nueve. Vediamo se saremo in grado di portarla avanti un po’ pure a Napoli.

ilnapolista © riproduzione riservata