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#HovistoMilik, episodio Champions – Il polacco segna sempre due volte

Un’altra doppietta, dopo quella col Milan. Arkadiusz è glaciale, bello come il sole, utile alla squadra. Felice e tranquillo, proprio come noi.

#HovistoMilik, episodio Champions – Il polacco segna sempre due volte

Sono serio: ho pensato che il primo episodio di questa rubrica, scritto dopo Napoli-Milan, avesse portato seccia al Milik di Palermo. Mi sono incolpato del fatto che il polacco non avesse segnato in Sicilia, del fatto che non fosse stato decisivo e pure di come il Napoli fosse riuscito a vincere comunque, anche senza la segnatura del secondo numero 99 della sua storia. Il primo fu Cristiano Lucarelli, stagioni 2010/2011 e 2011/2012. Arkadiusz indossa un numero che è un’eredità pesante.

Stasera, comunque, #HovistoMilik di nuovo. Anzi, l’ho #rivisto in Champions League. Non che l’avessi perso di vista, anche nel match della seccia avevo avuto molto occhio per lui, per i suoi movimenti, per il suo contributo. Per quello che ha fatto, che è stato forse poco appariscente ma comunque importante. Non determinante, ma sicuramente positivo. Stasera l’upgrade, che poi è un ritorno indietro. Milik segna, due volte. Due gol identici per esecuzione, colpo di testa a scavalcare uno Shokovskiy che non ha brillato per elasticità. Due palloni alti a parabola, provenienti secondo dinamiche diverse: il primo è un cross perfetto di Ghoulam, la seconda è una ribattuta di un difensore avversario dopo che Mertens, che elevazione!, aveva di nuovo uccellato il portiere ucraino con un’altra palombella di testa. Probabile che stasera il vecchio Oleksandr abbia polverizzato un record mondiale: tre lob di testa da cui si è fatto scavalcare nella stessa partita.

#HivistoMilik che si è dato da fare per la squadra, ho esultato con lui a entrambi i gol. Più al primo, perché era davvero importante. Se mi chiedeste ora perché mi sento tanto affratellato all’ex Ajax, vi risponderei che è merito di come sia meno irritante e irritabile di Higuain. E poi, diventerei onesto e vi direi che mi farebbe troppo sangue, mi darebbe troppa soddisfazione immaginare Arek che supera il record di gol stagionali del Pipita. Pur essendo molto meno forte di lui. Un piacere sadico, che andrebbe al di là dello scudetto e della Champions che l’amico Gonzalo ha deciso di andare a vincere a mani basse a Torino. Ho rispettato la sua scelta, ma non chiedetemi di volergli ancora bene.

Anche perché ora ho il compagno Arek e mi sento appagato. Da mental coach del centravanti sono diventato un soggiogato, uno che si piega all’utilità del suo calcio, alla sua normalità e alla sua eccezionalità. Che sta nel mettere insieme i gol a due a due, come i bambini alle elementari quando devono uscire da scuola o andare a vedere il cartone della Disney al cinema dietro l’angolo. Tutti vicini, a coppie. Milik l’ha fatto col Milan, poi stasera a Kiev. Contro i rossoneri ci aveva messo quindici minuti a preparare il secondo botto, stasera ha abbassato i tempi ed è sceso a undici. 

Come due sabati fa, #HovistoMilik andare ai microfoni a rappresentare il Napoli nell’intervista postpartita. Una sfinge. Bello come il sole, tranquillo come un asceta. Mi viene in mente un solo termine: glaciale. Uno che non promette e non deve mantenere, ha fatto e forse farà. Uno che dice di essere «felice, ma molto tranquillo» merita il mio apprezzamento, e non credo di poter fare meglio di un titolo, un hashtag, una rubrica per celebrarne le imprese. Due gol, anche stasera. Come al solito, viene da dire. Il Napoli ha scoperto di avere un centravanti. Io ho scoperto di avere un nuovo idolo. Siamo tutti felici, ma anche molto tranquilli. È questo il bello.

p.s. NapoliOutsider ci corregge, con la maglia 99 nel Napoli ci sono stati anche Sesa e Storari

L’autore, da par suo, accetta l’errore e aggiunge:

«Chiedo scusa, ma ero ancora intontito da Arek. Ho colpevolmente dimenticato altri due personaggi storici di grandissimo valore come David e Marco. Possiate, voi tutti, avere pietà di me…»

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