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Possono preoccupare i no al Napoli, di certo non quello di Lapadula

Possono preoccupare i no al Napoli, di certo non quello di Lapadula

Gianluca Lapadula al Milan è un matrimonio perfetto. Se noi non fossimo tifosi del Napoli e non sapessimo che l’attaccante ormai ex Pescara è stato un obiettivo non solo sensibile, ma addirittura verificato, del mercato azzurro, non potremmo e non dovremmo fare altro che apprezzare questa operazione di mercato. Perfetta per tutti i soggetti in causa.

Solo che noi siamo il Napoli, e in quanto Napoli conviviamo con una sindrome da fuoriclasse quanto con una psicopatologia del bidone. Ogni acquisto del Napoli diventa un grande campione o una scartina nel caso in cui la trattativa sia andata o meno a buon fine. Certo, il mondo e il calciomercato sono belli perché vari. Tutti possono pensare a proprio modo, e dirlo ai quattro venti (succede perfino ai giornalisti). Quindi, ognuno di voi avrà la sua idea su questo affare, sul suo esito, su quello che si trascina e si trascinerà dietro. Noi crediamo che, per come si è sviluppata e per come è finita la trattativa, il passaggio di Lapadula al Milan sia da salutare con una certa felicità.

Perché Lapadula è un ragazzo di 26 anni con zero (!) presenze in Serie A e 49 in Serie B. Qualcuno ha detto, per criticare: la Juventus prende Pjanic e Dani Alves, l’Inter prende Banega e noi non riusciamo a prendere nemmeno Lapadula! Appunto perché la Juventus prende Pjanic e Dani Alves, tu non devi pensare di andare a prendere Lapadula. Ovvero, lo riscriviamo, zero presenze in Serie a e 49 in Serie B.

Il resto, poi, l’ha fatto l’atteggiamento del ragazzo. Che, per carità, avrà avuto tutte le sue buone ragioni. Anzi, noi le condividiamo in pieno. Anche e proprio per questo non si doveva comprare. Un calciatore insicuro sulla sua destinazione, da acquistare tra l’altro per un prezzo nemmeno tanto a buon mercato (il Milan lo pagherà 9 milioni di euro), non era quello che mentalmente serviva a Napoli. Soprattutto se, come ormai pare quasi certo, questo calciatore è un attaccante che verrebbe a fare la riserva di uno che vuole giocare sempre. E che si chiama Gonzalo Higuain, e quindi deve giocare sempre.

Quando, ormai un mese e mezzo fa, dedicammo un pezzo al calciatore, descrivemmo un attaccante “pazzo” e che proprio per questo poteva in qualche modo piacere ai napoletani. Solo così, forse, si spiega il rammarico serpeggiato in rete per il fallimento di questa operazione. Un rammarico comunque inferiore al mix tra indifferenti e contenti. E che cozza con il perfetto incastro tra il calciatore e la sua nuova squadra. Il Milan ha Bacca, ma ora una sua “eventuale cessione” si è già trasformata in un “probabile addio”: nel caso, il club rossonero ha già un sostituto mediaticamente forte, che è in qualche modo livellato alle ambizioni della prossima stagione senza Europa (che triste remdersi cono che si parla del Milan) e che probabilmente avrà le chance da titolare che non avrebbe avuto a Napoli. Oltre a uno stipendio simile, il che non guasta mai. Tutti felici, tutti contenti. Tranne alcuni tifosi, rimasti scottati da una perdita che tanto perdita non è.

L’unico aspetto negativo su cui è necessaria una riflessione è quella dei rifiuti al Napoli, dei continui “no” di molti calciatori al trasferimento in azzurro. In questo caso, la domanda non è chi è, ma perché. Perché calciatori di tutti i livelli (stranieri giovani ma già importanti come Klaassen, profili che devono affermarsi come Vrsaljko, attaccanti ex carneadi pronti alla consacrazione come Lapadula) rigettano la proposta del Napoli? Certo, siamo sempre in una dimensione in cui stiamo dando per vero e verificato quanto detto perché scritto dai giornali, ma gli indizi portano inequivocabilmente in questa direzione. Come dire: stracciarsi le vesti per Lapadula è perlomeno esagerato. Rammaricarsi per Klaassen o per Vrsaljko è un attimino più giusto. Più comprensibile, almeno. Anche se siamo ancora (e solo) al 24 giugno, anche se pure gli altri (a parte la Juventus con Pjanic) non hanno ancora messo a segno trasferimenti di un certo rilievo, un piccolo campanello d’allarme deve iniziare a suonare. Per il principio, non per la fattispecie. Di cui poi, magari, un giorno sorrideremo. Come fatto per Gonalons, Kramer, Soriano. Colpi mancati che poi non sono scoppiati da nessun’altra parte. Noi auguriamo a Lapadula che non avvenga anche per lui, ma almeno abbiamo avuto il buon cuore di avvertirlo per tempo.

PS. Abbiamo scritto del perché non era giusto acquistare Lapadula, o almeno del perché non struggersi per il suo mancato arrivo. Non siamo caduti nella tentazione di nominare i suoi possiblii sostituti, ma abbiamo deciso di cedere qui, proprio alla fine. Con una domanda, forse retorica, più che una considerazione. La poniamo a De Laurentiis, ma in realtà è per tutti i tifosi. Dunque: siamo pronti a investire (sempre stando ai giornali) una cifra di 12 milioni per Lapadula. Invece Ciro Immobile, secondo quanto affermato da De Laurentiis ieri agli spagnoli di ABC, costa giusto un milioncino in meno rispetto al centravanti che sta per firmare col Milan. Ecco la domanda. L’abbiamo già scritta, la ripetiamo: perché no? E, soprattutto: perché no a perfetta parità di condizioni e soprattutto prezzo? Senza dimenticare che abbiamo Gabbiadini, probabilmente il più forte tra questi. Che, pur senza avere le caratteristiche tecniche adatte per fare da vice-Pipita, avrebbe costo pari a zero. Altro che Lapadula.

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